Capristo si difende: “Sull’ex Ilva tentai di patteggiare per risolvere i problemi ambientali di Taranto”

L’ex procuratore indagato nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Amara: “Ho sempre seguito le regole” fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

“Sulla questione ex Ilva ho tentato un patteggiamento che sarebbe servito per risolvere i problemi ambientali di Taranto”: si è difeso così l’ex procuratore della città ionica (e di Trani) Carlo Maria Capristo davanti al giudice di Potenza che l’8 giugno gli ha imposto l’obbligo di dimora con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Non un interrogatorio ma soltanto dichiarazioni spontanee, affiancato dagli avvocati Angela Pignatari e Filiberto Palumbo.

 – Favori nelle Indagini sull’ex Ilva, arrestato l’avvocato Amara e obbligo di dimora per l’ex procuratore di Taranto Capristo

Sono stati loro, al termine del confronto con il gip Antonello Amodeo, a rimarcare che ” Capristo ha improntato la sua vita di procuratore, di giudice, di pubblico ministero sempre al rispetto delle regole” e che i risultati di carriera siano stati raggiunti ” sempre e solo per merito”. La Procura di Potenza, al contrario, ritiene che la guida della Procura di Trani e di Taranto siano state ottenute grazie alle intercessioni di amici ben inseriti nei palazzi del potere, come l’avvocato Piero Amara, il poliziotto Filippo Paradiso e l’ex consulente dell’Ilva Nicola Nicoletti. Anche lui (assistito dall’avvocato Antonella Quintana) è stato interrogato ieri, così come l’avvocato Giacomo Ragno (assistito dal collega Luigi D’Aluiso).

Il penalista di Molfetta ha ammesso di essere legato a Capristo da un rapporto lungo e di “cordiale frequentazione”, negando però di avere ricevuto trattamenti di favore da lui o dai suoi sostituti e di avere ottenuto incarichi dall’ex Ilva tramite la sua intercessione.

La contestazione riguarda invece una serie di episodi accaduti a Trani, tra cui le pressioni che Capristo avrebbe esercitato sul gip Roberto Oliveri del Castillo per fargli archiviare un’inchiesta in cui Ragno era indagato per usura. Quell’episodio si è tradotto in un’accusa di concussione, che però è già prescritta. In merito al siderurgico, invece, i pm ritengono che il penalista abbia ottenuto inspiegabilmente quattro mandati difensivi da 235mila euro.

L’avvocato non è entrato nel merito dei singoli episodi contestati né il suo legale ha presentato istanza di revoca degli arresti domiciliari, riservandosi di farlo dopo la lettura del fascicolo d’inchiesta: 27mila pagine in cui sono contenute numerose testimonianze – soprattutto di ex magistrati di Trani – relative al rapporto fra Ragno e Capristo e alla sua presenza ingombrante in Procura. Il pm Fabio Buquicchio, per esempio, ha raccontato che il procuratore capo gli faceva domande su indagini in corso anche alla presenza di Ragno. Capristo non si è soffermato sui rapporti con gli ex pm Luigi Scimè e Antonio Savasta né su quelli con l’ex gip Michele Nardi, che invece la Procura lucana considera uno dei suoi sponsor nell’ascesa ai vertici di due Procure. Stando a quanto testimoniato da Savasta, Nardi era al corrente della nomina di Capristo sia prima dell’arrivo a Trani che prima di Taranto.

Davanti al giudice anche l’ex magistrato non è entrato nel merito delle singole questioni contestate ” perché a oggi ancora non abbiamo conoscenza degli atti – hanno detto i suoi avvocati – ma ha comunque dato chiarimenti fondamentali che escludono alla radice le ipotesi che gli vengono contestate nei rapporti delle nomine, soprattutto a procuratore”.

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