Il comico Uccio De Santis indagato per evasione fiscale da 1,3 mln

fonte: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it – di MASSIMILIANO SCAGLIARINI

Senz’altro sarà rimasto sorpreso quando i finanzieri gli si sono presentati in casa, a Bitetto. Una scena che avrà fatto mille volte, seppur con divise diverse, nella sua fortunata trasmissione Mudù. Ma una verifica di routine ha portato la Procura di Bari ad aprire un fascicolo a carico di Gennaro De Santis, 52 anni, più noto come Uccio. Il celebre comico pugliese è accusato di evasione fiscale per oltre 1,3 milioni di euro: dal 2012 al 2016 avrebbe omesso di fatturare la gran parte dei proventi delle sue esibizioni, anche tre a sera.

Il fascicolo è nelle mani del pm Angela Morea ed è stato aperto sulla base dei contenuti di un pvc (processo verbale di constatazione) compilato dalla Sezione pubblici spettacoli del Nucleo di polizia tributaria, secondo cui – in buona sostanza – il comico barese risulta socio e amministratore di una cooperativa (che gli corrisponde dai 70 agli 84 euro a serata), ma incassava i reali proventi della sua attività con assegni versati sui conti correnti della moglie. Ottenendo così, è scritto nel provvedimento all’esame della Procura, «una dissimulazione della reale natura delle prestazioni lavorative rese da De Santis Gennaro in favore della “cooperativa Idea“, strumentale all’evasione fiscale nonché all’ottenimento di vantaggi di natura contributiva», perché i versamenti all’Enpals sono stati calcolati su base retribuzioni di lavoro dipendente e non «sui compensi (di lavoro autonomo) effettivamente percepiti per importi notevolmente superiori».

I finanzieri hanno così passato al setaccio tutti gli accrediti bancari e quelli che risultavano dalle agende sequestrate, chiedendone conto all’attore e contestualmente anche a chi ha emesso gli assegni. È quello che comunemente si definisce un controllo incrociato: grazie a questa ricostruzione è stato stabilito, ad esempio, che nel 2012 avrebbe percepito quasi 361mila euro (431mila nel 2013) per redditi da lavoro autonomo, dichiarando invece redditi da lavoro dipendente mai superiori ai 9mila euro lordi l’anno.

La verifica incrociata ha dunque fatto emergere i reali compensi percepiti. Ad esempio, un assegno da 2mila euro per uno spettacolo di Natale a Foggia organizzato da una associazione benefica. «Mi sono esibito a titolo personale con (due colleghi,ndr) – si è difeso Uccio – ho incassato euro 2.000 dalla (associazione, ndr) di Foggia ed ai collaboratori ho corrisposto la somma di euro 500 a testa. A fronte dell’esibizione non ho emesso alcun documento fiscale». Ma ai finanzieri, la responsabile dell’associazione ha detto che era da solo. E lo stesso i due colleghi. «Io 500 euro non li ho mai presi per una unica esibizione», si è sfogata una delle due attrici, che ha smentito di aver mai partecipato.

Ma c’è anche il sospetto che il comico abbia tentato di interferire con la verifica fiscale, chiedendo ai suoi committenti di non raccontare nulla ai militari. Ad esempio il caso della confessione «involontaria» per un altro assegno da 2.200 euro di cui risultava traccia nell’agenda dell’artista. «Sono passato dalla (sala ricevimenti, ndr) per 15 minuti – ha detto Uccio smentendo di essere stato pagato – si sposavano degli amici. In quella giornata ero a Molfetta per lavorare quindi era facile per me passare a salutare gli sposi». Anche la sposa ha risposto al questionario dei finanzieri: «Uccio è passato dalla sala per una decina di minuti senza percepire alcun compenso», ha scritto la donna. Ma al questionario erano allegati due fogli manoscritti, «uno la minuta dell’altro».

E così la sposa è stata interrogata ed ha cambiato versione: «Gli chiesi se poteva esibirsi in occasione del mio matrimonio. Per l’esibizione mi chiese un compenso di euro 2.500 circa». E il foglio manoscritto? «È stato scritto personalmente dal signor De Santis Gennaro in mia presenza presso il mio locale e non è altro che la minutazione della risposta che lui mi chiese di dover comunicare alla Guardia di Finanza». 

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