Fughe di notizie su indagini e pentiti, inchiesta dell’Antimafia a Bari. Il boss: “Sappiamo subito quando uno collabora”

I sospetti dei magistrati trovano conferma nelle carte della Procura di Lecce sull’arresto dell’ex gip Giuseppe De Benedictis di Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Che Petroni aveva collaborato si sapeva già dal secondo, terzo giorno. Noi lo sappiamo sempre quando uno collabora…“: nelle parole pronunciate dal collaboratore di giustizia Domenico Milella in un interrogatorio del febbraio 2020 c’è un’amara verità che la Direzione distrettuale antimafia sta verificando in più di un’occasione, ovvero l’esistenza di diverse fughe di notizie in relazione a delicatissime indagini antimafia.

A dare conferma a ciò che fino a qualche tempo fa era soltanto un sospetto ci sono ora gli atti depositati dalla Procura di Lecce a corredo dell’ordinanza che il 24 aprile ha fatto finire in carcere per corruzione in atti giudiziari l’ex gip Giuseppe De Benedictise l’avvocato barese Giancarlo Chiariello.

Atti infarciti di tentativi da parte di politici, imprenditori, esponenti del mondo della sanità, ristoratori, di avere notizie riservate sulle indagini tramite De Benedictis e alcuni avvocati nonché per mezzo di esponenti delle forze dell’ordine, come il carabiniere Nicola Soriano, indagato nella stessa inchiesta per concorso in corruzione in atti giudiziari e rivelazione di atti coperti da segreto.

Sarebbe stato lui a rivelare all’ex gip di Bari e all’avvocata Marianna Casadibari (collaboratrice di Chiariello) che alcuni pentiti avevano parlato ai pm dei rapporti fra giudice e avvocato, lui a procurare le copie dei verbali e a recepire le sollecitazioni di De Benedictis in relazione a informazioni su altre richieste. E se la verifica dell’esistenza del ‘sistema De Benedictis’ tocca ora alla Procura di Lecce, quella di Bari sta adottando cautele amplificate per evitare che gli uomini dei clan riescano ad avere notizie segrete, come sarebbe accaduto in passato.

Almeno stando ai racconti di Milella. Che, per esempio, in relazione alle indagini sull’omicidio di Fabiano Andolfi — avvenuto a Carrassi nel febbraio 2018 — ha spiegato come Francesco Cascella (arrestato a marzo come mandante, insieme con Vincenzo Anemolo) avesse saputo in tempo reale del pentimento di Emmanuel Petroni e si fosse preoccupato perché gli aveva fatto rivelazioni in relazione a quel delitto.

Come facevano a sapere che Petroni aveva collaborato?“, chiedeva sorpresa la pm Lidia Giorgio nell’interrogatorio. E Milella rispondeva: “Si sapeva dal secondo, terzo giorno, si sa sempre…”.

La fuga di notizie

Sulla capacità degli esponenti di rilievo nella criminalità barese di avere informazioni riservate, del resto, Milella parla anche in un altro interrogatorio: quello del 6 aprile 2020 davanti al pm Federico Perrone Capano, nel quale racconta di avere chiesto all’avvocato Giancarlo Chiariello di verificare se aveva microspie nell’auto e nell’abitazione di Pescara in cui gli erano stati concessi gli arresti domiciliari: “Avvocato — gli dissi — siccome io avevo delle microspie a Pescara, volevo sapere se stavano anche in quella macchina. L’avvocato fece le indagini e disse: ‘No, non ne avevi, te le hanno messe dopo le microspie”.

Che ci siano possibili fughe di notizie, agli inquirenti della Dda di Bari lo rivelano anche i particolari emersi in altre inchieste. Per esempio quella che poche settimane fa si è conclusa con l’arresto di 99 affiliati al clan Strisciuglio. Durante le indagini Saverio De Santis era al corrente di fatti e circostanze che mai avrebbe potuto sapere, perché non ce n’era traccia negli avvisi che aveva ricevuto. “Hanno trovato il kalashnikov, il pentito mi accusa”, diceva De Santis alla madre, mentre le dichiarazioni del collaboratore di giustizia erano ancora segrete.

Oppure basti pensare alla frase di Davide Monti, che nel dicembre 2016 diceva a un sodale “pare si sia pentito Federico Adduci, ha fatto arrestare Ivan e altri ragazzi“. Una volta saputo che alcuni soggetti si erano pentiti, i clan cominciavano a elaborare le loro strategie per screditarli, come ha chiarito ancora una volta Milella.

Nel caso di Petroni, per esempio, Francesco Cascella aveva preparato una versione di comodo da fornire agli inquirenti per giustificare eventuali accuse nei suoi confronti, rivelando di essere l’amante della moglie di Petroni e che quest’ultimo lo accusava per vendicarsi di tale affronto.

Anche nei confronti di Milella, dopo la sua decisione di collaborare con la giustizia, gli ex affiliati avevano cominciato a mettere in giro strane voci: “Dicevano che io mi drogavo, per farmi apparire non credibile, ma io non fumo neanche le sigarette, non ho mai fatto uno spinello, un tiro di cocaina“.

Ma sul fatto che tutti lo temessero non ci sono dubbi, come dimostrano le conversazioni fra Danilo Pietro Della Malva (arrestato con De Benedictis e Chiariello, perché avrebbe corrotto il giudice con 30mila euro per essere scarcerato) e Filippo Mineccia (genero del boss Eugenio Palermiti), che su di lui dicevano: “Quel cornuto sta combinando il casino“.

 

 

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi