Il relais extralusso e l’ex pm salvato dalla prescrizione

La dimora, risalente al XVII secolo, a Bisceglie è stata ristrutturata e ampliata. La procura di Lecce contestò abusi – fonte: Chiara Spagnolo – quotidiano.repubblica.it
 
Alla fine è arrivata la prescrizione. A chiudere uno dei processi dell’ex pm di Trani Antonio Savasta, che nel 2019 fu arrestato per corruzione in atti giudiziari insieme all’ex collega Michele Nardi e oggi sta scontando ai domiciliari una condanna a dieci anni. Per quel procedimento inizierà a breve il secondo grado di giudizio, mentre pochi giorni fa si è chiusa a Lecce la vicenda che per prima portò Savasta alla ribalta delle cronache ovvero quella dei presunti abusi edilizi che avrebbero trasformato la Masseria San Felice di Bisceglie in un relais extralusso. Un luogo in cui si sono svolti matrimoni dei rampolli della sesta provincia ma anche feste di magistrati, a cui partecipavano esponenti delle istituzioni, avvocati, professionisti di vari settori.
La dimora, risalente al XVII secolo, negli anni è stata più volte ristrutturata e ampliata. La sua proprietà è stata della famiglia Savasta, che ne aveva affidato la gestione a una società esterna.
Ma sui lavori di ristrutturazione la Procura di Lecce ha acceso un faro in seguito ad alcune denunce e ottenuto il processo per sette imputati, a partire da Antonio Savasta e i fratelli Francesco ed Emilia, coinvolti in qualità di proprietari e richiedenti i titoli autorizzativi; Angelo Sanseverino, amministratore unico della Gestione eventi a cui era affidato l’immobile; Antonio Recchia, progettista e direttore dei lavori; Giacomo Losapio, dirigente Ufficio tecnico del Comune di Bisceglie; Giovanni Misino, responsabile del procedimento. Erano accusati, a vario titolo, di violazione del Codice dei beni culturali, per aver realizzato una struttura turistico alberghiera trasformando quell’immobile di interesse storico- ambientale sul quale vigeva il divieto assoluto di nuove costruzioni, demolizioni e trasformazioni in assenza di validi titoli autorizzativi.
Invece, secondo l’imputazione, in quell’antico complesso le trasformazioni c’erano state eccome. A partire dalla costruzione di una tettoia di 213 metri quadrati, con pilastri e copertura di travoni in legno, per la quale era stata presentata una denuncia di inizio attività presentandola come struttura precaria amovibile in legno. Contestata anche la realizzazione di una sala ristorante, tramite la chiusura di un’altra tettoia, la realizzazione di bagni e cucine, anch’essi difformi da quanto indicato nel progetto.
Abusi che sarebbero poi stati sanati con la complicità di funzionari comunali ovvero Losapio e Misino, i quali avevano seguito l’iter concluso con la sanatoria. Un permesso che la Procura ha ritenuto «illecito, perché fondato sulla falsa rappresentazione dell’esistente», al punto da coinvolgere i dipendenti pubblici nell’inchiesta e poi nel processo. Ulteriori abusi sarebbero stati effettuati anche dopo la sanatoria, con la pavimentazione di aree esterne, la realizzazione di vasche imof, di vani adibiti a spogliatoi, di un grande parcheggio creato al posto di un’area verde. Tali reati sarebbero stati consumati tra il 2011 e il 2013, nel silenzio del Comune di Bisceglie, che nel processo è stato citato come responsabile civile. La vicenda giudiziaria ha avuto alterne vicende e un andamento non certo veloce (anche in virtù dell’emergenza covid) che, alla fine, ha fatto arrivare la prescrizione. Rispetto ad altre questioni inerenti la Masseria San Felice, e al modo in cui sono state svolte le indagini, sono già state presentate alcune denunce alla Procura di Potenza. Della possibilità che Savasta avesse cercato di “risolvere” i suoi problemi giudiziari a Lecce seguendo delle scorciatoie, ha parlato anche il supertestimone Flavio D’Introno, sia in alcuni interrogatori che in una conversazione registrata con Michele Nardi. E considerato che la magistratura lucana ha diversi fronti aperti su ciò che è accaduto negli anni tra Trani e Lecce, è possibile che la storia della masseria non sia ancora davvero finita.

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