Da noi la mafia arriva con il carrello

 
 

di Giorgio Ruta e Francesco Ruta (www.liberainformazione.org/…)

Il nuovo business della mafia si concentra attorno ai centri commerciali e alla grande distribuzione. E la mafia, forse, arriva sui carrelli anche in provincia di Ragusa. Come funghi spuntato anche nell’area iblea, centri commerciali e ipermercati: enormi, forse sproporzionati. Ma c’è un giro d’affari così ampio da giustificare questi investimenti? Forse si, vista la ricchezza della nostra provincia, ma qualche dubbio sorge. A Modica nel raggio di poche centinaia di metri sono situati tre centri commerciali: la Galleria Solaria, Al Plaza Shopping, e la neonata costruzione dall’altra parte della strada. Gli ultimi due sono stati costruiti da Cappello Raffaele. L’ultima novità per la città della contea è la costruzione del centro commerciale La Fortezza, sulla Modica – Ispica, vicino la zona artigianale di C.da Michelica.

La struttura presentata in pompa magna al teatro Garibaldi, con tanto di saluto del sindaco Buscema, dovrebbe ospitare settantacinque negozi su due piani, sparsi in sessantottomila metri quadrati di superficie, con millesettecento posti auto. Manco a dirlo, l’ennesimo schiaffo alla campagna modicana, sempre più violentata. Il mega impianto è realizzato dalla Sercom spa del gruppo calabrese Russo, proprietario anche della Rivazzurra srl, titolare di supermercati DiMeglio, e della Cibus srl, società di ristorazione. Fin qua nessuna anomalia. Ma la storia della società calabrese presenta qualche neo. Infatti, la Sercom si occupò dei lavori del centro commerciale La Vigna, a Castrofilippo nell’agrigentino. La società del gruppo Russo acquistò per 4 milioni di euro le autorizzazioni e i terreni da una società di Canicattì riconducibile a persone “vicine” a Cosa Nostra. Quest’ultima società aveva precedentemente acquistato i terreni situati in contrada Cometi e aveva avviato le pratiche per la concessione edilizia.

Ma c’è di più. Ai lavori, realizzando ingenti guadagni, avrebbero partecipato alcune imprese di soggetti vicini al boss mafioso di Campobello di Licata, ritenuto il numero uno di Cosa Nostra nell’agrigentino e – prima del recente arresto – fra i 30 ricercati più pericolosi d’Italia, Giuseppe Falsone. Da quanto riportato dal giornalista Antonio Mazzeo, da indagini e soprattutto grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Beniamo Di Gati si è scoperto che uomini appartenenti alle cosche locali avrebbero realizzato ingenti investimenti nei lavori edili, partecipando alla progettazione e alla realizzazione del centro commerciale.

Per questo fu disposto il sequestro dell’impianto, poi revocato a fine 2008 per “l’estraneità della Sercom alle indagini dell’inchiesta Agorà e del legale rappresentate Rosario Russo , ascoltato solo come “persona informata sui fatti””.  Addirittura per la costruzione de “La Fortezza” il gruppo calabrese ha proposto un protocollo di legalità per non ricevere infiltrazioni mafiose. Ma pare che l’orientamento della Prefettura, a cui spetta il compito di accordare il protocollo, sia negativo. Per quale motivo? Forse l’impresa non possiede tutti gli elementi della limpidezza? Chissà, intanto gli occhi sono puntati sulla Sercom e sull’inchiesta di Agrigento. Intanto, possiamo rivelare che è in corso un’inchiesta sui centri commerciali nell’area iblea, nata da una precedente inchiesta sul centro commerciale ragusano “l’Ibleo”. Grandi interessi, a volte poco limpidi, si annidano sui mega store. Si fa avanti la mafia legalizzata. Altra infiltrazione mafiosa in provincia pare ci sia stata  in alcuni super e iper mercati.

In particolar modo quelli con il logo Despar o Eurospar. In provincia sono presenti a Modica, Comiso e Ragusa e sono di proprietà dell’Aligrup Spa riconducibile a Sebastiano Scuto. Dal 2001 la società è sotto il controllo dell’amministrazione giudiziaria. Ma chi è Sebastiano Scuto? Nella relazione annuale, del 2008, sulla ‘ndrangheta della Commissione parlamentare di inchiesta, realizzata da Francesco Forgione, si parla della società G.D.S. srl, con sede a Salerno, di cui “è socio anche Salvatore Michele Scuto, figlio di Sebastiano Scuto che ha precedenti per associazione per delinquere di tipo mafioso e secondo la Direzione nazionale antimafia verosimilmente affiliato alla potente famiglia mafiosa dei Laudani di Catania”. Intanto la Despar nella Sicilia Occidentale è stata controllata da Gricoli indagato per essere il prestanome di Matteo Messina Denaro. Da recenti indagini si scopre che il commercialista di Gricoli è tale Vito Stallone, presidente del collegio sindacale della Feudo Arancio. Matteo Messina Denaro – Gricoli – Stallone: destinazione Ragusa.

da Il Clandestino

 

 

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