Con il “vin brulè” non potrà mai esserci pace in piazza Paradiso

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Ancora una volta piazza Paradiso è stata presidiata da una postazione ambulante riconducibile a Cristoforo Brattoli. Questo è avvenuto anche lo scorso anno durante il concerto di Capodanno, durante l’ultima Notte Bianca nel Centro Antico e in tante altre manifestazioni estive compresa la Festa della Madonna dei Martiri. Non si tratta più di approfondire se le sue postazioni siano abusive perché lo stesso Brattoli ha dichiarato, in una recente trasmissione di Telenorba, che la sua attività è abusiva; oggi invece ci preme dibattere sull’opportunità della sua presenza nelle manifestazioni promosse dalla civica amministrazione. L’organizzazione del Capodanno in piazza Paradiso ha una forte simbologia che porta direttamente all’omicidio del Sindaco Carnicella avvenuta per mano dello stesso Brattoli. Sulle dichiarazioni rilasciate durante la puntata di INDAGO” del 14 dicembre 2014, in cui Cristoforo Brattoli ringrazia per gli aiuti che starebbe ricevendo dall’amministrazione Comunale, è auspicabile conoscere dai diretti interessati, Sindaco e vicesindaco, in cosa consistono questi “aiuti” che il Brattoli riceve direttamente, o indirettamente, dall’amministrazione comunale; e come si giustificano se lo stesso dichiara di svolgere attività “ambulanti” che sicuramente produrranno un guadagno, anche se “abusive”.

Quali e quanti siano questi “aiuti” dell’amministrazione non lo sappiamo ma ricordiamo le attenzioni che il vicesindaco Maralfa ha rivolto verso Brattoli durante la manifestazione organizzata dal Liberatorio Politico in occasione del XXI anniversario dell’omicidio del Sindaco Gianni Carnicella, in data 6.7.2013. In molti si chiesero, allora, se quella sera si commemorasse Carnicella o il suo assassino. Quindi gli aiuti alla famiglia Brattoli vengono da molto lontano.

Tutti ricorderanno l’esposto che il Liberatorio ha inoltrato al Sindaco e all’Assessore alla Trasparenza il 21 agosto 2013, per sapere se i contratti di “locazioni d’opera” stipulati con il figlio di Cristoforo Brattoli fossero regolari e legittimi. Ad oggi dall’Assessore alla Trasparenza e Politiche Sociali Maralfa, non abbiamo mai ricevuto risposte. Insomma una famiglia molto seguita e aiutata. Nonostante le sue richieste di aiuto il capo famiglia,  Cristoforo Brattol,i gira in città in auto furgonata (sarebbe interessante sapere a chi è intestata) per svolgere le sue attività, monta e smonta baracche in ogni festa paesana, senza parlare della postazione più grande che ogni anno riappare in fondo al viale dei Crociati, la stessa che nel 2010 fu messa sotto sequestro perchè ritenuta abusiva. Ricordiamo anche la “Trattoria da zia Pina” in piazza Mentana gestita da sua moglie fino a qualche anno fa.

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Basterebbe approfondire solo queste situazioni per capire se Cristoforo Brattoli ha veramente bisogno dell’aiuto dei servizi sociali. Ma volendo andare fino in fondo alla storia dell’impresario della Palcoscenici Sud (che voleva organizzare il concerto di Nino D’Angelo a Molfetta), sarebbe interessante capire che fine hanno fatto tutte le strutture della sua azienda (palchi, gruppo elettrogeno, gradinate, service, sedie, camion e attrezzeria) e chi li ha utilizzati in questi anni e se continuano ad essere utilizzati oggi da qualche prestanome. Le tracce, di una piccola parte di quel patrimonio, si sono perse nella primavera del 1993 a Venosa, in provincia di Potenza. Il camion con gruppo elettrogeno, che eravamo abituati a vedere a Molfetta nelle manifestazioni organizzate da Cristoforo Brattoli, stazionava assieme ad altri mezzi nei pressi della Cattedrale di Venosa in occasione del “Bimillenario Oraziano”.

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Allora, l’Osservatorio 7 Luglio chiese notizie e documenti al Sindaco di Venosa con esito negativo, ma quel mezzo, presumibilmente riconducibile alla Palcoscenici Sud di Cristoforo Brattoli era in quella piazza, mentre lui era in carcere e cominciava il processo per l’omicidio del Sindaco Carnicella.

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Alla luce di queste riflessioni credo sia doveroso che il Sindaco Natalicchio, e il vicesindaco Maralfa, spieghino alla città che tipo di aiuto stanno offrendo a Cristoforo Brattoli che, pur avendo pagato e scontato la pena inflittagli dalla Giustizia, deve chiarire ancora molte cose avvenute negli anni ’90; quindi è ancora in debito verso tutta la comunità molfettese. Subito dopo la trasmissione “INDAGO” del 14.12.2014 il sindaco Paola Natalicchio, indignata per quelle dichiarazioni scrisse sulla sua bacheca facebook:

Cristoforo Brattoli, assassino di Gianni Carnicella, ha appena ringraziato la nostra amministrazione su Telenorba. Non so di cosa ringrazi e ho l’esigenza di precisare quanto segue: non ho mai voluto riceverlo, non gli ho consentito di entrare nemmeno nella mia stanza. Mai, in un anno e mezzo. Per questo sono stata oggetto di pressioni che ho denunciato al Prefetto e alla Commissione di inchiesta del Senato sugli amministratori sotto tiro. Recentemente ho scritto al Prefetto anche per denunciare l’ennesima reiterazione di reato di Cristoforo Brattoli, l’occupazione abusiva di un immobile. Che si aggiunge al commercio abusivo. La relazione tra questo sindaco e Cristoforo Brattoli e’ inesistente. E laddove esistente é nei termini della denuncia e della distanza”.

Sarebbe cosa saggia se, per sgomberare il campo dagli equivoci, il sindaco e il vice sindaco chiarissero il loro pensiero ristabilendo la verità; solo così svanirebbero le zone grigie e i dubbi che le esternazioni del Brattoli hanno generato.

di Matteo d’Ingeo

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