Per l’omicidio di Gaetano Spera sono arrivate altre quattro condanne

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 fonte: di Mino Cioce – http://edicola.lagazzettadelmezzogiorno.it

Pesanti le condanne a carico dei quattro coimputati nel processo che si è concluso nel primo pomeriggio di ieri presso il Tribunale di Bari, per il delitto di Gaetano Spera, il 21enne giovinazzese freddato nei pressi della villa comunale nel marzo dello scorso anno.

Il Gup Annachiara Mastrorilli ha stabilito in 18 anni di carcere la pena che Vito Arciuli, reo confesso sin dal momento del suo arresto, dovrà scontare in carcere, mentre le pene comminate agli altri imputati Luca Lafronza, Ignazio Chimenti e Pio Mauro Sparno, sono di 14 anni per ognuno perché giudicati parte attiva nell’azione criminosa. Inoltre al padre di Arciuli, Michele, è stata inflitta la pena di un anno e quattro mesi perché nel corso delle indagini successive al delitto fu trovato in possesso di una pistola che custo- diva illegalmente. A quattro coimputati non è stata riconosciuta né la premeditazione né l’utilizzo del metodo mafioso, come il colpo di grazia esploso in pieno volto allo Spera avrebbe potuto far immaginare. Le pene comminate hanno beneficiato dello sconto di un terzo della pena per via della scelta degli imputati di ricorrere al rito abbreviato.

Il Gup, inoltre, ha stabilito un risarcimento danni a beneficio dei familiari della vittima da quantificarsi in separata sede, indicando però come provvisionale 50mila euro a beneficio dei genitori del 21enne e 20mila euro per ognuna delle tre sorelle. È stata però rigettata la richiesta del Comune di risarcimento danni (era rappresentato in aula dall’avv. Tiziano Tedeschi). La richiesta di costituzione come parte civile del Comune nel processo fu avanzata e poi ottenuta dall’avvocato Mario Mongelli, che ha rappresentato nel processo le sorelle di Spera, utile se fosse stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso. «Ci aspettavamo pene più pesanti – è stato il commento di Francesco Mastro, il legale di fiducia dei genitori di Spera – ma le attenuanti hanno prevalso sulle aggravanti. Desta comunque sorpresa l’entità delle pene comminate a carico dei tre correi. Il Gup li ha giudicati come parte attiva nel delitto e non per il semplice favoreggiamento».

Naturalmente i legali aspettano adesso il deposito delle motivazioni della sentenza per poter esprime un loro più compiuto commento. Dopo la condanna comminata due giorni prima dal Tribunale dei minori in 16 anni e 8 mesi di carcere del minore D.A., 16enne all’epoca dei fatti, cala il sipario su una vicenda maturata, come ricostruirono i Carabinieri che hanno condotto le indagini, per il controllo delle attività di pesca nel porto di Giovinazzo.

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