Corruzione elettorale a Bari, nuova scossa. Ai domiciliari anche il sindaco di Triggiano e Sandro Cataldo. Si dimette assessore regionale Maurodinoia, lascia anche il Pd

Tra gli arrestati il primo cittadino Donatelli (obbligo di dimora per moglie e figlio) e il consigliere della circoscrizione Armando De Francesco. In carcere ex assessore di Grumo – fonte: Massimiliano Scagliarini – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Alessandro Cataldo, marito dell’assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia (che è indagata ed è stata perquisita dai carabinieri), e il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, sono tra le persone finite ai domiciliari stamattina nell’ambito di una inchiesta della Procura di Bari per associazione a delinquere che riguarda le elezioni a Triggiano e Grumo e le elezioni comunali di Bari. Le persone arrestate in totale sono 10, di cui una in carcere (l’ex assessore di Grumo, Nicola Lella), 7 ai domiciliari (anche Giovanni Lavacca, Alberto Leo Perrelli, Piergiorgio Andrea Perrelli, Vito Perrelli), e due divieti di dimora. In conseguenza della perquisizione l’assessore Maurodinoia si è dimessa. Il governatore Michele Emiliano ha accettato le sue dimissioni.

Cataldo è da sempre considerato uno dei portatori di voti del centrosinistra con la lista Sud al Centro. L’accusa scrive nella richiesta di misura che ha svolto “un ruolo di vertice” nell’ideazione e organizzazione del meccanismo per acquistare voti a favore dei candidati della sua lista nei Comuni di Triggiano e Grumo Appula. Anche nella imminente campagna elettorale per il Comune di Bari Cataldo è stato impegnato attivamente fino a ieri a sostegno della coalizione in carica. 

Ai domiciliari anche un consigliere circoscrizionale di Bari della lista «Sud al Centro», Armando De Francesco, riconducibile a Cataldo. Per la moglie e il figlio del sindaco di Triggiano (eletto nell’ottobre 2021 con una giunta di centrosinistra) è stata disposta la misura del divieto di dimora. Nei confronti della Maurodinoia è invece in corso una perquisizione delegata ai carabinieri. Negli atti Cataldo viene definito «il deus ex machina di un collaudato sistema per comprare voti». Vito Perrelli, avvocato, ex consigliere comunale di Triggiano oggi finito ai domiciliari insieme ai due figli con l’accusa di aver messo su il “database informatico/anagrafico” dei voti da comprare, è un ex assessore alla Provincia di Bari (con il centrodestra) ed ex vicesindaco e assessore di Triggiano, che ha svolto il ruolo di mandatario elettorale della Maurodinoia alle elezioni regionali la cui moglie Rosa Pastore (non indagata) è stata poi nominata su indicazione di Cataldo e Maurodinoia alla guida della Stp (società trasporti provinciale) di Bari.

Della lista di Sud al Centro faceva parte, al momento dell’arresto del 26 febbraio, la consigliera comunale Mari Lorusso, finita ai domiciliari per scambio elettorale politico-mafioso mentre il marito Giacomo Olivieri è finito in carcere. 

Il fascicolo è coordinato dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dai pm Claudio Pinto e Savina Toscani. Le misure sono state disposte dal gip Paola De Santis.

IL SISTEMA ANCHE A GRUMO

L’indagine avrebbe accertato che un sistema analogo a quello di Triggiano era già stato applicato nel settembre 2020 per le elezioni di Grumo Appula. In quel caso, il risultato da raggiungere sarebbe stata la  rielezione dell’allora assessore alla Sicurezza, Nicola Lella, finito in carcere oggi e già arrestato nell’agosto 2021 per estorsione a un imprenditore. Tra i gravi indizi di colpevolezza raccolti ci sono due fogli sui quali era riportato un elenco di cittadini/elettori già “catalogati” per cognome, nome, data di nascita, cellulare, e sezione elettorale; agli stessi doveva essere versata la somma di 50 euro, quale corrispettivo per l’avvenuto acquisto del propriovoto. In corrispondenza di più nominativi era stato già trascritto un “ok” per certificare l’avvenuto ritiro della somma pattuita.

I VOTI COMPRATI A TRIGGIANO “PER 50 EURO”

L’indagine parte dal ritrovamento, il 6 ottobre 2021, in un cassonetto per l’immondizia di San Giorgio, di “frammenti di fotocopie relative a documenti d’identità e codici fiscali di cittadini triggianesi”. L’ipotesi di reato è corruzione elettorale: il gruppo coordinato da Cataldo avrebbe acquistato voti per 50 euro a favore del sindaco Donatelli e di altri due consiglieri comunali, Angela Napoletano e Antonio Fortunato (entrambi indagati). Chi accettava l’accordo avrebbe dovuto consegnare copia dei propri documenti d’identità e della scheda elettorale per consentire un preciso conteggio dei voti, sezione per sezione. La verifica veniva effettuata nel corso delle operazioni di spoglio dove vari “gregari” degli organizzatori controllavano se l’elettore si era effettivamente recato al seggio e poi, nello spoglio, controllavano il numero delle preferenze “acquistate” rispetto a quelle attese. 

L’indagine nasce da quella su Carlo De Giosa, consigliere eletto nel 2019 al Primo Municipio di Bari, che avrebbero pagato 25 euro a voto. Anche De Giosa era rappresentante di Sud al centro, il partito che portò a Maurodinoia 6.234 voti alle Comunali di Bari del 2019 e 19.700 voti alle Regionali del 2020.

 

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