Gli chiede il pizzo, ma l’imprenditore lo denuncia ai carabinieri: in carcere un biscegliese

È entrato in un negozio e armato di pistola ha intimato al proprietario di consegnargli 500 euro se non avesse voluto avere problemi in futuro, dandogli appuntamento in una stazione di servizio: è stato trasferito nel carcere di Trani un 35enne di Bisceglie con l’accusa di estorsione continuata ai danni di un imprenditore locale, aggravata dal metodo mafioso.

Sono stati i militari della tenenza di Bisceglie, al comando del tenente Paolo Petruccelli, a conclusione di una serrata attività investigativa, a trarre in arresto un pregiudicato di 35 anni.

La denuncia dell’imprenditore e l’avvio dell’attività d’indagine

Tutto è partito dalle minacce nei confronti della vittima che si è decisa a denunciare l’accaduto, facendo emergere un modus operandi particolarmente efferato: il delinquente, conosciuto dal titolare dell’impresa, è entrato all’interno dell’azienda estraendo una pistola che ha puntato in direzione del malcapitato, minacciandolo di consegnargli la somma di 500 euro per evitare di avere ulteriori problemi in futuro. Inoltre, gli è stato intimato di effettuare la consegna del denaro qualche giorno più tardi.

Immediate le indagini dei carabinieri con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, attraverso mirati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, sono riusciti a documentare visivamente la cessione di una busta, nel pomeriggio del 29 ottobre. All’appuntamento è andata una collaboratrice dell’imprenditore, pedinata fino alla stazione di servizio sulla SS 16 bis, dove sono riusciti a rilevare il passaggio della stessa dalle mani della donna a quelle dell’uomo.

Intervenuti prontamente per bloccare l’autore del reato, i militari hanno trovato la busta con all’interno 500 euro in banconote da 50 all’interno dell’autovettura condotta dal malvivente, provvedendo contestualmente a perquisire il mezzo e il soggetto al fine di reperire eventuali armi da fuoco.

I successivi accertamenti, di concerto con la competente Direzione distrettuale antimafia di Bari, hanno permesso di rilevare la sussistenza dei presupposti del metodo mafioso nella condotta estorsiva dell’autore del reato, il quale, al termine delle formalità di rito e su disposizione del magistrato di turno, è stato tradotto presso la casa circondariale di Trani, in attesa della convalida da parte del Giudice per le indagini preliminari in sede distrettuale.

fonte: Fabiana Agnello – www.antennasud.com

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