La fretta, la mancanza di dialogo e condivisione delle scelte provocano solo danni

Si stava ancora festeggiando la liberazione del Duomo dalle auto quando, in un raptus di insicurezza, un assessore malconsigliato ha dato l’ordine di asfaltare quel fazzolettone di strada che ha reso infelice il popolo e non è riuscito a contenere le lacrime di coccodrillo di un’opposizione errante. E allora vai con macchine fotografiche e telecamere a farsi intervistare, dall’alba al tramonto, alla ricerca della luce giusta che facesse risaltare di più la bianca pietra sotto il nero asfalto. Cinque buche “erose, taglienti e pericolose” da chiudere con un manto d’asfalto; “… si trattava di porre sul piatto della bilancia due interessi solo apparentemente contrapposti : da un lato la pubblica incolumità, dall’altro la immediata (ORA e non domani o dopo domani) tutela di essa…”.

Ci incuriosisce sapere chi ha cominciato il gioco del telefono senza fili. Chi ha fatto partire la prima telefonata e chi ha dato l’ordine finale di operare in quel becero modo. Possibile che non ci sia stato un giro di telefonate tra gli assessori competenti? Possibile che l’assessora all’ambiente Rosalba Gadaleta, fino a ieri a fianco di Legambiente e l’assessora Betta Mongelli, attenta cultrice del bello e della salvaguardia dei beni architettonici, abbiano dato anche loro l’assenso per l’asfalto? Noi non possiamo crederci.  Sarebbero bastate 24 o 48 ore di giuste e appropriate consultazioni per giungere ad una soluzione che non doveva prestare il fianco alle opposizioni fino a giungere sui giornali regionali e, poi, a dover recuperare un’immagine di buona amministrazione che con la “liberazione del Duomo” aveva raggiunto un buon livello di gradimento.

images.corrieredelmezzogiorno

Qualcuno doveva contare fino a 10 e non lo ha fatto. Sarebbe bastato poco per prender tempo. Quelle transenne che avete utilizzato per il “post-asfalto” potevano essere utilizzate per il “pre-asfalto“, segnalando la zona con le cinque buche da risarcire. In questo modo si sarebbe ovviato alla preoccupazione dell’assessore alla sicurezza, avreste avuto il tempo (visto che ne avete tanto per scriver su Facebook) di spiegare alla gente che l’incuria del tempo e della cattiva amministrazione aveva lasciato residui di buche “erose, taglienti e pericolose” e che in qualche modo si doveva operare per mettere in sicurezza il sito salvaguardando il bene architettonico. Nello stesso tempo si sarebbe raggiunto un buon risultato politico con la denuncia delle inadempienze della vecchia amministrazione e un gradito risultato di salvaguardia ambientale con la soluzione tecnica migliore, anche se temporanea, per la messa in sicurezza della pavimentazione. Tenuto conto che anche la zona antistante il Palazzo Dogana presentava una vecchia pavimentazione in cemento grezzo misto ad asfalto, gli esperti avrebbero trovato in 24 h un impasto di malta mista che avrebbe evitato quel pugno nell’occhio che ci accompagnerà per un bel po’ di tempo con tutta la coda polemica dell’opposizione di destra. Nel frattempo, comunque, la sicurezza e l’incolumità pubblica, latitano tra le basole accanto all’asfalto del Duomo e per le strade di Molfetta.

 

Una risposta a “La fretta, la mancanza di dialogo e condivisione delle scelte provocano solo danni”

  1. e finalmente la sinistra,impeccabile e puntuale quando si trova all’opporizione,si riscopre sbadata,approssimativa e superficiale nel governo della cosa pubblica.persino dinanzi a situazioni dove sarebbe bastato il semplice buon senso.

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