Continua l’inchiesta «Chiavi della città» che avrebbe fatto emergere l’esistenza di un presunto comitato di affari illeciti, gestito dal molfettese Cosmo Giancaspro

«Chiavi della città», il 12 febbraio la decisione del gup di Trani

Ha reso dichiarazioni spontanee nel corso dell’udienza preliminare, per dichiarare la propria estraneità ai fatti contestati. Si tratta dell’ex segretario generale del Comune di Trani, Carlo Casalino, imputato nel procedimento «Chiavi della città», che ipotizza intrecci penalmente rilevanti fra calcio e politica per farti risalenti ad un periodo compreso fra 2017 e 2018.

IL SEGRETARIO – Uno dei capi di imputazione, vede al centro una delibera della giunta, per l’affidamento in concessione dello stadio comunale, «della quale sono stato semplicemente il segretario verbalizzante – ha chiarito Il funzionario in aula – senza entrare minimamente nel merito dei contenuti di quel provvedimento». Il suo legale ha ovviamente chiesto il proscioglimento dell’assistito, così come i difensori di tutti gli altri imputati, a partire da quello sottoposto più degli altri alle misure cautelari all’esito dell’indagine, vale a dire l’ex presidente del Bari calcio, Cosmo Giancaspro.

LE MEMORIE -Sempre sul caso stadio il difensore del sindaco Amedeo Bottaro, Mario Malcangi, ha richiamato le quattro memorie difensive depositate fino alla richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati, fondando il suo intervento soprattutto sull’equi – voco interpretativo nato, a suo dire, «dall’avere confuso un semplice e congruo rimborso spese rilasciato dal Comune in favore della società Vigor Trani e quella che invece la pubblica accusa inquadra come una munifica elargizione in cambio di servizi mai effettuati e che, invece, ci sono sempre stati».

LA NUOVA UDIENZA – Alla luce di questo scenario il giudice per l’udienza preliminare, Ivan Barlafante, ha aggiornato l’udienza al prossimo 12 febbraio per la replica del pubblico ministero, senza andare direttamente in camera di consiglio. La richiesta di rinvio a giudizio è nei confronti del già citato Giancaspro, dell’ex presidente del Trani, Michele Amato, dei dirigenti calcistici Michele Bellomo e Alberto Altieri, dell’imprenditore Emanuele Mosconi, del sindaco Bottaro, dell’ex consigliere comunale Diego Di Tondo, dei dirigenti e funzionari comunali Casalino, Leonardo Cuocci Martorano e Pasquale Ferrante. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore della Repubblica titolare presso il Tribunale di Trani, Francesco Aiello, subentrato alla collega Silvia Curione, trasferitasi a Bari.

L’INCHIESTA – L’inchiesta «Chiavi della città» avrebbe fatto emergere «l’esistenza di un comitato di affari illeciti, gestito da Giancaspro – è stato sottolineato all’epoca dell’applicazione delle misure cautelari a carico di alcuni degli odierni imputati – finalizzato all’ottenimento di appalti pubblici a Trani, in cambio di una strumentale e occulta sponsorizzazione della locale squadra di calcio, realizzata con liquidità provenienti da distrazioni ai danni di altre società riconducibili al gruppo societario del medesimo Giancaspro, tra cui il Bari calcio». Secondo la prospettazione accusatoria, Bottaro avrebbe dovuto favorire il gruppo Giancaspro in alcuni appalti che il Comune, però, non ha mai bandito. E poi quella delibera di giunta, dell’ottobre 2017 per l’affidamento in concessione dello stadio comunale proprio alla Vigor Trani, fino al giugno 2018. Le ipotesi, a vario titolo, sono associazione per delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio, bancarotta, peculato falso e abuso di ufficio. A conferma di quanto anticipato ieri, il Comune di Trani non si è costituito parte civile per assenza dei presupposti giuridici dell’iter avviato dal vice sindaco, Fabrizio Ferrante: in particolare, per il rapporto fiduciario che intercorre tra sindaco e vice sindaco e per l’inesistenza dei poteri in seno a quest’ultimo.

fonte: NICO AURORA – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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