Dopo le primarie, il Liberatorio Politico chiede un confronto sulle emergenze ambientali

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Cinque anni fa, durante la campagna elettorale per le primarie, introducendo Vendola in un incontro pubblico a Molfetta, e prendendo in prestito "la grammatica della fantasia" di G. Rodari, paragonai la caduta di Nichi, nel nostro microcosmo politico, ad un " sasso nello stagno".

Uno straordinario evento che rompeva la monotonia, la pigrizia, il piattume e la routine del nostro sonnecchiante mondo politico. Quella novità, cascata con forza nella palude della politica, aveva costretto tutti a reagire ad una vera e propria provocazione. Quella caduta agì in profondità nelle coscienze. Man mano che cadeva suscitava altre sensazioni e, quando toccava il fondo della palude, sconvolgeva anche la fanghiglia e la sabbia ormai putrefatta restituendo oggetti dimenticati e sepolti. Innumerevoli eventi sono stati registrati in tempi brevissimi che anche a volerli contare, non si potrebbe elencarli tutti senza omissioni.

Ancora oggi subiamo gli effetti di quella caduta. In questi anni abbiamo subìto altre cadute di “sassi”, ma si è trattato più che altro di macigni nefasti, vedi la vittoria di Lillino Di Gioia alle primarie farsa, in cui furono assoldate truppe cammellate di ogni sorta. Qualcuno potrebbe obiettare che non si può paragonare Nichi Vendola a Lillino di Gioia, non v’è dubbio, non esiste alcuna possibilità di paragone personale, politico e culturale, entrambi però sono caduti nel nostro stagno, provocando reazioni contrarie, riflessioni, dibattiti, abbandoni, dimissioni, scissioni, commissariamenti di partito; ma soprattutto hanno portato una nuova consapevolezza d’identità culturali e politiche che sembravano fino ad oggi disperse negli ingranaggi della farraginosa macchina politica.

Dal 2005 ad oggi, quegli eventi continuano a sconvolgere lo stagno politico molfettese ormai privo di quiete. Con queste primarie lampo e con la candidatura di Nichi Vendola, solo con(tro)tutti, le coscienze sono state risvegliate bruscamente con la voglia di realizzare i loro sogni, rimasti nei cassetti, insieme a qualche utopia.

Nikita il rosso ha stravinto sfidando il padre padrone del Partito Democratico D’Alema e, salutando il popolo della “Fabbrica”, aveva scandito bene il suo obiettivo politico senza peli sulla lingua: " E’ la destra che voglio combattere… e non solo quella di Berlusconi, ma anche la destra che è nella sinistra".
I riferimenti erano espliciti e la destra della sinistra è quella dei “signori degli inciuci”, quella parte politica che dal “compromesso storico” PCI-DC, passando dalla fusione della MARGHERITA con i DS, oggi cerca il partito di Casini perché è convinto che il cambiamento di questo paese, e la sconfitta del Berlusconismo, possa passare dai tavoli di concertazione, dalle formule numeriche delle alleanze, dai compromessi sulle leggi “ad personam” che salvano anche la feccia politica di sinistra e i vari “furbetti del quartierino”.

Domenica 24 gennaio 2010 ha vinto la democrazia, la cittadinanza attiva, la partecipazione dal basso, la difesa del bene comune, la voglia di cambiamento e, perché no, un pizzico di follia. Nichi ha sconfitto l’idea ragionieristica della politica che da oltre 30 anni ha distrutto la “sinistra” storica.
E’ giunto il momento di mandare a casa i professionisti e i ragionieri della politica che troppo spesso hanno trasformato i partiti in agenzie di collocamento, affollate da creditori impazienti di riscattare piccole e grandi poltrone, convinti di detenere in modo permanente il monopolio legittimo della rappresentanza. I partiti non possono più pretendere il monopolio della rappresentanza politica, ma devono accettare la sfida della competizione e del confronto con la cittadinanza.

Se la difesa del bene comune è uno dei punti cardine del programma del candidato Governatore, il Liberatorio Politico chiede a Nichi Vendola di confrontarsi con i partiti, movimenti, associazioni e comitati che negli ultimi anni, a Molfetta, hanno lavorato su varie emergenze ambientali (la centrale elettrica Powerflor, il dissesto idrogeologico, la nave dei veleni Alessandro I, alga tossica e residuati bellici, il piano delle coste, l’inquinamento atmosferico, ecc) elaborando con loro un programma di governo che preveda la salvaguardia del territorio per evitare che venga ulteriormente saccheggiato e avvelenato.

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