L’anno scorso, sempre nel mese di agosto, c’è stato un giovanotto che, senza conoscere chi fosse Cristoforo Brattoli, ha esaltato e promosso l’attività di quest’ultimo come venditore di bibite a Torre Gavetone. L’articolo fu ritirato dal giornale on-line che lo pubblicò e la redazione chiese scusa alla famiglia Carnicella. In questi giorni invece alcune donne, che non hanno nulla a che fare con il signor Brattoli, si sono fatte fotografare e immortalare con il soggetto di cui sopra e il suo motocarro al Gavetone e le foto sono state pubblicate sui profili FB.
Ora, senza voler condannare nessuno, perché bisogna rispettare la libertà di ognuno, ma sarebbe interessante conoscere qual è il senso di un selfie di quattro donne, di cui due molfettesi di sicuro, con l’assassino del sindaco Gianni Carnicella. L’unica giustificazione che si può addurre è l’ignoranza, cioè la non conoscenza di quel signore e della sua storia. Ma non sarebbero da giustificare le decine di altri amici che hanno espresso il loro “like”. Tutto il resto ci deve solo farci vergognare. Perché il rispetto per la memoria di Gianni Carnicella non dovrebbe mai permettere a chiunque tali gesti e queste donne dovrebbero chiedere scusa alla famiglia Carnicella e alla città, e cancellare dai loro profili quelle foto.
Invece il signor Brattoli non merita alcun rispetto perché ha preso in giro tutti i molfettesi; durante il processo “ha perso la memoria”, ha cambiato versione dei fatti e doveva presentare alla città un libro per raccontare tutta la verità sul suo omicidio e fare i nomi di tutte le persone coinvolte nell’omicidio, anche i mandanti. Non ha mai fatto nulla e ha messo su una rappresentazione scenica del suo falso pentimento. Noi aspettiamo, dal 19 agosto 2011 nel 19° anniversario dell’omicidio del sindaco, di conoscere la sua verità.