Fasano: la prof in carcere in Australia per droga oggi studia da avvocato

fonte: Giovanni Longo – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Nel carcere di Melbourne sta scontando una pena a dieci anni di reclusione per traffico internazionale di droga, anche se lei ha sempre sostenuto di essere stata incastrata e che di quei cinque chili di cocaina trovati in valigia dalla polizia federale australiana nel febbraio 2017, non ne sapeva davvero nulla. A oltre 15mila chilometri di distanza, nella ex sezione distaccata del Tribunale di Modugno, è iniziato ieri, dopo un primo rinvio per difetto di notifica all’imputato, il processo nei confronti del suo ex marito, accusato di averla gravemente maltrattata. Elisa Salatino, 41 anni, detenuta nell’altra parte del mondo, a febbraio sarà virtualmente in aula a Modugno, collegata in «videolink», una sorta di skype, per essere sottoposta ad esame. Il giudice monocratico del Tribunale di Bari Anna Perrelli, infatti, ha detto sì alla costituzione di parte civile della prof, originaria di Fasano, ormai ex docente dell’istituto Marconi di Bari. La costituzione come parte civile è stata resa possibile grazie alla nomina e alla procura speciale, firmata da Elisa a favore dell’avvocato Gabriele Contini, autenticata dalla rappresentanza consolare italiana in Australia.

Del resto, dal processo iniziato ieri a Modugno in cui la prof. è stata ammessa parte civile, emergono tutte le debolezze, le fragilità e le sofferenze subite prima di quel lungo viaggio. Stando alle indagini coordinate dal pm Savina Toscani, infatti, Vincenzo Capuano, 38 anni, durante la convivenza con Elisa, «poneva in essere una serie di condotte persecutorie ed estorsive consistite in continue richieste di denaro per acquisto di sostanze stupefacenti, adottando un atteggiamento sia fisico che verbale, violento, impedendo alla persona offesa di uscire e di usare il telefono e, quindi, anche di documentare clinicamente le violenze subite». Eccolo il clima in cui la docente, secondo la stessa Procura di Bari, è stata costretta a vivere durante il matrimonio. Un quadro che sembra coincidere con il racconto che i suoi famigliari fanno di lei e con quanto risulta da lettere e telefonate dal carcere di Melbourne. A giudizio c’è anche la madre di Capuano, ex suocera di Elisa, accusata di violenza privata: nel periodo da gennaio 2014 ad agosto 2016, avrebbe preteso che Elisa mantenesse il figlio, minacciando di ricorrere a «presunte conoscenze della provincia barese in grado di: “fargliela pagare”».
Con questo stato d’animo, dunque, tra sofferenza e speranza, Elisa «accetta un regalo di un amico»: un viaggio in Australia. Doveva essere l’inizio di una nuova vita, è diventato un incubo. Ma ora Elisa prova a voltare pagina. Studia, ha imparato l’inglese e pensa a cosa farà una volta scontata la pena. Chissà, forse diventerà avvocato.

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