La città che vorrei, cronaca dell' informazione manipolata

Riportiamo di seguito il resoconto della serata dell'apertura del cantiere del centrosinistra; ognuno di voi potrà scegliere la propria "prospettiva" e potrà giudicare  l' informazine che ci meritiamo. Un solo avvertimento, diffidate di chi fa sparire fatti e persone, la censura e l'informazione padronale in questa città purtroppo esiste da sempre. Sono molti a vendersi per l'inserzione pubblicitaria anche di un emporio diventando servi di chi li paga.
In questo panorama informativo troverete in coda anche il comunicato degli organizzatori della serata…

A voi la cronaca dei fatti, alla ricerca del centrosinistra che vorrei…

157938_160268950681931_892032_nCentrosinistra, cantiere aperto – MolfettaLive.it

C'erano tutte le anime del centrosinistra venerdì nella Fabbrica di San Domenico di Molfetta. Da tempo, hanno ricordato i relatori Giovanni Abbattista, Beppe Zanna e Silvio Salvemini, si sentiva il bisogno di un incontro. Per riannodare quel filo spezzato una decina d’anni fa; in certi casi per tornare semplicemente a parlarsi. 

Si è cominciato dal presente, dalla Molfetta di Azzollini. Un filmato a elencare ciò che non va in città: ambiente, territorio, paesaggio, degrado, ordine pubblico. 

La storia recente delle bandiere rosse molfettesi è fatta di scismi e contrapposizioni. Tanti sono quelli che non si riconoscono nell’amministrazione attuale, ma da qui a camminare insieme il passaggio non è breve. Per questo, il minuto passato in silenzio prima che qualcuno prendesse parola è sembrato lungo, interminabile. A fine serata sarà invece difficile spegnere il microfono. 

Partire dal basso, dalle idee dei cittadini o dall’alto, da un progetto di sviluppo? I presenti si sono confrontati (anche) su questo. Ciò che non sembra giocare a favore di una road map che ora si avvia, è la crisi interna al centrodestra nazionale. In caso di caduta di Berlusconi, a meno di una maggioranza alternativa (lo prevede la costituzione) si dovrà tornare alle urne. Questo potrebbe voler dire per Molfetta una nuova tornata elettorale, con il sindaco dimissionario per potersi ricandidare al Senato. E per il centrosinistra trovare in tutta fretta un candidato.

Se ne saprà di più il 14 dicembre, giorno del voto di fiducia. Intanto, sottotraccia, prosegue il lavorio dei partiti. 

Questa volta – è questo il messaggio principe della serata – alleanze e programmi dovranno essere decisi da tutti. Ciò che accadde a Molfetta nel 1994. Anche allora ci fu un sistema che collassò, e la società civile prese il controllo. Poi la sconfitta. 

Una volta entrata nella stanza dei bottoni (statisticamente quattro volte nell’ultimo secolo) la sinistra non è riuscita ad affermarsi come forza di governo. Perché? Compito degli eredi della tradizione salveminiana comprenderlo. 

Le ricette sono tante. Assieme agli attivisti, hanno preso parola Matteo d’Ingeo, Guglielmo Minervini, Tommaso Minervini. E poi, Giuseppe Filannino, Vito Copertino. 

Ci sono una moderna lettera a San Nicola, la voglia di riconoscersi eticamente l’un l’altro, il superamento del passato, il ritorno a occuparsi dei problemi quotidiani della gente nella sinistra che ciascuno vorrebbe. Ma anche la voglia di rompere gli schemi e tornare nelle strade, in piazza. Lì dove tutto è nato.
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D'Ingeo purtroppo va al cuore della questione – di Francesco Verdesca

Pastetta però è stata fatta. Niente primarie, per il momento. Niente esperienze vecchie che nel passato portarono Di Gioia e Salvemini ad essere candidati sindaci. Salvo colpi di coda all'ultimo momento, in vista della scadenza amminsitrativa.

 

Ci vuole ora più riservatezza. Ma noi del Biancorosso news. it siamo in grado di svelare l’arcano. Aspettiamo comunque le repliche e gli immancabili esclusivi di altri, sulla vicenda politica che sta sviluppandosi all’interno della opposizione e che propone un nuovo astro all’interno del centrosinistra locale.

 

Avrebbero già scelto. I sommi capi, i soloni della politica locale. Il nuovo “paggetto”, che unirà le diverse anime dello schieramento di centrosinistra, se si dovesse andare alle urne in anticipo a Molfetta, pare avere già un’identità ufficiale.

 

Sarà lui a guidare la coalizione contro le truppe di Azzollini, che ovviamente non si ripresenterà. Non è un politico di vecchio lignaggio, non è un amministratore rampante che si è fatto le ossa o nel sindacato o nella vita sociale-cultural chic, ma uno di “noi”. Molto lineare e ababstanza pratico. Un professionista molto preparato, nella sua attività.

 

Certamente rimarrà di stucco Matteo D’Ingeo, che si danna l’anima ed auspica un rinnovamento e una metodologia nuova con i suoi vorrei. (richiesta parzialmente accolta, ma che in buona sostanza condividiamo).

 

Vorrei un centrosinistra deciso a sconfiggere la nostra destra, “sinistra” e arrogante, che abbiamo, purtroppo, già battuto nel ‘94, senza ricorrere all’ormai tipico “vogliamoci tutti bene ora” per battere il nemico comune;

– vorrei un centrosinistra proiettato interamente in un’operazione di rinascimento etico per questa città, in cui ognuno deve fare la sua parte, senza perdere di vista gli oltre sedicimila elettori astensionisti che potrebbero fare la differenza;

– vorrei un centrosinistra deciso a giocarsi la partita finale mettendo in campo il meglio di sé; il meglio delle intelligenze, delle professionalità e delle energie che questa nostra città, offesa e martoriata da gente senza scrupoli, arrogante e affarista, ha ancora da offrire e mettere in gioco; fuori gli indagati, i condannati anche in primo grado, gli affaristi, i collusi e i professionisti della politica; fuori anche chi indirettamente ha conflitti d’interesse familiari e non può sentirsi libero nella propria azione politica quotidiana;

– vorrei un centrosinistra in cui chi ha avuto in passato, responsabilità dirette di governo della città, si metta da parte mettendo a disposizione solo le proprie competenze;

– vorrei un nuovo centrosinistra che non abbia alcuna presenza ambigua e ingombrante con casacche buone per ogni stagione;

 – vorrei un centrosinistra che dica qualcosa sulle mafie di questa città, che avvii una riflessione seria sull’omicidio Carnicella, che si costituisca parte civile nei processi della criminalità di “casa nostra” e per quelli per  voto di scambio, che si pronunci sulla condanna di Pino Amato, personaggio creato dal centrosinistra molfettese;

– vorrei un centrosinistra che si esprima chiaramente sulle ultime vicende giudiziarie che ha visto condannato in primo grado il presidente della cooperativa …;

– vorrei un centrosinistra che si esprima pubblicamente sulla vicenda Powerflor ….

– vorrei un centrosinistra convinto nel dire no alle centrali nucleari, non solo nella nostra regione ma su tutto il territorio nazionale; che dica no all’erosione del territorio agricolo per far spazio a “coltivazioni” di pannelli fotovoltaici;

– vorrei un centrosinistra che dica sì alle fonti di energia rinnovabili ma compatibili e rispettose del territorio; che dica un no convinto alla privatizzazione dell’acqua;

– vorrei un centrosinistra distante dalle lobby imprenditoriali ….;

– vorrei un centrosinistra che non perda tempo a discutere dell’isola felice del “corso Umberto che vorrei” ma che denunci la colonizzazione del nostro territorio da parte della finanza del nord e bresciana che ha distrutto la nostra economia; che denunci l’occupazione del nostro territorio da parte del commercio cinese, dei “Compro oro”…;

– vorrei un centrosinistra che per realizzare tutto questo abbandoni l’autoreferenzialità, apra il recinto delle sigle dei partiti per farci entrare i movimenti, le associazioni, i comitati e quant’altro di buono sia presente sul territorio, abbandoni i tavoli che creano la maggioranza politica numerica fine a se stessa, esca fuori dagli studi professionali e si apra a questa bella città che nonostante tutto noi amiamo ancora.

 

         vorrei un centrosinistra che….

 

 

I puntini di sospensione con i tagli sono nostri. 
 
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La città che vorrei: aperto il cantiere del centrosinistra a Molfettadi Giacomo Pisani

MOLFETTA – Quello di costruire un cantiere del centrosinistra è il tentativo, secondo Giovanni Abbattista (PD), di cominciare a discutere di idee, di evitare di fondare un progetto politico su un calcolo elettoralistico, per far partire una nuova riscossa civile.
E’ stata un’introduzione molto breve quella di Abbattista e di Beppe Zanna (Rifondazione comunista), venerdì sera alla sala Beniamino Finocchiaro, perché l’obiettivo della serata, come ha affermato Zanna, è quello di innescare “un dialogo circolare, consapevole dei problemi”.Per trarre dagli spunti dei cittadini dei progetti che ripensino la bellezza di Molfetta, che considerino la manodopera intellettuale come una risorsa, che colgano l’importanza di una seria politica culturale.
Ma c’è un rischio, come ha messo in evidenza Onofrio Romano, intervenuto nel corso della serata, ricordando la situazione del ’94, a Molfetta. Una situazione in cui si venne a configurare una logica di liberazione dal potere non genuino, finalizzata alla creazione di un’arena neutra, “uno spazio vuoto per fare il proprio gioco”. Ma è proprio a questo punto che i cittadini diventano deboli e si lasciano proteggere dal potente di turno. “I liberi cittadini sono preda dei pescecani. Per questo dobbiamo ripensare il potere, dobbiamo prenderci la responsabilità di governare i processi”.
E forse è mancata proprio una linea di lettura dei processi, da parte di chi si è proposto di raccogliere i bisogni della gente per sistematizzarli in un progetto politico nuovo. I bisogni, restando frammentari, rischiano di disorientare la gente rispetto a una lettura unitaria della situazione cittadina, che non è attanagliata solo dalle macchine che invadono la zona del Duomo o dai centri commerciali.

La società, come ha messo in evidenza Vito Copertino, è animata da conflitti, che riguardano il mondo del lavoro, l’urbanistica, i beni comuni, la cultura. E’ da quei conflitti che bisogna partire, altrimenti i problemi restano sconnessi e inosservate le condizioni a partire dalle quali nascono certi disagi.
Non sono mancati comunque gli spunti interessanti, che hanno messo in evidenza la voglia di ricominciare ad interrogarsi, a confrontarsi, a ripensare una Molfetta a misura di sinistra. 
Gli interventi, numerosi, hanno messo in campo punti di vista spesso distanti, ma mossi da quella che per ciascuno rappresenta l’essenza della città, perdendo di vista la quale le politiche resterebbero vuote, si allontanerebbero dall’idea di un progresso autentico, quello che investe le nostre vite, la nostra storia, e che perEnzo Massari non può essere ridotto ai parcheggi o alle politiche culturali.
Guglielmo Minervini (PD), assessore regionale ai Trasporti,  ribadisce che la gestione dei beni culturali non rappresenta solo un fatto estetico, ma investe anche la visione economica che abbiamo di Molfetta. “La sfida vera è costituita da quello che vogliamo fare di Molfetta”.
E questa visione della città si allarga nelle parole di Tommaso Minervini (Sel), che afferma che a fondamento di ogni progetto deve esserci il “riconoscimento etico dell’altro”, grazie a cui soltanto è possibile sconfiggere il sistema valoriale di Berlusconi.
I bisogni della gente sono al centro degli interventi di Beppe Filannino, di Mauro Brattoli, di Vito Mongelli e degli altri intervenuti, fra i quali Pietro Capursodenuncia alla sinistra di essersi adagiata sugli allori, allontanandosi dalle persone in carne e ossa.
Resta da mettere insieme i pezzi di questo nuovo progetto politico, senza il quale le domande di uno studente, Domenico Vilardi, riguardanti la sostanza di questo nuovo “cantiere” politico, non possono avere risposta.

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Successo per l'iniziativa "La città che vorrei" – 

 

Scritto da Partito Democratico, Rifondazione Comunista e Sel  
 

È stata una Sala “Beniamino Finocchiaro” gremita di cittadini quella che, venerdì scorso, ha fatto da cornice all’iniziativa organizzata da Partito Democratico, Rifondazione Comunista e Sinistra Ecologia e Libertà dal titolo emblematico: “La città che vorrei”.

 

E la straordinaria partecipazione che si è registrata è stata la migliore risposta all’appello pubblico che le forze politiche promotrici della manifestazione avevano lanciato per “aprire insieme il cantiere del centrosinistra”. Un cantiere che – come è stato fatto rilevare negli interventi introduttivi di Silvio Salvemini (SeL), Giovanni Abbattista (Pd) e Beppe Zanna (Prc) – possa riportare la coalizione di centrosinistra, dopo oltre dieci anni, alla guida della città, chiudendo la brutta pagina politica e amministrativa rappresentata dal malgoverno del centrodestra che tanti danni sta arrecando a Molfetta.

 

 

Commercio, economia locale, nuova Capitaneria di Porto, tutela del territorio, rischio idrogeologico, sicurezza, Porto: è davvero lunghissimo l’elenco dei fallimenti collezionati dal sindaco Antonio Azzollini e dalla sua amministrazione che, tra l’altro, stanno costando milioni di euro alle tasche dei molfettesi.

 

Ma le tantissime persone accorse alla Fabbrica di San Domenico hanno anche lanciato un forte messaggio di unità per tutte le forze politiche di centrosinistra a Molfetta che da troppo tempo non si presentavano unite, in un’assemblea pubblica, per presentare e discutere le loro proposte e la loro strategia.

E a fronte di tutto questo – è emerso nel corso della serata di venerdì – spetta al centrosinistra la responsabilità di elaborare una proposta politica alternativa forte e autorevole, attraverso un percorso aperto al contributo di tutti coloro (tra forze politiche, movimenti, associazioni, comitati, singoli cittadini) che vorranno partecipare alla realizzazione di una comune piattaforma programmatica che possa dare risposte efficaci e concrete ai bisogno dei cittadini. Una piattaforma programmatica che, ovviamente, dovrà poggiare su valori e ideali condivisi che possano rappresentare la base per la costruzione di una coalizione che sia capace di voltare pagina e di guardare al futuro, superando anche le divergenze che in passato hanno caratterizzato il centrosinistra. E’ in gioco, infatti, il destino di Molfetta.

“C’è bisogno – spiegano i promotori dell’iniziativa – delle intelligenze, delle competenze e delle idee di tutti coloro che vorranno esserci, e il contributo di ciascuno sarà fondamentale per costruire la città che tutti vogliamo: una Molfetta migliore”.

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