La data cruciale è stata il 12 febbraio 2020, giorno in cui quattro sostituti della Dda — Ettore Cardinali, Marco D’Agostino, Fabio Buquicchio e Federico Perrone Capano — hanno interrogato Milella, sentendosi dire che “parecchi avvocati di Foggia e di Bari arrivano direttamente al giudice De Benedictis”. Una rivelazione talmente inquietante da richiedere l’intervento nell’interrogatorio anche del coordinatore dell’Antimafia, Francesco Giannella.
A lui e al procuratore dell’epoca Giuseppe Volpe, nei giorni successivi, i pm hanno inoltrato le segnalazioni relative alle scarcerazioni sospette del clan Parisi, che unite al verbale con le dichiarazioni di Milella hanno formato il primo nucleo del fascicolo inviato a Lecce il 19 febbraio 2020. A marzo dello scorso anno, i pm salentini Roberta Licci e Alessandro Prontera hanno iscritto nel registro degli indagati De Benedictis, Chiariello e altri tre avvocati (tuttora indagati) e nel mese di maggio del procedimento in atto è stato informato il Csm, il Consiglio superiore della magistratura.
La primavera è stata un susseguirsi di comunicazioni fra Bari e Lecce, con le interrogazioni nella banca dati interforze e la scoperta che altri due pentiti, già nel 2010 e nel 2012, avevano parlato delle dazioni di denaro fatte da alcuni avvocati a magistrati in servizio a Bari. Contemporaneamente sono piovute altre scarcerazioni facili, come quella segnalata a giugno dal pm Marco D’Agostino in relazione a Roberto Dello Russo, bitontino che De Benedictis aveva mandato in una comunità di recupero a Trepuzzi nonostante la Procura avesse evidenziato “esigenze cautelari di eccezionale rilievo”.
Le intercettazioni
A rendere più grave il quadro che si stava delineando, in estate sono arrivate le comunicazioni dei carabinieri di Foggia. Che avevano intercettato Della Malva mentre diceva alla compagna “ho speso 30mila euro per comprare il giudice a Bari” e poi mentre parlava con Filippo Mineccia (genero del boss Palermiti) e faceva riferimento a un magistrato che li avrebbe aiutati grazie all’intercessione dell’avvocato Chiariello.
Quelle conversazioni sono state trasmesse dal pm Cardinali e ad agosto sono costate a Della Malva l’iscrizione nel registro degli indagati. A dicembre è stato quindi iscritto Roberto Dello Russo e nel marzo scorso Antonio Ippedico, tutti pregiudicati e clienti di Chiariello. Da settembre in poi, subito dopo il pensionamento del procuratore Volpe, il compito di gestire la delicata vicenda è passato al vicario Roberto Rossi, che ha inoltrato ulteriori atti ai colleghi di Lecce.
Le relazioni della pg
Fra questi ci sono anche alcune relazioni di servizio effettuate in primavera da poliziotti e carabinieri applicati alle segreterie di magistrati della Dda. In due, in particolare, si evidenziava la visita fatta da due avvocati nella segreteria del pm Cardinali, con la richiesta di esprimere un parere su due scarcerazioni di tre pregiudicati e depositarlo in giornata affinché le richieste potessero essere evase da De Benedictis che era di turno. Nella relazione, del 29 aprile 2020, nello specifico, un assistente della polizia evidenziava che due penalisti — indicati con nome e cognome — si erano presentati in segreteria “in violazione delle disposizioni anti-Covid vigenti per l’accesso agli uffici” e avevano chiesto “la trasmissione dei pareri del pm sulle scarcerazioni di tre indagati, per farli avere al gip De Benedictis affinché le evadesse il giorno stesso”.