La Regione e il Comune sospendano i lavori della Centrale Powerflor

 

Il 7 dicembre 2007 il “COMITATO NO CENTRALI” con una petizione popolare indirizzata al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale chiedeva di convocare un Consiglio Comunale straordinario per discutere della Centrale elettrica della POWERFLOR srl e di verificare se l’autorizzazione a costruire non fosse stata rilasciata in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti e in attesa di precise determinazioni da parte dell’Amministrazione Comunale, in sede di autotutela, si chiedeva di adottare tutte le opportune e necessarie attività per la sospensione dei lavori della costruenda centrale.
In attesa della convocazione del Consiglio Comunale, il Dirigente Settore Territorio Ing. Rocco Altomare, il 20 dicembre 2006,prot. N. 62440, risponde alla petizione con le seguenti argomentazioni:
“L’intervento in fase di esecuzione è compatibile con la zonizzazione del P.R.G.C. anche ai sensi del 7° comma dell’art.12 del D.to Leg.vo 387/2003 in quanto connessa con l’attività agricola dovendo servire al riscaldamento ed elettrificazione delle serre della stessa azienda.
L’adozione di provvedimenti in autotutela, nell’ipotesi che ricorrano motivi di pubblico interesse, spetta per competenza all’ente che ha emanato il provvedimento autorizzatorio, cioè alla Regione Puglia.
I volumi connessi all’impianto godono di una procedura autorizzativa speciale dettata dal D.Leg.vo 387/03 e dalla Delibera di Giunta Regionale n.716 del 31.5.05”

Alle argomentazioni dell’Ing. Altomare, il Liberatorio Politico e il “Comitato No Centrali” rispondono con osservazioni che saranno valutate dagli organi giudiziari.
Il D.S.T. citando la compatibilità del progetto alla zonizzazione del PRGC invoca l’art. 12 comma 7  del D.to Leg.vo 387/03 in quanto la realizzazione della centrale elettrica è connessa con l’attività agricola e finalizzata al riscaldamento ed alla elettrificazione delle serre della stessa azienda.
Tale decreto attua la direttiva 2001/77/CE promuovendo la produzione di energia elettrica ottenuta da fonti energetiche rinnovabili. Tra esse  si annoverano certamente le biomasse che nell’art. 2, comma 1, lettera “a” vengono chiaramente definite con la definizione: “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali ed animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”
Con questa definizione si crea già un rapporto stretto tra produzione di biomasse “dedicate” e il loro smaltimento in impianti di produzione di energia. Ancora più specifico è il riferimento dell’art. 12 comma 7 , citato dal D.S.T., che finalizza, la realizzazione di impianti di produzione di energia, anche in zone classificate agricole, alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela delle biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio rurale.
In sostanza la legge promuove la realizzazione di nuovi impianti in zona agricola solo se questi risultino funzionali allo smaltimento delle biomasse prodotte nel territorio e provenienti da colture o produzioni legate alla tradizione agroalimentare del luogo. Tale indirizzo tende a valorizzare le produzioni locali ed a razionalizzare i cicli produttivi realizzando delle economie che possano portare delle ricadute benefiche sulle produzioni.
La centrale  proposta smentisce sostanzialmente buona parte di questi indirizzi:

  1. L’iniziativa parte da un singolo produttore creando beneficio solo ed esclusivamente alla sua produzione e non all’intero territorio.
  2. Il produttore collegato all’impianto utilizza le sue serre per produzione di fiori da recidere, produzione che non costituisce né un riferimento alle tradizioni locali, né un mantenimento delle biodiversità.
  3. Le produzioni locali anche di pregio non sono coinvolte nella produzione delle biomasse per alimentare la centrale.
  4. Gli oli vegetali previsti come combustibile nella centrale non sono prodotti nel territorio.
  5. Le serre collegate nel progetto economico all’impianto non sono confinanti con la centrale e non si comprende pertanto come la stessa possa riscaldarle.
  6. Il flusso di mezzi destinato ad alimentare la centrale con gli oli vegetali non è compatibile con la viabilità territoriale legata ad un utilizzo agricolo e non industriale.

Considerando questi presupposti, la centrale progettata, per la sua dimensione, può a tutti gli effetti essere considerata un impianto industriale con scarso legame alle attività agricole del territorio e pertanto inopportunamente collocata in Zona E (agricola).

In riferimento alla procedura autorizzativa speciale prevista dalla Delibera di Giunta regionale n. 716 del 31/5/05, occorre precisare che essa si attua attraverso la convocazione di una conferenza di servizi atta a coinvolgere tutti i soggetti interessati direttamente ed indirettamente alla realizzazione.
Il Comune di Molfetta, convocato in tale circostanza, aveva il compito di tutelare gli interessi del patrimonio culturale, della tradizione agroalimentare e del paesaggio agricolo anche attraverso il parere delle agenzie operanti sul territorio (Agenda 21, Città sane, Coldiretti,ecc.).
Inoltre, con riferimento al PRGC vigente, essendo il progetto non conforme agli indici previsti dall’art. 42 delle N.T.A. (eccedenza di volumetria e di rapporto di copertura) e in particolare a quanto previsto nell’art. 42.6 (armonizzazione con i caratteri dell’ambiente agricolo da realizzare con l’attuazione della procedura di VIA), non essendo stato predisposto quanto previsto nell’art. 42.8 (realizzazione del piano dell’agro), sarebbe stato opportuno ricorrere alla procedura di deroga prevista nell’art. 42.2, con il coinvolgimento nella decisione dell’intero Consiglio Comunale.
Riveste a tal proposito grande rilevanza la nota dell’Assessorato all’Ecologia della Regione Puglia che, in data 07.01.2008, richiede ulteriori documentazioni sul progetto in fase di realizzazione.
Pertanto, dal momento che la nota dell’Ing. Rocco Altomare non risponde in maniera esaustiva ai tanti quesiti posti in relazione alla realizzazione della centrale termoelettrica della Società Powerflor s.r.l., il Liberatorio Politico e il “Comitato No Centrali” chiedono al Comune di Molfetta e alla Regione Puglia di sospendere i lavori della centrale e di annullare tutte le autorizzazioni rilasciate per la costruzione della Centrale POWERFLOR srl di Molfetta.

8 Risposte a “La Regione e il Comune sospendano i lavori della Centrale Powerflor”

  1. Certo che è davvero curioso come a fronte di un piano regolatore dove nella zona E, un onesto cittadino non ci si può costruire neanche un ricovero per cani, altri possano edificarci una centrale elettrica di media potenza…..miracoli della politica locale.

  2. ma la Ciccolella Holding è sparita? Come mai ora risponde per loro l’Ingegner Michele Amato. E il Partito Democratico del Padre Oronzo cosa ne pensa delle Firme che sta mettendo il figlio?E’ pronto anche a difenderlo?’

  3. Ma cosa si intende per “(produzione di)riferimento alle tradizioni locali”?

    Quattro centrioli e 2 finocchi?

    Caro mio, il giorno che tu sarai sindaco di questa città, solo allora Molfetta potrà dire di aver toccato davvero il fondo.

  4. Il Cittadino ormai si è già fatto un quadro pittosto nitido su questa vicenda.

    Questa armata brancaleone sta ormai diventando un motivo di imbarazzo per l’intera comunità.

  5. Risposta al commento n°3: Sinceramente il fondo l’abbiamo già toccato con i “politici” attualmente presenti ed in carica, rimescolati, indagati e chi più ne ha più ne metta! Se per “toccare il fondo” si intende “fare pulizia di tanta sporcizia”, allora ben venga il candidato sindaco che Lei stesso denomina “Caro mio…” :-)

  6. Tendenzialmente pure io quando sento parlare di “centrali”, mi trovo contrario, nello specifico non saprei risponderti, abitando a Milano. Ti faccio sapere che d’origine sono Pugliese pure io. Tanti saluti. Ciao.

  7. Nell’articolo:”Il WWF: «siamo nettamente contrari al progetto Powerflor»” pubblicato da Molfettalive.it , i dui giornalisti pongono una DOMANDA al dirigente del WWF arrestato martedì 15 gennaio: “Perché il WWF non ha aderito al Comitato NO centrali?”. Sarebbe interessante approfondire tale tematica.

I commenti sono chiusi.

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