d'Ingeo critica Guglielmo Minervini e sminuisce la minoranza

Il parere del leader del Liberatorio sui fatti caldi della politica molfettese.
Maurizio Altomare

da www.molfettalive.it

 

Negli ultimi tempi, due vicende stanno caratterizzando la scena politica: le dimissioni o meno di Guglielmo Minervini da assessore Regionale e l’arresto del consigliere comunale Pino Amato

Il leader del Liberatorio Politico dice la sua su questi temi, parlando delle motivazioni che hanno indotto i cinque consiglieri regionali della Margherita a negare la fiducia a Minervini, per poi passare a criticare l’attuale minoranza in consiglio comunale ed alcuni volti noti della politica molfettese.


Salve professore, iniziamo dal caso Guglielmo Minervini. Cosa ne pensa di questa vicenda ed in particolare della posizione presa contro Minervini da parte dei cinque consiglieri regionali della Margherita?
Se dovessi rispondere pensando ad una dinamica dialettica politica  direi subito che siamo nella norma, ma senza giustificarla. Si tenga conto che in prossimità di scadenze congressuali importanti o di grandi trasformazioni di gruppi politici, le dinamiche interne diventano più cruente e tendono sempre a rompere gli equilibri di questa o quella corrente per conquistare la maggioranza che deve poi decidere e gestire le sorti di un partito o di una coalizione.

Sarebbe diverso il giudizio se dovessimo leggere, altro, tra le righe della lettera dei cinque consiglieri della Margherita con cui chiedono le dimissioni degli assessori Minervini e Russo e del capogruppo Cappellini. Mi sembra di aver compreso che tra gli assessori e i consiglieri di maggioranza che fanno parte della Margherita sia venuto meno il rapporto di fiducia. Tradotto in maniera spicciola cosa vuol dire, che i grandi predicatori di trasparenza e partecipazione cambiano il pelo e non il vizio.

Cosa vuole farci intendere?
Vuol dire che evidentemente i consiglieri di maggioranza non sempre vengono consultati per le grandi scelte di governo e spesso e volentieri le proposte di delibere arrivano in Consiglio Regionale solo per essere approvate con l’inossidabile metodo degli “yes man”. Questo è un “ricorso storico”! 



Se oggi a Molfetta stiamo subendo un governo di centro destra capeggiato da un ex comunista, e un centro sinistra senza identità, in agonia, lo dobbiamo soprattutto all’operato dell’ex sindaco Guglielmo Minervini e alla frattura che ci fu, dalla metà degli anni novanta in poi, tra la Giunta e i suoi consiglieri comunali da una parte, e tra i partiti e gli elettori dall’altra. Questi furono i motivi per cui il sottoscritto, per esempio, uscì dalla stessa maggioranza che aveva contribuito con successo a far vincere le elezioni del ‘94.

E nello specifico quali furono i motivi che la indussero ad uscire dalla maggioranza?
Quando un Sindaco, o amministratore in genere, tradisce il patto sottoscritto con gli elettori non può essere più credibile e deve dimettersi senza cercare altre strade, altre maggioranze che ti condizionano nelle scelte di governo e ti tradiscono per meri interessi personali o di poltrona. Da allora non è cambiato nulla; è inutile continuare a sbandierare la democrazia partecipata o la trasparenza amministrativa come slogan, e poi nei fatti…!?!

Che idea, invece, si è fatto dell’operato dell’opposizione attuale? Nella minoranza in Consiglio Comunale chi “salverebbe” e chi “annegherebbe”? Perché?


Perché esiste un’opposizione? Spontaneamente mi verrebbe di rispondere così, non perché non voglia assumermi la responsabilità di “salvare” o “annegare” qualcuno, per carità! Ma dal punto di vista politico è così. Raramente seguo le sedute di consiglio comunale, per scelta,  ma la cronaca che voi ed altre agenzie d’informazione riportate egregiamente, mi convince sempre di più dello scollamento che esiste all’interno dell’opposizione e della totale assenza di una identità comune.

Ricordo ancora le parole del consigliere L. di Gioia durante il dibattito sulla emergenza criminalità, che accusava il Presidente Camporeale di voler zittire e imbavagliare la minoranza; io sono del parere che l’attuale minoranza di opposizione, non solo, non può rappresentare alcun progetto politico futuro per il centro sinistra, ma è auto-imbavagliata e auto-censurata.

Su tanti provvedimenti che giungono in aula, non potranno mai avere un atteggiamento e voto unanime (salvo rarissime occasioni ) perché, a turno, uno o più consiglieri non possono esprimersi liberamente perché condizionati o direttamente coinvolti dal punto di vista amministrativo e politico.

In queste ore o giorni, l’opposizione potrà mai emettere un comunicato stampa forte e unanime sull’arresto di Pino Amato? Lo potrà fare qualche consigliere che insieme a Guglielmo Minervini ha coccolato e fatto crescere il personaggio Pino Amato? O qualche consigliere che è passato da destra a sinistra ma che era organico alla maggioranza di Pino Amato? . Lo potrà fare Tommaso Minervini che era suo Sindaco e non ha controllato abbastanza il suo operato assessorile?

Non ha ben visto le dichiarazioni dell’ex Sindaco Tommaso Minervini?
Io non sono affatto d’accordo con le dichiarazioni dell’ex sindaco che stimo come amico, ma il suo invito a non emettere facili giudizi e a “promuovere una politica alta che prepari gli scenari positivi per il futuro”, mi suona tanto come il “vogliamoci bene, chi ha dato ha dato, e chi ha avuto, ha avuto”.

Certo! E’ più comodo e facile così, demandando alla giustizia il suo corso.  Penso, al contrario, che la politica debba evitare che la giustizia si occupi il meno possibile dell’operato opaco di amministratori e funzionari pubblici. Purtroppo, se oggi avviene, vuol dire che la politica ha sbagliato e deve accettare i giudizi severi degli elettori che devono essere i protagonisti della politica, senza subirla.

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