Per emulazione, un gruppo di minori, si tuffano in Cala S.Andrea dove c’è un divieto. Si intervenga prima che ci scappi il morto

In questi giorni Cala Sant’Andrea è tornata ad essere agibile, con divieti che scompaiono nel giro di pochi minuti, e con un’attività pericolosa che ci riporta alla mente quel tuffo di un quattordicenne del 28 luglio 2018 che impattò su uno scoglio nascosto provocandogli un  trauma cranico esteso e danni ai polmoni, a causa di un principio di asfissia da annegamento. Le immagini di ieri la dicono lunga sul rispetto dei divieti e della mancanza di controllo da parte della Capitaneria di porto, che è a pochi metri dalla Cala, e delle telecamere di video sorveglianza. Ci sarebbe bisogno d’intervenire nell’immediatezza della telefonata del cittadino che segnala e non dopo parecchio tempo, e comunque la prevenzione dovrebbe essere l’unica arma per evitare possibili incidenti gravi. Per esempio non si capisce perché il nuovo cancello che delimita la zona Militare o demaniale, da poco sostituito, rimanga sempre aperto.

 

Ancora una volta la beffa più odiosa è la fotografia di un’azione che avviene tra il visibilissimo cartello di divieto di tuffi e i minori che utilizzano un segnale di divieto per risalire sul molo dopo aver fatto la gara di tuffi. Il disprezzo per la Legge, per le Regole e per la propria vita.

Ieri un ragazzo, in procinto di tuffarsi, ha perso una ciabatta (non idonea per quell’attività rischiosa) e ha rischiato di cadere sullo scoglio sottostante su cui sono montate delle strutture metalliche pericolosissime.

A completare il quadro c’è la presenza, tra i minori, di un personaggio conosciuto alle Forze dell’Ordine (è lo stesso che ha più volte insultato e minacciato agenti di Polizia Municipale e che scorrazza con la “sua” bici elettrica in lungo e in largo per la città). Nel video, di cui siamo in possesso, appare questo giovanotto che sembra quasi dare consigli ai minori su come tuffarsi di “testa” e offre loro una sua performance non molto corretta. E subito dopo, per emulazione, altri ragazzi violano il divieto di tuffarsi e seguono il loro “istruttore“. 

Chiediamo al Sindaco, al Comandante della Capitaneria di Porto e alle Forze dell’Ordine di intervenire prima che ci scappi il morto.

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