L’orto è morto, ma nessuno ricorda quando è nato

L’orto è morto, il custode del cimitero ha registrato il giorno e l’ora del decesso, i frutti del reato sono stati portati via, mentre non si conosce la data di nascita dell’orto. Ancora una volta giornali e telegiornali hanno parlato, in negativo, della nostra città. Questa volta non si è trattato di arresti, mazzette o criminalità, ma di un orto ben curato nato all’interno del cimitero di Molfetta. Sarebbe stata una bella iniziativa se qualcuno l’avesse promossa e affidata regolarmente, invece no, era abusiva. Sembra che la storia abbia causato un corto circuito all’interno della Giunta.

Dopo la denuncia sui social di un cittadino, l’assessore Sergio De Candia ha cercato di mettere tutto a tacere intervenendo sulla pagina FB del denunciante dichiarando che era risolto “il giallo dell’orto del morto” e che era stato “punito” il responsabile. 

Per chi ha letto quel commento ha percepito e interpretato che non solo era stato individuato il “coltivatore abusivo”, ma era stato anche già punito. Dopo 24h, mentre montava il tam-tam mediatico, sul sito istituzionale del Comune di Molfetta è apparsa una nota dell’ufficio stampa in cui si legge:

Sono in corso verifiche al fine di individuare la persona che, senza alcun rispetto per il luogo in cui si trovava, ha piantato ortaggi in una zona del cimitero di Molfetta. Qualora, come è assai presumibile, dovesse trattarsi di un dipendente comunale nei suoi confronti si aprirà un procedimento disciplinare e verranno mosse tutte le azioni atte a salvaguardare la reputazione dell’Ente. Azioni saranno mosse anche nei confronti di chi sapeva e non ha segnalato la presenza di piante di pomodori, zucchine, verdure e finanche alberi da frutta. L’area trasformata in un piccolo orto è stata comunque completamente ripulita dagli uomini della Molfetta Multiservizi nelle ore immediatamente successive alla singolare segnalazione giunta da un utente. Contestualmente è stato condotto un sopralluogo per accertare che non ci fossero colture in altre aree del cimitero“. 

Quindi, in prima battuta c’è un assessore che liquida tutto e dichiara che il “colpevole” è stato individuato e punito; mentre, esattamente dopo 24h, l’ufficio stampa ci dice che “sono in corso verifiche al fine di individuare il responsabile dell’abuso“. Perché questa retromarcia dell’ufficio stampa, che dovrebbe far capo al sindaco, quasi a voler smentire la parola dell’assessore De Candia?

Certo è che questa triste storia pone nuovamente il problema delle responsabilità dell’organo politico, e dirigenziale, di una amministrazione comunale. Non è ricevibile l’argomentazione: “Qualora dovesse trattarsi di un dipendente comunale nei suoi confronti si aprirà un procedimento disciplinare e verranno mosse tutte le azioni atte a salvaguardare la reputazione dell’Ente”.

La catena di responsabilità è molto lunga. Intanto la parola “dipendente comunale“, presso il cimitero, avrebbe bisogno di essere declinato con le diverse figure che vanno dal custode del cimitero all’ultimo cittadino che viene utilizzato perchè inserito in graduatorie di lavoratori socialmente utili o categorie protette. Poi ci sono le responsabilità esterne cha vanno dal dirigente al sindaco, passando dall’assessore al ramo.

Pertanto le responsabilità vanno cercate nella catena di comando e non solo nel singolo  responsabile dell’orto. E poi, un albero da frutta, o altre coltivazioni orticole, non crescono in una o due settimane, quindi è impossibile che nessuno abbia mai visto nulla o, addirittura, assaporato i frutti dell’orto abusivo.

Nel 1992, uno dei primi atti del suo breve sindacato, Gianni Carnicella ordinò l’allontamento dal Cimitero del pregiudicato, oggi ormai defunto, Petruzzella Raffaele, notificandogli un provvedimento di interruzione del rapporto di servizio per illeciti che lo stesso consumava all’interno della pubblica struttura trafficando anche sull’assegnazione dei loculi con altri complici. Il Sindaco Carnicella ebbe il coraggio di adottare la “tolleranza zero” in vari settori della pubblica amministrazione. Da un po’ di anni sono state riportate nella struttura cimiteriale quelle tipologie sociali che oltre 30 anni fa il Sindaco Carnicella aveva allontanato. 

Quella del Cimitero è sempre stata una situazione a rischio e ora siamo arrivati all’odierno fatto di cronaca che da tre giorni si è abbattuto sulla nostra già oltraggiata Molfetta. Poche scorciatoie e inutili proclami, sindaco, ci faccia tornare la voglia di essere orgogliosi di essere molfettesi.

Radio Capital – Edizione delle ore 12:00 del 30.08.22

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