
Fa tappa a Roma il balletto di competenze tra Lecce e Potenza, in relazione al processo che vede gli ex pm di Trani Antonio Savasta e Luigi Scimè imputati per corruzione in atti giudiziari insieme ad altre tre persone.
Il gup di Potenza Lucio Setola ha sollevato il conflitto negativo di competenze e trasmesso gli atti alla Corte di Cassazione, affinché decida una volta per tutte quale giudice deve pronunciarsi su presunti reati commessi negli uffici giudiziari di Trani una decina di anni fa. Se gli atti tornassero a Lecce il processo ripartirebbe davanti alla Corte d’appello e dalle condanne a dieci anni per Savasta e a quattro per Scimè, che sono difesi dagli avvocati Massimo e Riccardo Manfreda, Mario Malcangi e Viola Messa. Se, invece, fosse individuata Potenza come sede idonea, si ricomincerebbe dall’udienza preliminare. L’azzeramento delle condanne di primo grado pare piuttosto improbabile, considerato che la Cassazione si è già pronunciata sul caso parallelo ovvero il conflitto di competenze sollevato da Potenza in relazione alla parte del processo che vedeva come protagonista l’ex giudice Michele Nardi e altri cinque imputati.
Anche in quel caso, era stata la Corte d’appello di Lecce ad annullare le condanne emesse in primo grado, ritenendo che i fatti contestati dovessero essere giudicati in Basilicata per connessione con altri processi in corso, di cui era protagonista l’ex procuratore di Trani Carlo Maria Capristo. Ma da Roma è stato chiarito che è Potenza la sede competente per giudicare reati connessi a quelli per i quali è sotto processo Capristo ma che si riparte dalla sentenza di primo grado.