Impianto di compostaggio: Arrivano gli avvisi di conclusione delle indagini

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L’impianto di compostaggio di località Torre Pettine sarebbe stato una “una discarica di rifiuti speciali non autorizzata”. Chi di dovere si sarebbe attivato per l’effettiva bonifica solo dopo l’avvio delle indagini del pubblico ministero tranese Antonio Savasta. Non solo. Il contratto d’appalto per le opere di bonifica con la società consortile a responsabilità limitata “Valori” si sarebbe dovuto risolvere perché il progetto sarebbe stato difforme e più oneroso rispetto a quanto previsto dal relativo bando di Febbraio 2012. E, non da ultimo, si sarebbero sprecati quasi 18mila euro per una consulenza di un avvocato romano definita senza mezzi termini “superflua”. Questi fatti a base delle contestazioni che la Procura di Trani muove a vario titolo a conclusione delle indagini sul sito di compostaggio di proprietà comunale.

L’avviso di chiusura inchiesta coinvolge 3 dirigenti comunali, il dirigente dell’Azienda Servizi Municipalizzati ed il legale rappresentante della Società Azienda Servizi Municipalizzati” ed il legale rappresentante della società romana “Valori”. E cioè, rispettivamente, Vincenzo Balducci, in qualità di dirigente (sino al 3 novembre 2014) del settore lavori pubblici del Comune e responsabile unico del procedimento per l’appalto relativo ai lavori d’integrazione, adeguamento e rimessa in funzione dell’impianto di compostaggio”; Sabina Anna Lenoci, successa ad interim sino al 12 agosto 2014; Lazzaro Pappagallo dirigente dello stesso ufficio subentrato alla Lenoci; Silvio Maria Cristiano Binetti, dirigente dell’A.S.M. Molfetta, direttore dei lavori del sito; Valentino Di Virgilio, amministratore unico della “Valori”.

I primi 4 sono accusati di omissione d’atti d’ufficio e violazione del Decreto Legislativo n. 152/2006 in ambito di tutela ambientale. I 3 dirigenti succedutisi e quello dell’ASM avrebbero omesso di bonificare l’impianto di compostaggio dove sarebbero stati presenti arsenico, antimonio, rame e zinco. Di fatto, per gli inquirenti, una discarica di rifiuti speciali non autorizzata, nonostante i risultati delle analisi disposte dal Comune 2 anni e mezzo fa. A carico di Balducci, Lenoci e Pappagallo viene ipotizzato anche il reato di abuso d’ufficio per aver incaricato un professionista esterno al Comune di verificare quanto concluso da una società marchigiana che non aveva espresso parere di conformità al progetto della “Valori” aggiudicataria dell’appalto per i lavori nel sito di Torre Pettine. Per Di Virgilio l’accusa è, di tentata frode in pubbliche forniture. La “Valori” avrebbe presentato un progetto difforme rispetto al bando d’appalto “con l’effetto di causare criticità e aggravi di spese per opere ulteriori, tali da comportare l’esigenza supplementi di lavori con un ingiusto profitto in favore della Società, derivante dall’incremento dei prezzi, per un importo stimato in oltre 1 milione e mezzo di euro”.

Nei prossimi 20 giorni gli indagati potranno presentare al pm memorie difensive.

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