Guerra ai vaccini, Regione: “Denunciamo i genitori”. Il pm al convegno con il medico censurato dall’Ordine

I genitori che non sottoporranno i loro figli ai vaccini obbligatori verranno immediatamente segnalati al tribunale dei minorenni. La Regione ha deciso di intervenire in questa Grande Paura: dopo il polverone sollevato dalla battaglia delle associazioni e dall’indagine della procura di Trani (inchiesta però che riguarda soltanto il vaccino non obbligatorio), i primi dati parlano già di un calo del cinque per cento delle vaccinazioni. Per questo l’assessore alla Sanità Elena Gentile farà il punto nelle prossime ore con la direttrice del Centro epidemiologico, Cinzia Germinario, per capire come muoversi: “Nessuna polemica, ma non possiamo buttare a mare il lavoro di tutti questi anni” dice l’assessore. La Puglia è infatti tra le prime regioni in Italia per copertura vaccinale, non a caso le malattie sono ormai debellate. «Se esiste una legge, bisogna rispettarla. E la legge prevede che se i bambini non vengono sottoposti ai vaccini obbligatori deve partire la segnalazione al tribunale dei minorenni.

Già nelle scorse settimane, proprio dalla provincia di Barletta, erano arrivate cinque segnalazioni ai servizi sociali perché i genitori si rifiutavano di sottoporre i loro figli alle vaccinazioni obbligatorie. Ma ora le Asl dovranno avere una mappatura chiara di tutti i nuovi nati per essere pronti a fare intervenire i servizi sociali. “Ripeto, non possiamo permetterci tra dieci anni di trovarci con malattie ormai debellate di nuovo tra noi. Non bisogna avere paura e nemmeno dimenticare che le vaccinazioni obbligatorie sono appunto obbligatorie”. Di contro, però, le associazioni come il Comilva (il Comitato per la liberazione dai vaccini) sono serene e assicurano che continueranno a non sottoporre i loro figli nemmeno ai vaccini obbligatori. “E’ già accaduto – dicono – di aver ricevuto le visite dei servizi sociali ma poi davanti ai giudici abbiamo sempre vinto, le accuse sono state archiviate. Quella di non vaccinarsi è una libera scelta”.

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In attesa di capire cosa accadrà nelle prossime settimane, il caso sta diventando sempre più politico. I riflettori si sono accesi sul medico pugliese che c’è dietro questa battaglia, il pediatra Massimo Montinari, il Messia del “no vaccino”. E’ lui a teorizzare che il vaccino esavalente possa in qualche maniera fare da “starter” in alcuni pazienti all’autismo. Una malattia che lui cura (e giura di essere stato in grado anche di guarire) grazie a una cura basata su un’alimentazione senza
glutine e con l’ovotossicologia, una medicina alternativa riconosciuta. “Le mie – ha spiegato ieri a Repubblica – sono tutte metodologie scientificamente provate: da anni però sono sottoposto a un vero linciaggio da parte dei miei colleghi”.

Montinari effettivamente è da decenni nell’occhio del ciclone nella comunità scientifica italiana. Nel 2001 fu sottoposto a un procedimento disciplinare dall’ordine dei medici della Puglia al quale era iscritto (ora non più, dovrebbe essersi trasferito in quello toscano) dopo una segnalazione dell’ordine di Udine proprio per la sua campagna contro i vaccini. Rischiò grosso ma alla fine riuscì a uscirne soltanto con una censura perché davanti ai colleghi raccontò di “non aver mai contestato i vaccini ” che anzi lui “ritiene necessari “, ma di aver segnalato “casi specifici di possibili interventi avversi” dovuti appunto dalla somministrazione di un vaccino.

Una teoria un po’ diversa rispetto a quella raccontata in giro per l’Italia nelle varie conferenze, quando per esempio sostiene che “i vaccini non garantiscano immunizzazioni”. Questi incontri sono organizzati spesso dalle associazioni sparse per l’Italia che portano il suo nome e che af-
fronta spesso con parterre di primo piano nonostante i giudizi molto duri che le sue teorie hanno ricevuto dalla comunità scientifica nazionale e internazionale. A giugno del 2013, per dire, era con il presidente nazionale dell’Associazione medici cattolici italiani, Filippo Maria Boscia a presentare il suo nuovo libro a Firenze; lo scorso anno a Bari al palazzo della Provincia con il presidente, l’oncologo Francesco Schittulli. Fuori dalla Puglia, non sempre però è ben accompagnato: più volte è in foto con quel Gian Paolo Vanoli, una specie di “giornalista esperto in Scienze della Nutrizione e Medicina Naturale” così si presente, convinto fautore delle proprietà “di un bel bicchiere di urina al dì” da bere al e che “quando il vaccino viene introdotto nel bambino, questo poi cresce e cerca di trovare una propria personalità, e se questa viene inibita dal mercurio o dalle sostanze vaccinali che si introducono nel cervello diventa gay”. Insomma…

Nell’ultima sua conferenza pugliese, Montinari si è invece trovato allo stesso tavolo con il pm Michele Ruggiero, lo stesso che oggi ha aperto l’indagine su questa vicenda, invitati dall’associazione di Fabrizio Ferrante, dirigente del Pd regionale che poi ha presentato la denuncia da cui è nata l’inchiesta. In quell’occasione c’è stato un duro scontro tra alcuni medici presenti e Montinari. Ruggiero (che non aveva ancora aperto l’inchiesta) ha provato a dire la sua, come testimonia il video mandato in onda da una televisione locale: “Montinari non ha detto che le vaccinazioni fanno male. Altrimenti mi sarei alzato e me ne sarei andato. Ci sono però moltissimi casi, ha detto, nei quali si sta verificando patologie dopo la somministrazione dei vaccini. Un numero esponenziale registrati in minima parte dai giudici” spiega il magistrato. “Davanti a questo dato dobbiamo interrogarci e i primi dovete essere voi medici che dovete dare, con le Asl, un’informazione complete e onesta non facendo passare gli obbligatori per facoltativi. Io, per esempio, dopo stasera i vaccini facoltativi ai miei figli non li faccio fare più”.

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