fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it – di ANTONELLO RAIMONDO
Chiamatela pure l’ennesima «giancasprata». Che stavolta, ineffabile più che mai, riesce a far perdere la pazienza finanche a un uomo tradizionalmente mite come Antonio Decaro dopo aver pugnalato alle spalle e attentato alle coronarie di migliaia di tifosi del Bari. La convenzione del «San Nicola» è in scadenza ma ieri sera, attraverso una pec indirizzata al sindaco del capoluogo, il fantasioso ex patron biancorosso ha fatto sapere di non essere disposto a restituire lo stadio in virtù di un ricorso, ancora in piedi, che potrebbe rimettere in discussione la vita del suo club che, putroppo, è invece ormai cancellato dalle geografia del calcio che conta proprio in virtù della scellerata gestione dello stesso Giancaspro, l’anticamera del fallimento.
Decaro è un fiume in piena. In un crescendo emotivo senza precedenti: «Le dico di più, se domani (oggi, ndr) non dovessi riavere lo stadio sono pronto a un’azione di forza. Manderò i vigili a casa di Giancaspro per riprenderci le chiavi. E penso di accompagnarli personalmente. L’unica strada sarebbe una nuova proroga. Ma io non ho i tempi per concederla oltre che le argomentazioni». E neanche tanta voglia, vero sindaco? «Con l’avvocatura valuterò un’azione legale verso Giancaspro per danni d’immagine alla città», l’ultimo affondo dell’Antonio furioso. Con i baresi che, idealmente, battono le mani.
LA DIFFIDA: IL 1 AGOSTO LASCI – Il Comune di Bari «intima il rilascio» dello stadio San Nicola, compreso l’antistadio, «per la data del 1 agosto ore 9.30». È quanto si legge della ripartizione Sport del Comune inviata in queste ore alla Società Football Club Bari 1908 spa, presieduta da Cosmo Giancaspro, e per conoscenza, a sindaco, assessori, dirigenti e Avvocatura comunale.
Nella diffida si ricorda che, con deliberazione di Giunta comunale del 29 giugno, si concedeva proroga sino alla data del 30 luglio per l’utilizzo in concessione dello stadio e antistadio San Nicola. «Lo spirare di tale data – si legge nella nota – rende, evidentemente, l’eventuale ulteriore occupazione dell’immobile priva di ogni titolo autorizzativo, con conseguente espresso divieto di manomissione e asportazione di qualunque bene o dotazione impiantistica». La diffida si è resa necessaria dopo la nota del 27 luglio scorso inviata dal presidente della società, ora in liquidazione, Cosmo Giancaspro, con la quale «si contesta l’intimato rilascio dell’impianto (già sollecitato dal Comune con due precedenti diffide, ndr), asserendo vaghe ragioni a sostegno». Tali ragioni risiederebbero nel ricorso che sarà discusso domani, presentato dalla società sportiva al Coni per la riammissione al campionato di serie B e per non svincolare i giocatori tesserati.
Intanto il primo agosto si discuterà dinanzi al Tribunale di Bari la richiesta della Procura – che ha chiesto il fallimento della società – di sostituzione del Cda e di Giancaspro con altro organo amministrativo.