Ci avevano visto giusto i Carabinieri della stazione di Giovinazzo a poche ore dalla rapina dello scorso 17 gennaio ai danni di un 23enne di Molfetta lungo via Piscitelli per cui è stata già denunciata una persona: «Il timore – sussurrarono dalla caserma di via Matteotti – è che la potente autovettura rapinata possa servire per compiere qualche altra azione criminosa».
E infatti sabato pomeriggio due pregiudicati sono stati ammazzati davanti alla piazza di Grumo Appula. Poco dopo le ore 16, sotto il fuoco dei killer sono finiti Giuseppe Paolantonio, 25 anni, nato a Bitetto e residente a Grumo e Francesco Novelli, 38 anni, nato a Bari e anche lui da diversi anni residente a Grumo. Entrambi ben noti alle forze dell'ordine.
Sono stati uccisi a un centinaio di metri da Palazzo di Città e dal Comando della Polizia Municipale. I killer sono arrivati a bordo di un'Alfa Romeo Gt. Uno dei sicari è rimasto al volante, l'altro è uscito, si è avvicinato ai due uomini con un revolver calibro nove e ha fatto fuoco nove volte puntando al petto e alla testa delle due vittime.
La fuga, secondo i primi riscontri, non è stata agevole perché il conducente di una Fiat Brava che precedeva l'auto dei killer al rumore degli spari ha abbandonato l'auto fuggendo all'impazzata. Chi ha materialmente premuto il grilletto ha dovuto spostare l'auto per consentire al complice di fuggire. Gli inquirenti sperano che nell'operazione possa avere lasciato tracce.
E, mentre la piazza si popolava rapidamente di curiosi, alcuni dei quali morbosamente armati di telefonino con fotocamera, è cominciata la corsa contro il tempo per inchiodare gli assassini. Non è stato difficile scoprire che l'Alfa Romeo Gt era stata rapinata nei giorni scorsi a Giovinazzo al ragazzo molfettese ed era stata vista nel pomeriggio nei pressi di un forno di Grumo Appula.
All'agguato ha assistito anche un altro testimone che è stato a lungo ascoltato nella locale Stazione dei Carabinieri. Giuseppe Paolantonio è morto sul colpo, Francesco Novelli respirava ancora quando sono arrivati i soccorritori del 118: le manovre di rianimazione tentate sul posto, tuttavia non hanno avuto successo. Le due vittime erano considerate organiche al clan Zonno che controlla il traffico di sostanze stupefacenti nell'area murgiana.