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La Procura di Bari ha chiuso le indagini sulla presunta truffa ai danni di tre imprenditori baresi commessa dall’ex direttore di banca Michele Scannicchio. L’indagato risponde di truffa, falso in scrittura privata e appropriazione indebita. I fatti contestati si riferiscono al periodo fra marzo 2010 e febbraio 2014.
Scannicchio, all’epoca direttore di una filiale barese di Unicredit, avrebbe truffato l’ingegnere barese Michele Cutolo operando senza autorizzazione su otto conti correnti a lui riconducibili. Avrebbe anche acquistato ad insaputa del cliente una polizza vita del valore di 1 milione di euro, investito in azioni per complessivi 130 milioni di euro “di fatto – si legge nel capo d’imputazione – facendo multiple operazioni sempre con lo stesso capitale depistato da Cutolo in modo da procurare provvigioni per l’istituto di credito e per se stesso”. In poco più di un anno avrebbe effettuato da terminali interni alla banca 632 operazioni e, soprattutto, gli avrebbe prospettato “una falsa rappresentazione dei suoi investimenti sempre positivi nascondendogli le rilevanti perdite”. Con il logo della banca gli avrebbe quindi presentato “dati falsi riguardo la consistenza patrimoniale”, da un’iniziale provvista di 5-7 milioni di euro nel gennaio 2012 a oltre 167 milioni nel novembre 2013. Con una lettera di attestazione della capacità finanziaria per 80 milioni di euro, avrebbe consentito a Cutolo di impegnarsi per l’acquisto di un immobile da 30 milioni di euro. Acquisto che l’imprenditore non ha potuto effettuare essendosi poi accorto del raggiro e di possedere sul conto più di 500mila euro.
Scannicchio, stando alle indagini coordinate dal pm di Bari Francesco Bretone, si sarebbe indebitamente appropriato, trasferendo denaro da un conto all’altro, di centinaia di migliaia di euro ai danni di Cutolo e di altri due imprenditori baresi.