Ci sono anche la figlia del vicepresidente del Csm Vietti e Tato Greco tra la persone al centro dell’indagine della procura di Bari che ha portato all’arresto di due imprenditori accusati di dichiarazione fiscale fraudolenta continuata mediante uso di fatture per operazioni inesistenti. Ai domiciliari sono finiti Antonio Turino, legale rappresentante di ‘Sirc Italia srl’, ‘All Service Credit srl’ e ‘All Service Finance spa’ di Bari e Leonardo Vito Rosario Paradiso, titolare delle imprese individuali ‘New Credit Italia di Paradiso Leonardo’ e ‘Real Credit Management di Paradiso Leonardo’, di Ceglie Messapica (Brindisi), ritenute dalla Procura di Bari imprese “cartiere”.
L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Giulia Romanazzi, è stata notificata da militari della Guardia di Finanza al termine di una “prolungata e complessa attività d’indagine – si legge in una nota della procura di Bari – avviata in seguito alla denuncia di una persona che aveva svolto attività lavorativa alle dipendenze delle società amministrate da Turino, disvelando i meccanismi fraudolenti interni alle indicate imprese”. Durante l’indagine è stata acquisita documentazione contabile e bancaria che ha consentito di accertare le presunte condotte illecite compiute tra il 2007 e il 2011. Stando alle indagini della magistratura barese, le società di Turino “costituivano il terminale di numerose operazioni di emissione di fatture prive di giustificazione economica o commerciale, eseguite non solo da Paradiso ma anche da altre imprese e professionisti”. “Attraverso un complesso intreccio di rapporti fittizi e la preordinata emissione di fatture per operazioni inesistenti – spiega la Procura – le società di Turino hanno documentato costi in realtà non sostenuti per ottenere consistenti benefici di carattere fiscale”.
Contestualmente alle due ordinanze d’arresto, la Procura ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a Turino, Paradiso e altre 14 persone, accusate di emissione di fatture per operazioni inesistenti nei confronti delle aziende facenti capo a Turino, riciclaggio e ricettazione, per aver ricevuto titoli di credito e somme in contanti provento del delitto di dichiarazione fraudolenta.
C’è anche l’ex deputato e attuale consigliere regionale pugliese Tato Greco (Ncd) tra le 16 persone a cui la Procura di Bari ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Due dei 16 indagati – gli imprenditori Antonio Turino e Leonardo Vito Rosario Paradiso – sono da oggi agli arresti domiciliari con le accuse di dichiarazione fiscale fraudolenta continuata mediante uso di fatture per operazioni inesistenti. Tato Greco è indagato per ricettazione. I pm inquirenti, Lino Giorgio Bruno e Federico Perrone Capano, hanno stralciato la posizione di altre nove persone inizialmente indagate. Tra queste l’avvocato torinese Maria Margherita Vietti, figlia del vicepresidente del Csm.
Stando agli accertamenti della Guardia di finanza, Tato Greco e suo fratello Francesco, soci fino al 2008 della ‘All Service Finance srl’ dell’imprenditore napoletano Turino, hanno “ricevuto, a fine di profitto, assegni circolari – si legge nel capo d’imputazione – della cui provenienza illecita erano consapevoli”. In particolare, Tato Greco avrebbe ricevuto, nel gennaio 2007, tre assegni da 9.400 euro ciascuno, mentre suo fratello altri 8 assegni, tra gennaio e dicembre dello stesso anno, del valore complessivo di circa 62mila euro. I due rispondono per questi fatti di ricettazione continuata.
Nell’indagine è indagato anche il cosiddetto ‘Madoff’ di Bari, l’imprenditore Francesco Della Noce (imputato in un altro procedimento per aver truffato decine di professionisti), accusato di riciclaggio per fatti relativi all’aprile 2010. “Mediante operazioni di investimento finanziario – contestano i pm – sostituiva con titoli e denaro contante nove assegni (da oltre 10mila euro ciascuno, ndr) della cui provenienza illecita era consapevole.