Grumo, 3 gli assassini. Nel video di una banca l’auto del commando

di Carlo Stragapede 

GRUMO APPULA – Le telecamere dell’impianto di videosorveglianza di una banca avrebbero inquadrato un’auto sospetta. Quei fotogrammi, già acquisiti dai Carabinieri, potrebbero rivelarsi utili per la identificazione dei sicari che hanno ucciso Giuseppe Paolantonio, di 24 anni, e Francesco Novelli, di 38. Nessuna conferma ufficiale da investigatori e inquirenti, che lavorano nella massima riservatezza. Secondo indiscrezioni, però, quelle immagini offrirebbero un valido aiuto ai militari, impegnati notte e giorno a caccia della verità. 

Dai primi accertamenti sul delitto emerge uno schema da guerriglia, un piano che non doveva fallire assolutamente. E non è fallito. Con una sola incognita: la presenza della automobilista di passaggio, che si è salvata per miracolo, nonostante i tre proiettili che hanno raggiunto la sua «Fiat Brava» color verde acqua. Della testimone involontaria parliamo in altro articolo: è stata sentita dai Carabinieri nella stessa serata di sabato, per circa cinque ore. 

Lo schema per eliminare Paolantonio e Novelli era stato studiato nei minimi dettagli. Secondo la traiettoria dei proiettili e la posizione dei 10 bossoli – la cui valutazione è affidata all’esperienza del medico legale e perito balistico dell’Università di Bari Francesco Vinci -, due killer sarebbero entrati in azione a piedi, mentre, presumibilmente, un terzo complice li attendeva a bordo dell’auto a motore acceso. I sicari, poi, avrebbero agito «a cravatta», dai due lati rispetto alle vittime, in modo da portare a termine la loro terrificante missione. 

Paolantonio e Novelli si trovavano, in piedi, all’ingresso Nord-Ovest del giardino pubblico, quello più vicino al Palazzo di città. Lì sono stati raggiunti dalla pioggia di piombo, arrivata come una doppia onda mortale, contemporaneamente, dal lato giardino e dal lato di via Immacolata (che conduce al Comune). Insomma i due killer li dovevano cogliere di sorpresa, sparando in doppia diagonale. Con armi semiautomatiche, come è stato accertato. 

Stando ad alcune testimonianze ritenute attendibili, i due bersagli umani erano arrivati in piazza della Libertà, verso le 15. Secondo indiscrezioni, quella era la postazione abituale delle due vittime. Che quasi tutti i giorni trascorrevano mattina, pomeriggio e sera (tolta la pausa pranzo) ai margini della Villa comunale. Per svolgere quale attività? 

Gli inquirenti se lo stanno domandando, allo scopo di delineare il contesto nel quale è maturata la spietata esecuzione: i Carabinieri della compagnia di Modugno (agli ordini del capitano Daniele Dinoi) e del reparto operativo provinciale (diretti dal tenente colonnello Francesco Rizzo) stanno valutando, fra le altre ipotesi, quella che porterebbe dritto all’ambiente dello spaccio di stupefacenti. Un business a quanto pare sempre florido, nella fascia premurgiana. 

Per essere precisi, Paolantonio e Novelli (ritenuto il suo braccio destro, a dispetto dell’età più avanzata) fino a qualche mese fa sarebbero stati soliti posizionarsi all’ingresso Nord-Est della Villa comunale. Come mai avrebbero deciso di cambiare posto? Secondo i bene informati, perché la vicina banca si era dotata di un impianto di videosorveglianza. Parallelamente, anche l’altra agenzia di credito collocata sul lato opposto della piazza aveva installato gli occhi elettronici, recentemente. 

Caccia aperta, quindi, ai tre assassini. Per i militari è corsa contro il tempo. Si parla di alcuni stub già eseguiti nelle ore immediatamente successive al duplice omicidio, anche se la notizia non è confermata. L’autopsia sui due corpi sarà eseguita dal professor Vinci stamattina, alle 9,30, nel Policlinico di Bari. Le indagini sono coordinate dai pubblici ministeri Francesco Cavone (antimafia) e Chiara Giordano. 

Sulla provenienza dei killer nessuno si sbilancia. A Grumo sono in molti a pensare che provenissero da Bari, per le modalità «teatrali» dell’esecuzione. Una ipotesi che però finora non troverebbe riscontri oggettivi. L’area premurgiana è finita spesso sotto i riflettori delle forze dell’ordine, per la presenza di un clan autonomo ma, a quanto pare, non completamente slegato dai gruppi criminali baresi. 

chi erano le due vittime?Giuseppe Paolantonio, magrolino, capelli «a spina» secondo la moda dei giovani, lascia la compagna e un figlio di pochi mesi. Proviene da una famiglia borghese. Suo nonno era stato sindaco di Binetto per anni. Il 24enne ucciso era considerato un personaggio di medio spessore della mala locale. Francesco Novelli, robusto, di origine barese, un passato da sottufficiale in Marina, lascia la moglie, lavoratrice utile saltuaria, e tre figli. Ultimamente, era notato spesso in compagnia di Paolantonio. Sorvegliato, Novelli aveva trascorso un periodo ai domiciliari fino a circa un mese fa. Nelle scorse settimane si era fatto vedere ai Servizi sociali del Comune. Avrebbe espresso preoccupazione per la sua famiglia: «Aiutate mia moglie, tanto io prima o poi ritorno in carcere».

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