L’EXPO tra luci e ombre, ecco a voi la storia di Expo in 10 proverbi.

 

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– MEGLIO TARDI CHE MAI

“Un anno fa, quando abbiamo ereditato ritardi e scandali, sembrava impossibile – ha dichiarato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi (uno degli italiani ottimisti di cui sopra) – Non abbiamo ascoltato quelli che ci dicevano ‘non ce la farete mai’. E in quest’anno più lo ripetevano, più siamo stati convinti di aver fatto la cosa giusta. Oggi con grande soddisfazione possiamo dire che la scommessa Expo è vinta, i padiglioni sono bellissimi, e l’Italia si vestirà d’orgoglio e bellezza di fronte al mondo”.
Per dirla alla milanese “sperem…”.

– I SOLDI NON FANNO LA FELICITÀ

Secondo Expo Assolombarda, 575 milioni di euro è l’importo appaltato ad ottobre 2014. Un miliardo corrisponde agli investimenti effettuati da parte dei Paesi partecipanti e oltre 350 mln di euro è il valore complessivo delle partnership stipulate con aziende nazionali ed internazionali.
Ma ai soldi investiti devono corrispondere consistenti benefici perché l’iniziativa possa considerarsi positiva. Nel nel 2008 gli scenari disegnati dalla Camera di commercio milanese erano entusiasmanti: come riportato dal Corriere della Sera del 31 marzo di quell’anno “il maggiore beneficio per l’Esposizione universale sarebbe a carico del settore alberghiero e turistico con un incremento previsto attorno al 25%, seguito dal settore immobiliare (15,1%) e quello delle costruzioni (13,5%). In valore assoluto, però, è il commercio che si attende il gettito maggiore, con un aumento del fatturato di 14,5 miliardi, quasi 12 miliardi il manifatturiero, oltre 8 miliardi i servizi alle imprese, quasi 4 miliardi le costruzioni, 3,5 miliardi l’immobiliare.”
Sappiamo che queste stime col tempo si sono notevolmente ridimensionate ma è ancora presto per tirare le somme.

– L’OCCASIONE FA L’UOMO LADRO

A grosso volume di capitali corrispondono grossi interessi illeciti. Un teorema che non suona nuovo all’Italia, primo Paese in Europa per livelli di corruzione percepiti. L’occasione Expo è stata ovviamente colta dagli speculatori senza scrupoli per innescare strategie di appalti truccati e tangenti, purtroppo andate a segno. La prima parte dello scandalo Expo, esplosa a maggio 2014 con 7 arresti, si è già chiusa con patteggiamenti e poco carcere per i principali imputati. Sei degli imputati, già liberi o ai domiciliari, potranno presto accedere alle misure alternative.
Ma le indagini continuano: di recente nell’ambito dell’inchiesta “Sistema” della procura di Firenze sono state arrestate altre 4 persone e altre 47 inserite nel registro degli indagati per la gestione illecita degli appalti ricompresi nelle Grandi opere, tra cui Expo. Per non parlare degli appetiti delle mafie: solo per quel che si sa, la ‘Ndrangheta aveva messo le mani su appalti per 100milioni di euro.

– IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VITALIZIO

Negli scorsi mesi il gup Milano ha accolto, tra le altre, le richieste di patteggiamento dell’ex segretario della Dc milanese all’epoca di Tangentopoli Gianstefano Frigerio, dell’ex cassiere di Pci e Pds Primo Greganti e dell’ex senatore Fi Luigi Grillo. La pena massima che è stata assegnata è di 3 anni e 4 mesi. In particolare Frigerio continua a percepire il vitalizio di oltre 2000 euro mensili, che ha maturato durante il suo mandato parlamentare.
Per saperne di più su questa vergogna >>

 

– PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE

Il 3 ottobre 2014 il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone e il Segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, Angel Gurría, hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa con l’obiettivo di garantire che i preparativi per l’EXPO Milano 2015 siano trasparenti, corretti ed efficaci. Il modello è diventato esemplare e verrà esportato anche in altri Paesi nel mondo. Prevenire sarebbe stato meglio che curare ma anche qui è il caso di dire “meglio tardi che mai”, come sopra.

– SBAGLIANDO S’IMPARA

Il portale Open Expo è ad oggi aggiornato sullo stato dei lavori e sulla trasparenza di tutta la macchina Expo. Benissimo: si tratta di un’ottima iniziativa. Peccato che, come vi avevamo raccontato ai tempi dello scandalo, sia arrivata con almeno due anni di ritardo sulla tabella di marcia. Doveva infatti partire nel 2012 per garantire trasparenza degli appalti in via preventiva e non a cose fatte. Ma poi non se ne è più parlato, fino agli arresti di maggio. Le sue funzioni sarebbero state molto utili a evitare quanto accaduto.

 

– OSPITE RARO, OSPITE CARO

Il turismo italiano non va per niente bene secondo il rapporto di Touring Club e Unicredit che è stato presentato pochi giorni fa a Milano in previsione di Expo. In sostanza sembra che l’Esposizione Internazionale sia l’ultima occasione buona da un lato per invertire la tendenza che ci ha fatto scivolare negli ultimi anni nel ranking mondiale (siamo quinti per numero di presenze dietro a Francia, Usa, Spagna e Cina) e dall’altro per intercettare “nuovi” turisti provenienti dai paesi emergenti.
Anche sul fronte trasporti la polemica impazza: solo tre giorni fa lo sciopero ha praticamente mandato in tilt la città.

– TUTTO FUMO E POCO ARROSTO

Secondo i numeri ufficiali l’Expo ha impiegato 1.300 operai in cantiere (ad ottobre 2014) ed un totale di 4.000 maestranze coinvolte on ed off site e 10.000 lavoratori attivi su scala nazionale ed internazionale. Menzione a parte per i volontari con 7.700 candidature pervenute da 107 nazioni differenti e 130.000 ore di formazione destinate ai lavoratori non remunerati. Un’idea che non è stata per niente gradita dai giovani italiani vessati da una disoccupazione che ha toccato i massimi storici superando il 40%. Il gruppo Facebook “Io non lavoro gratis per Expo” ha oltre 4500 sostenitori e si susseguono le proteste e i cortei in varie parti d’Italia.

– IL TRENO PASSA UNA VOLTA SOLA

Sempre secondo le valutazioni di Assolombarda nell’arco del periodo 2012-2020 i settori maggiormente interessati dall’impatto economico saranno l’industria (c.a. 6 miliardi di euro), i servizi alle imprese (c.a. 4,8 miliardi di euro), il turismo e la ristorazione (c.a. 3,9 miliardi di Euro). Anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sei mesi fa aveva speso parole incoraggianti: «Dobbiamo dare il massimo per essere all’altezza delle aspettative. […] In questi sei mesi possiamo invertire la rotta e cambiare la condizione del Paese. Expo è il motore che permetterà al Paese di accelerare i consumi interni ed è il trampolino per la crescita del nostro Pil».

– CHI LA DURA LA VINCE

Insomma rimbocchiamoci le maniche perché Expo risorga dalle sue ceneri. E soprattutto impariamo la lezione: la corruzione sottrae opportunità perché mina la fiducia degli investitori stranieri nel nostro Sistema Paese. Combattere la corruzione è l’unico modo che abbiamo per ritrovare lo slancio e valorizzare le immense risorse che il popolo italiano ha nel proprio DNA.

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