Censura e scomparsa dei fatti a Molfetta

Censura RN

Abbiamo più volte denunciato pubblicamente che in questa città l’informazione è imbavagliata e che alcuni giornali locali, mensili cartacei e on-line, adottano spesso la “censura” di alcune notizie perché evidentemente “disturbano” padroni e potenti di turno.
Il caso più eclatante è quello di “Quindici” già conosciuto dai frequentatori della testata on-line per i tanti commenti negati o censurati, o di articoli scomparsi dopo qualche ora dalla pubblicazione.
Oggi abbiamo avuto conferma di questa nostra tesi dalla diffusione di una lettera di quattro ex collaboratori della testata di “Quindici” che pubblichiamo integralmente.

Caro direttore,
eccola qui la lettera che non avremmo mai voluto inviarti eppure vi sono doveri, per quanto spiacevoli, cui non ci si può sottrarre.
In questo momento, per noi, dover comunicare ai lettori che non ci è più possibile continuare a scrivere su Quindici. Abbiamo vissuto l’attività giornalistica, praticamente quotidiana dalla nascita del sito Quindici on line, come una forma di impegno civico, lavorato gratuitamente e con passione per anni, sacrificando il nostro tempo libero, impegnando le nostre migliori energie, modellando anche le scelte di vita sulle esigenze del giornale, lo abbiamo fatto volentieri perché ritenevamo giusto assicurare alla nostra città, che amiamo, un’informazione corretta, scevra da condizionamenti e quindi libera.
Di questo giornale alcuni di noi sono stati fondatori, per anni lo abbiamo costruito assieme, rendendolo sempre più autorevole e credibile, spesso passando oltre le nostre legittime divergenze di opinioni. Abbiamo visto alternarsi collaboratori e, al tempo stesso, trasformarsi la città, ma abbiamo sempre tenuto fede al nostro impegno: raccontare – dal nostro punto di vista, ovviamente – Molfetta, le sue dinamiche politiche, economiche,sociali, cercando sempre di andare alla radice dei problemi e di essere corretti e trasparenti per rispetto nei confronti dei nostri lettori.
In questi anni siamo cresciuti anche noi, abbiamo sviluppato le nostre professioni, imparando, allo stesso tempo, a fare i giornalisti, qualche volta litigando, ma superando ogni divergenza, perché credevamo che comune fosse il nostro obiettivo.
Sempre ti abbiamo rispettato come persona e come direttore. Ma da qualche tempo il rapporto di fiducia che ci legava a te si è andato logorando, sempre più ci è sembrato considerassi Quindici il “tuo” giornale (diverse volte, quasi inconsciamente, così lo hai chiamato in nostra presenza) e non un progetto che ci vedeva co-protagonisti.
Soprattutto, la tua idea di mensile e di quotidiano on line si è allontanata dalla nostra.
Abbiamo provato a capire e a parlartene, a cercare di correggere la rotta ricordando che la rivista ed il sito sono nati da un obiettivo politico (politico, si badi bene, non partitico né partigiano), utilizzando la parola in senso alto, per rivolgerci alla città e non per promuovere le nostre persone o per autoglorificarci. Per guardare fuori e non al nostro ombelico.
Quante volte abbiamo discusso su quella tua mania di scrivere ovunque che Quindici è “giornale leader”! Quante volte ti abbiamo detto che questa (presunta) leadership andava dimostrata quotidianamente con i fatti e non semplicemente sbandierata ai quattro venti, ma non abbiamo mai avuto ascolto.
Ma, come sai, un disagio latente che si trascinava da un po’ ha trovato, negli ultimi tempi, una ragione per esplodere, la classica goccia che far traboccare il vaso.
Le scelte che ci hai imposto (e lo ribadiamo, imposto) su quanto pubblicare o, meglio, non pubblicare sulla vertenza-Ciccolella (quella che vede diversi lavoratori di questa città battersi per il rispetto dei loro diritti e che è assurta agli onori delle cronache nazionali) ci hanno fatto capire che non è più possibile continuare, che la tua idea di informazione non coincide più con la nostra e che è venuto meno il presupposto per noi indispensabile della libertà nell’attività giornalistica. Le parole sono importanti, come ben sai, e il tuo comportamento ha una sola definizione: censura. Noi non sappiamo cosa ti abbia indotto a costringerci a mettere il silenziatore su questa notizia, ma il silenzio di Quindici su questa vicenda è semplicemente assordante. Semplicemente imbarazzante.
Ecco perché ci sentiamo costretti a lasciare.
Auguriamo comunque buona fortuna a te e al giornale e salutiamo i lettori, ci mancheranno, li ringraziamo per l’affetto e l’attenzione con i quali ci hanno seguito in tutti questi anni e che ci hanno testimoniato anche in questi giorni.
Noi usciamo di scena e – ci sia consentito ora l’unico vezzo di presunzione– pensiamo che da oggi il giornalismo cittadino sia un po’ più povero. Non perché non appariranno più le nostre firme (quelle non valgono nulla) ma perché da questa vicenda l’idea di una informazione diversa esce sconfitta.

 

Giulio Calvani
Massimiliano Piscitelli
Tiziana Ragno
Lella Salvemini

Molfetta, 8 ottobre 2007

84 Risposte a “Censura e scomparsa dei fatti a Molfetta”

  1. Sono costretto ad intervenire in un pettegolezzo da “Altramolfetta” che mi vede coinvolto, mio malgrado, non solo come persona, ma anche come direttore di “Quindici” e che coinvolge anche la mia famiglia. Quella lettera dei 4 ex collaboratori è piena di falsità, è una cattiveria, una pugnalata alla schiena da persone di cui avevo la massima stima e fiducia. Evidentemente mi sono sbagliato: forse non conosco l’animo umano fino in fondo. Non so cos’altro loro abbiano raccontato in giro, ma se la cosa continuerà, sarò costretto a rivolgermi alla magistratura a difesa della mia onorabilità. E con dolore che sarò costretto a farlo, ma non posso permettere che venga infangato il mio nome e quello del giornale.

    Io rimango la persona di sempre con la coscienza di lavorare per il rispetto degli altri e dei fatti. Stavo cercando di mettere una pietra sopra a queste vergognose calunnie e volutamente non avevo pubblicato la lettera che mi avrebbe costretto a replicare e a scendere ai livelli di chiacchiere da caffè. Avrei potuto replicare con molti e fondati argomenti. Ma i pettegolezzi non li ho mai fatti e non comincerò a farli ora com’è stato e com’è nella tradizione e nello stile di “Quindici”, anche perché non mi sembrava che la decisione di lasciare il giornale da parte di questi collaboratori potesse diventare un argomento di dominio pubblico e di così alta rilevanza, visto che quando sono andati via altri illustri collaboratori, nessuno si è preoccupato di doverlo “spiegare alla città”. Si sta andando oltre ogni decenza e, soprattutto contro la verità e si sente sempre una sola campana. Come sempre, la sinistra si fa male da sola.

    Felice de Sanctis

  2. Direttore continui nel suo lavoro, la città di molfetta la stima e la stimerà sempre, non ti curar di loro…uno dei tanti lettori del suo giornale.

  3. E’ vero Direttore Lei rimane sempre la stessa persona. Sono i suio collaboratori che impiegano un po’ di tempo a capirlo.

    Io le esclusive le leggo sul Giornale Leader, le chiacchiere sugli altri.

  4. Direttote lasci che quelle 4 teste calde travestite da giornalisti approdini a spiagge più consone alle loro stilografiche.

    QUINDICI è stato, è, e sarà sempre il FARO che illumina di immenso la città di MOLFETTA, e lei direttore, il “vecchio” e saggio GUARDIANO.

    Noi cittadini, con lei alla testa di quel faro, continueremo a NAVIGARE tranquilli.

  5. E’ imbarazzante che De Sanctis insulti la sua intelligenza e quella dei lettori molfettesi ostinandosi a gettare fango e lanciare frecciatine prive di senso alle altre testate cittadine, giornali che fanno bene il proprio lavoro da molto tempo prima che lui “inventasse” Quindici.

    Per il resto si tratta di problematiche interne al giornale che andrebbero risolte a quattr’occhi tra il direttore e i suoi collaboratori, e non sbandierate ai quattroventi. Anche se non posso fare a meno di plaudere alla scelta e alle motivazioni che hanno indotto nella loro scelta Piscitelli & co.

  6. E’ a dir poco vergognoso che questi 4 dissidenti si siano scagliati contro il loro direttore dopo un legame durato anni. Non è un comportamento ne civile ne corretto. Se proprio volevano manifestare il loro dissenso lo avrebbero potuto fare in privato e non gettando fango su De Sanctis.

    Purtroppo caro direttore Giuda è sempre diatro l’angolo…

  7. wow… quanta solerzia e impegno a sostegno del direttor De Sanctis. Sembrano le stesse mani che fabbricano gli spot-elogi su Quindici-on-line a supporto degli articoli che ci ricordano ogni nuova uscita in edicola della versione cartacea. Chi in passato ha cercato di commentare gli articoli su Quindici on-line, ha potuto constatare di persona l’ “apertura” che sistematicamente viene riservata verso opinioni, per così dire, “divergenti” (specie se ben argomentati) rispetto alla linea editoriale. Atteggiamento che viene giustificato per via della tutela del giornale da possibili querele. Peccato che non se ne capisca la logica, dato che non è raro veder pubblicati commenti insulsi e denigratori. Una pratica che la dice lunga sul rispetto delle opinioni altrui, spesso utilizzate strumentalmente a supporto di tesi precostituite dal giornale.

    Le “liti in famiglia” sono particolarmente sgradevoli, specie quando diventano di dominio pubblico (e solo su questo punto mi sento di concordare col direttore De Sanctis), ma al di là di questo non si può non osserare come:

    1) In questi anni De Sanctis non ha mai perso occasione per lodare la valenza e la qualità dei suoi collaboratori (oggi ex collaboratori ), mentre a seguito di questa vicenda li liquida come degli “ingrati”. Mi sembra lo stesso atteggiamento di chi sputa nel piatto in cui mangia.

    2) Allo stesso modo, i collaboratori “fuoriusciti” per anni sono stati al servizio di un direttore, il quale è sempre stato fedele a se stesso e tutte le volte in cui ci sono state delle critiche al giornale, hanno sempre fatto quadrato intorno al loro amato direttore.

    Questo per dire che in vicende come queste, le ragioni e i torti si possono trovare in entrambe le fazioni. Farne una questione pubblica per misurare quanti supporter manifestano solidarietà, non credo serva a molto.

    Al contrario auspico che da questa vicenda si analizzi in profondità la questione dell’informazione (in primis nella nostra città, come anche a livello nazionale), che a mio avviso è una questione fondamentale per l’esercizio democratico di una società. Purtroppo si assiste troppo spesso a media asserviti al potere (politico o economico), ma ultimamente si assiste ad un fatto nuovo che molti addetti del settore non sono ancora in grado di saper interpretare: internet, i blog e la libera circolazione dell’informazione. Mezzi, questi ultimi, che non sono certamente la panacea di tutti i mali, ma se usati correttamente, prima che i poteri riescano ad impadronirsene e imbavalgiare, qualche spiraglio di speranza ci può essere anche per noi miseri cittadini così assetati di un’informazione libera e indipendente.

  8. “Da oggi il giornalismo cittadino sia un po’ più povero”

    Certamente senza Giulio Bocca e Lella Fallaci (anche quella era impenitente zitellona come la collaboratrice di Quindici) si è impoverita l’informazione. Le due firme del giornalismo ci mancheranno per la loro faziosità, uno targato Margherita e l’altra targata Ds. Ora i due partiti piangeranno lacrime amare, ma forse Quindici diventerà più obiettivo. Una prece per i due fuorusciti

  9. Bene, bene, così impara il direttore de santis a portare su un piatto d’argento i suoi due ex collaboratori, li ha vantati in tutte le sedi ben ti sta. Ora direttore metta meno gente sul piedistallo e non si fidi di quelli che le stanno accanto. Ma noi lettori affezionati di quindici leggevamo solo gli editoriali per capire la politica a molfetta.

  10. I “ragazzi” hanno ragione! Chi sa del fatto che l’azienda Ciccolella sponsorizza il giornale “Quindici” con contributi e che non meno di 10 giorni fa, proprio il direttore De sanctis si trovava in Olanda a spese della stessa azienda? Come ci si può definire veramente liberi e non farsi condizionare, se sono questi i presupposti?

  11. interessante, e ci dite il numero del volo e il giorno in cui è partito? grazie. Dobbiamo sempre ricercare la verità.

  12. In risposta al commento precedente: il direttore de Sanctis è stato ad Amsterdam al seguito di un discreto gruppo di dipendenti e loro consorti esattamente dal 12.10.07 al 15.10.07 in un week-end lungo, assolutamente spesato dall’azienda Ciccolella. In quei giorni hanno visitato i mercati floreali, dove Ciccolella è molto quotato, e partecipato ad un incontro con il “manager” Francesco, fratello artefice (si dice) dell’attuale successo. Non chiedetemi altro perchè non posso dire di più.

  13. Avrei bisogno di un’informazione. Questo blog viene moderato da qualcuno, oppure pubblica in automatico ogno post che viene scritto?

  14. non c’è più bisogno che mi diate la risposta,il precedente post è stato pubblicato istantaneamente.

    Ora, il responsabile del blog comprende che questa è una cosa grave?

  15. ah…interessante questa cosa del viaggio ad Amsterdam, tutto spesato dalla Ciccolella! Bravo Direttore…bravo! Con famiglia al seguito?!?! Bravo, Direttore…bravo!

    A me risulta che Ciccolella si tiene buono Quindici con 50 abbonamenti rinnovati ogni anno. Abbonamenti+viaggio ed ecco che le notizie “scompaiono”. Bene…bene…che bella informazione data dal “giornale leader”!!!!

  16. certo che è davvero molto grave quanto denunciato dai quattro ex redattori di quindici e soprattutto quanto abbiamo letto nel forum, peraltro molto circostanziato.

    Eppure il Direttore De Sanctis ha sempre sbandierato la sua professionalità e il suo rigore morale!

  17. finalmente l’hanno capito! ma ci sono voluti oltre dieci anni! E poi, quanto è patetico autoproclamarsi sempre testata leader e sfottere l’altra molfetta che, nonostante tutto, è comunque leader assoluto nelle vendite in edicola e tra gli abbonati!

    Certamente i quattro fuoriusciti, per quanto ampiamente schierati e faziosi, rappresentano una gravissima perdita per il “suo” giornale.

    Sarà la volta buona che chiude? magari il direttore se ne va per i campi, a cogliere i ……….fiori?

  18. Sono un giovane laureato a Bari in lettere moderne che ha fatto un master in giornalismo a Roma e vorrei dire alcune cose:

    l’altramoltetta è leader nelle vendite dei mensili locali come novella2000 lo è fra le donnette da parucciere.

    Quindici è leader nella qualità dell’informazione e nel taglio professionale che ha saputo dare al suo giornale.

    Ogni volta che Quindici riporta un articolo da voce a tutte le parti in gioco, verificando la corretteza di ogni informazione prima della pubblicazione.

    Alcuni chiamano questa professionale premura con il termine “censura”.

    A costoro vorrei dire di tornare sui banchi di scuola o di cambiare mestiere, perchè non è in questo modo che opera un giornalista serio.

    Grazie.

  19. io leggo entrambi, a casa sulla mia scrivania leggo quindici, quando vado a trovare la nonna sul tavolo trovo l’altramolfetta e leggo quella. Sono giornali con target diversi. Comunque questa polemica non ha senso. Se qusti 4 signori hanno deciso di andarsene allo spasso, non vedo cosa possa fregarcene a noi cittadini, l’importante e che il prossimo mese quindicisia in edicola e quando vado a trovare la nonna l’altramolfetta sia sul tavolo vicino alla finestra.

  20. a casa nostra leggiamo solo quindici e la gazzetta mentre tutta la restante robaccia se caso mai ci capita fra le mani dopo una veloce occhiata la passiamo al garaggista di famiglia che la usa per pulire i vetri delle macchine, perchè dice lui che l’inchiostro è il solvente migliore per quel tipo di lavoro

  21. sig. “giovane laureato a Bari in lettere moderne”, avrebbe dovuto scrivere il suo nome piuttosto che i suoi titoli.

    Come farà il direttor De Sanctis a rintracciarla per offrire il posto vacante lasciato dai collaboratori fuoriusciti? Dopo una ruffianeria di tal fatta non serve nemmeno presentare il curriculum

  22. Faccio una domanda: cosa avrebbe fatto l’avv. Calvani se il Gruppo Ciccolella fosse stato cliente dello studio legale Calvani? Avrebbe censurato?

  23. De Santis…finiscila di postare commenti anonimi su questa mailing list e rispondi alla notizia del viaggio “all inclusive” in Olanda fatto la scorsa settimana a spese del gruppo Ciccolella! Ma che credibilità credi ancora di avere!?!?!?

  24. Viva il pettegolezzo, ma i fuorusciti di quindici cosa vogliono da noi? si facessero i fatti loro in casa loro. Che squallore, dovrebbero solo vergognarsi, è questa la sinistra intellettuale? Ma mi faccia il piacere! andatevi a nascondere da qualche parte, che è meglio

  25. Molfetta una città dal grande potenziale, e tanta gente piccola piccola piccola, che non sa vedere al di la del propio naso , e che cerca di riempire la propria vita con tanti piccoli e insignificanti pettegolezzi.

    Che vergogna!Andate a lavorare barbun!!!!!!!!!

  26. Caro “laureato ecc ecc”, hai ragione,. cambia mestiere… Perché di giornalismo ne capisci tanto quanto Valeria Marini ne capisce di Fisica Quantistica!

    E’ ignobile che tu insinui che “L’altra Molfetta” pubblica notizie senza verificare le tue fonti, grave perché diffami un giornale senza conscerne il lavoro di redazione… Anche per questo ti consiglio di cambiare mestiere, perché parli senza cognizione di causa e senza verificare le TUE fonti!

  27. Spesso noi de L’Altra Molfetta ci chiedevamo come mai professionisti come quelli che sono usciti da quindici resistevano a scrivere su quel periodico diretto da uno che ha collezionato tante mazzate dalla Magistratura ad opera anche de l’Altra Molfetta che avrebbero dovuto consigliargli di starsene a casa.

  28. Intervengo nella discussione unicamente per evidenziare che ci sono commenti lasciati da persone che si spacciano per componenti della redazione de “l’altra Molfetta”. Non si tratta assultamente nè di redattori nè di collaboratori del giornale che dirigo. La questione che riguarda i colleghi giornalisti dell’altro mensile era cosa che non ci riguardava, putroppo siamo stati tirati in ballo ma, certamente, non è su questo forum che abbiamo intenzione di esporre le nostre idee e le nostre convinzioni.

    Corrado Germinario

    Direttore Responsabile

    “l’altra Molfetta” e “laltramolfetta.it”

  29. Sono una studentessa di scienza della comunicazione e resto perplessa dalle cose che leggo su questo blog: insulti, accuse, offese. Sembra un processo a de santis che non conosco, ma leggo ogni giorno la Gazzetta anche per motivi di studio e oggi ho visto un articolo di felice de santis da Amsterdam relativo a Ciccolella. Ecco la spiegazione del viaggio del giornalista in Olanda, è andato a fare un servizio come inviato. Invece qui parlate di gita, viaggio premio, ecc. ma che serietà è questa. resto allibita.

  30. Leggo l’altra molfetta e quindici da sempre e mi pare che solo il primo giornale ha ficcato sempre il naso sui fatti degli altri fin dal primo numero, criticando e sfottendo. quindici è stato più corretto, ha solo reagito agli attacchi. l’etica vuole che ognuno si faccia i fatti di casa propria, caro germinario. che si dovrebbe dire di quelli che sono andati via dall’altra come morgese? che poi è ritornato? e natalicchio? un po’ di decenza per tutti i due giornali non guasterebbe. altrimenti si sguazza nel pettegolezzo.

  31. Sgonfiato il grande scoop del liberatorio sul viaggio in olanda di de santis. Svelato il segreto. Basta leggere la gazzetta del mezzogiorno di oggi per scoprire che è andato ad Amsterdam come inviato del quotidiano per cui lavora. Ciccolella ha regalato il viaggio alla Gazzetta? o de santis è più potente del direttore della Gazzetta da imporre un viaggio premio. Ma siamo seri, che il dibattito sta trascendendo. trovate altri argomenti che è meglio. direttore non so se lei legge questo blog, ma non dare retta alle chiacchiere e vai avanti col tuo lavoro con serietà come hai sempre fatto in questi 10 anni. un lettore affezionato

  32. ah…gran bel “servizio” (o “servizietto”?!?!?) quello di De Sanctis…davvero bello…tipica “marchetta” di cui è maestro. E poi, cara la mia studentessa (oh..ma quanti studenti in questo sito…de sanctis, un po’ di originalità nell’inviare questi post!!! provi a cambiare, altrimenti non le crede nessuno!), cosa poteva scrivere il De Sanctis dopo un bel week-end ad Amsterdam con famiglia al seguito??? Ma queste cose perchè non le dice nessuno???

  33. l’arcano è stato svelato, Quindici ne esce vincitore, mentre d’Ingeo torna a casa a leccarsi le ferite. Per l’ennesima volta..

  34. Certo che De Sanctis è diventato davvero potente se lo mandano come inviato speciale tra i guru della finanza internazionale. Complimenti direttore, un’altro personaggio che si distingue per i suoi meriti a Molfetta.

  35. Dai Cetto…finiscila di mandarti da solo i commenti a te favorevoli…sei patetico…a distanza di due minuti l’uno dall’altro…dai!

  36. Cosa volete farci… c’è ancora gente che non ha compreso come chi frequenta la rete (specie blog e forum) riesce facilmente a individuare i falsi commenti, perché si sviluppa una particolare capacità nel riconoscere lo stile di una stessa mano. Per questi motivi sostengo che chi è troppo abituato ai vecchi sistemi di manipolazione dell’informazione, propri dei media tradizionali, non riesce a comprendere come sia impossibile “governare” le dinamiche della rete. E’ talmente evidente la differenza tra le opinioni spontanee da quelle fabbricare ad hoc, che non è nemmeno necessario sottolinearlo (è self-evident). Eppure c’è sempre chi si ostina a perseverare con questi mezzucci infantili, non rendendosi conto di ricoprirsi di ridicolo.

  37. che colpa ne ha d’ingeo! semmai ha il merito di aver posto sotto i riflettori un probelma gravissimo che riguarda l’infimo livello dell’informazione in questa città.

    Quello di quindici non è affatto un problema interno o personale; è invece un caso di grave censura, almeno secondo quanto scrivono ben quattro ex redattori!

    Altro che beghe di famiglia, è un caso di cui avrebbero dovuto occuparsi anche gli altri media locali che invece confermano il loro livello e tacciono!

    Mi pare poi oltremodo strano che il Direttore De Sanctis non abbia diffuso la lettera dei quattro con la sua legittima risposta, anche perchè così facendo poteva chiarire ogni equivoco e spazzare via dubbi e polemiche.

    Come mai il Direttore resta in silenzio? Forse è un silenzio di opportunità?

    Meno male che c’è d’ingeo!

    ps.: perchè non date maggiore visibilità a questo blog? è l’unico porto di informazione libera!

    scusate senatore se ho detto …porto.

  38. Ma scusate! A me non sembra affatto professionale che un giornalista, appunto “professionista” come il de Sanctis, faccia un articolo sull’azienda Ciccolella al termine di un viaggio spesato dalla stessa azienda… Quale obiettività e libertà di valutazione può utilizzare nello scrivere, sapendo anche che, localmente, il gruppo Ciccolella ha fatto discutibili scelte sia in campo ambientale che sul piano del rispetto contrattuale dei dipendenti! Personalmente non potrei mai pensare a “Quindici” come ad un giornale “indipendente” e comunque, nel caso di chiara denuncia a tutto ciò che di illegale attanaglia Molfetta, non ho certo garanzie, in termini di trasparenza e credibilità, dopo una notizia del genere. Per questi motivi sono pienamente solidale con i 4 “fuoriusciti” anche se contesto loro una tardiva presa di posizione rispetto alle diverse “censure”, piccole o grandi, che in passato sicuramente hanno dovuto subire. Hanno forse dato troppo spazio, fin da subito, ad un capo che ha perso il controllo del suo “potere” ed ha poi cominciato a zittire chi ha imparato, nel tempo, a pensare con la propria testa…

  39. ma, al di là di tutto…l’avete letto l’articolo di De Sanctis pubblicato dalla Gazzetta sulla Ciccolella??? E’ vergognoso!!! Davvero…la tipica “marchetta”…una “slinguazzata” come non se ne vedevano dai tempi delle gag di Toti e Tata…”onoleeeevoleeeee…..buonaseeela….”

  40. Io personalmento ho letto l’articolo che citate “I fiori di Ciccolella padroni d’Olanda” e personalmento non trovo alcun chè di fazioso, ne tantomeno percepisco slinguazzate come qualcuno diceva in precedenza.

  41. Stamattina ho acquistato l’Espresso, e a pagina 205-206 indovinate cosa leggo?!?!?

    Un’articolo (anzi ARTICOLONE con tanto di foto ecc.) che parla della missione olandese presso la Ciccolella Corporation. In pratica il director l’ha fatta in barba alla stampa nazionale, rendendosi artefice di un vero scoop battendo in tempistica anche l’Espresso, sebbene di un solo giorno. Inoltre nell’articolo del De Sanctis i toni sono piuttosto moderati rispetto al giornalista dell’espresso che esalta notevolmete la realtà Ciccolella. Non credo si tratti di clientelismo od altro, i fatti sembrano in linea con la realtà di cui si discute è nulla è stato ingicantito oltre il dovuto.

  42. Cetto, piantala di autocelebrarti sul TUO giornale! Piantala di difenderti con commenti che tu stesso scrivi (riconosciamo lo stile delirante)! E piantala con queste manie di persecuzione nei confronti de L’altra Molfetta o chicchessia! Sei ridicolo! Fatti vedere da uno bravo!

  43. quanto chiacchiericcio da bamboccioni in questo forum. L’unico SIGNORE coerente è stato il direttore de sanctis che fatta la sua considerazione di cui al numero 1) , ha deciso di non sprecare più una sola parola. Un elogio anche al direttore germinario che è sceso in campo per dichiarare la neutralità dei suoi uomini nei confronti della ficenda. Per quanto riguarda d’ingeo è chiaro che sta strumentalizzando la vicenda per avere maggiore visibilità in vista delle future elezioni comunali, dove lui aspira a mettere allo spasso azzollini fregandogli la poltrona di sindaco. 49 commenti!SCANDALOSO!!

  44. ti sbagli perchè mai d’ingeo vorrebbe fare il sindaco! secondo me potrebbe diventare PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. Il liberatorio dopo tanta visibilità può presentarsi alle elezioni politiche!

  45. No NO NO, il liberatorio potrebbe anche condizionare le due camere e napolitano è anche un pò anziano. Quindi io quoto d’ingeo CAPO DELLO STATO!

  46. qui vi state sbagliando tutti! Al parlamento europeo corre voce che il liberatorio sta spaccando tutto. I socialisti eropei stanno tentando di coalizzarsi con i partiti di opposizione, ma non gne la fanno!il liberatorio è troppo forte. D’INGEO mi sa che scappa la sedia a EMANEL BARROSO a capo della Commisione Europea.

  47. ma de sanctis perchè non ha mai fatto il responsabile dell’ufficio stampa del comune? guadagna molto di più con Ciccolella?

  48. Nota per l’amministratore del sito:

    Caro Matteo in ogni momento puoi verificare facilmente dall’indirizzo IP dei vari mittenti, se è sempre la stessa persona a mandare i commenti elogiativi per De Santis.

    Perchè non ci fai sapere se i fan del Direttore leader che hanno postato i commenti siano più o meno di uno?

    Sono due le cose: o si tratta solo di una persona,la cui identità è facilmente intuibile o c’è un gruppo di esagitati il cui scopo nella vita è commentare notizie anche banali che vengono pubblicate su 15 con encomi decisamente troppo sopra le righe, e che adesso ha deciso di trasferirsi in blocco su questo blog al fine di continuare a tessere le lodi del leader..

  49. la seconda che hai detto.

    Dagli IP non si evince proprio un bel nulla: gli IP sono dinamici, ciò significa che se ti stacchi e ricolleghi risulti con un IP differente (e poi uno si può sempre collegare dall’ufficio, da casa, da un amico, da un wi-fi: essere la stessa persona e in rete risultare tanti). Perchè non la fate finita che siete patetici? Ognuno si sarà fatto la propria idea su questa faccenda

  50. ribadisco il concetto. qualcuno ha voluto banalizzare questa vicenda che non ha nulla di personale e/o interno. finitela con gli insulti (pochi) e con le autocelebrazioni (molte e davvero immeritate).

    mettiamoci a ragionare sulla situazione della democrazia e del giornalismo in questa cavolo di città. grazie.

  51. Diverse volte ho tentato di pubblicare commenti su Quindici-on-line e mooolto spesso sono stato censurato.

    L’ultimo che ricordo riguardava la candidatura di Piero De Nicolo, lo scorso 14 ottobre, per le primarie del PD nelle liste pro Veltroni: mi chiedevo se il De Nicolo della sinistra non facesse il paio con il Pino Amato della destra.

    Il commento non venne pubblicato da Quindici (provai a scriverlo per 2 volte) ma venne pubblicato da MolfettaLive.

    Credo possa essere utile far notare che in quei giorni Quindici ospitava un banner per la campagna elettorale di Piero De Nicolo.

  52. Che ce ne facciamo di tutta questa “informazione”? Voglio dire che adesso che sappiamo che Cetto De sanctis è significativamente condizionato dall’azienda Ciccolella (almeno nel giudizio sulle sue scelte imprenditoriali) a che cosa ci serve tutto questo? Io, per certo, non acquisterò più “Quindici” in edicola nè potrei fidarmi delle iniziative proposte da quel giornale soprattutto ora che sono andati via i redattori di mia fiducia… Cosa fare? Di chi fidarmi, per quanto riguarda l’informazione obiettiva su Molfetta? Mi piacerebbe molto che Cetto rispondesse pacatamente. Sò, per certo, che legge questo blog…

  53. Carissimi amici,

    sono costretto ad intervenire in questo inconsueto ma libero dibattito, senza censure (questa è la differenza sostanziale da altri siti), per legittima difesa. Il Sig. Felice de Sanctis in altre sedi, scrivendo ad altro interlocutore, pur dichiarando di non voler rispondere al sottoscritto dedica metà della sua lettera allo scrivente. In questo primo intervento non intendo rispondere alle cialtronerie che il de Sanctis usa, vorrei che fossero gli aderenti e simpatizzanti del LIBERATORIO a farlo. Segue il testo integrale della lettera che coinvolge non solo il movimento ma la parte sana di questa città.

    Per quanto mi riguarda il fango e il discredito gettato a valanga sulla mia persona ormai mi lascia indifferente, ma intervengo per salvaguardare il lavoro,l’impegno e la dignità di chi opera nel Liberatorio politico.

    Matteo d’Ingeo

    coordinatore del “Liberatorio”

    Caro ……. ,

    non volevo rispondere per non tediare te e i conterranei con una lunga lettera, perché l’argomento è complesso (oltre che doloroso e sofferto, almeno per me) e non si può ridurre a due battute, come ho fatto in altri casi con scarso risultato, perché una nota che sostituisce una spiegazione verbale, deve essere per forza lunga e mi scuso per questo.

    Non ho risposto alla lettera in questione, anche perché non posso e non voglio mettere in piazza ciò che è stato detto e scritto in privato, prima della famosa lettera al direttore e che costituisce l’antefatto di tutta la vicenda, soprattutto in riferimento a me e alla mia famiglia. Cose che, per fortuna, anche i due ex collaboratori tacciono (ma che avrebbero fatto capire le mie ragioni). Ma queste cose, è meglio per tutti, che restino private. Come sarebbe stato opportuno, proprio per queste ultime ragioni, che la vicenda restasse interna: non si può rendere pubblico tutto, facendo un mega-pettegolezzo, con botte e risposte, come piacerebbe a qualcuno.

    Premetto che rispondo a te e non a Matteo, la cui partigianeria è nota e la sua azione demolitrice (col suo denigratorio politico) verso tutto e tutti e in particolare pregiudizialmente verso la mia persona e verso “Quindici” (per Matteo sono amici sono coloro che condividono le sue azioni e le sue idee: basti vedere la solidarietà che SOLO ora ha dato a Giulio: intelligenti pauca) è motivata forse dalla sua collaborazione con l’altramolfetta che, come tu ben sai, dal primo numero ha cominciato una campagna contro di noi, che continua tuttora.

    Sorvolando sul caso Matteo, al quale dico una sola cosa: mi sono occupato spesso dell’azienda Ciccolella e non solo di quella per motivi professionali che lui volutamente dimentica. Sono un giornalista economico della “Gazzetta del Mezzogiorno” e questo fa parte del mio lavoro. Se poi non è una notizia la crescita di un gruppo molfettese e meridionale che arriva alla quotazione in Borsa, allora vuol dire che non sappiamo cos’è l’informazione. Del resto mi sono occupato anche di Exprivia (ex Abaco), altra azienda molfettese quotata in Borsa e di altre società pugliesi e non. E non sono andato a vedere che tipo di contratti vengono applicati all’interno dell’azienda. Le diffamazioni di Matteo nei miei confronti le lascio a lui, che forse solo così riesce ad avere visibilità. Ognuno si esprime col proprio linguaggio.

    Accolgo, perciò, il tuo invito a spiegare le reali e importanti ragioni (che gli altri, nella loro lettera, fingono di non conoscere) che mi hanno spinto a non pubblicare SOLO il primo comunicato sindacale sullo sciopero di appena una decina di dipendenti su 600 dell’azienda Ciccolella (gli altri comunicati, meno offensivi, sono stati regolarmente messi in rete, compreso quello di Rifondazione: è bene dire la verità intera e non quella parziale o conveniente, verità che tra l’altro, è verificabile con una semplice ricerca sul sito), perché di contenuto diffamatorio nei confronti dell’impresa floricola, tant’è che i media che l’hanno pubblicato sono stati querelati. Non si può parlare di “rapporti sindacali feudali”, di “rappresaglie, licenziamenti, discriminazioni salariali e di genere, in applicazione della legislazione contrattuale e mancanza di rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro”, di “condizioni di palese illegalità”, “sfruttamento e umiliazione”, “leggi e diritti umani di tanti esseri umani calpestati”. Queste accuse sono pesantissime e vanno provate e dimostrate. Ma vi sembra che un’azienda quotata, la prima in Europa del settore, abbia bisogno di ridursi a questi espedienti per una decina di dipendenti, rischiando sanzioni dalla Consob e un crollo dei titoli?

    E non basta pubblicare un comunicato stampa sindacale per sottrarsi alle responsabilità: questo lo sa bene anche uno studente di giurisprudenza e anche tu come figlio di giornalista. Siamo stati querelati per molto meno e condannati anche per aver riportato integralmente un dispaccio, contenente una imprecisione (pur corretta subito), diffuso dall’agenzia Ansa, ripresa e pubblicata anche su “Repubblica”. Ma il querelante e la magistratura ritengono che siano diffamatorie solo le cose scritte su “Quindici” e non le stesse riportate da grossi organi di informazione. Questo ti fa capire come sia difficile fare informazione in un piccolo giornale non “coperto” da alcun potentato politico o economico. Questa è la verità che tutti fingono di ignorare o non conoscono, altro che solidarietà pelosa.

    I due ex collaboratori di “Quindici” hanno avuto ampia libertà di scrivere quello che volevano, senz’alcun controllo, sul nostro sito internet, hanno goduto ampia autonomia e visibilità, e una completa fiducia: io, che rispondo penalmente anche di quello che scrivono gli altri, come direttore responsabile (è bene ricordarlo a qualcuno) leggevo le notizie che pubblicavano come un qualsiasi lettore e non prima. Queste cose è giusto che si sappiano, per evitare informazioni distorte, dettate non so da quale risentimento. Nella vicenda Ciccolella ho posto il veto, nessuna censura, ho esercitato il diritto, che la legge mi attribuisce, di controllo delle notizie. Avevo invitato Giulio a sentire anche le ragioni dell’azienda, per fare un’informazione corretta, non unilaterale alla Matteo D’Ingeo. A Giulio, invece, bastava il comunicato del sindacato. E mi sono opposto. Ricordo, a chi si riempie la bocca di legalità, che per la legge italiana rispondo anche civilmente e col mio patrimonio, in caso di richiesta di risarcimento danni. Perciò dovevo tutelare la mia famiglia (a questo mi riferisco, quando la tiro in ballo).

    Diffamare o semplicemente scrivere notizie non verificate su una società quotata in Borsa, comporta il rischio oltre di querele (e ne ho già tante, per procurarmene altre) anche di risarcimento danni per eventuali turbative del mercato che potrebbero derivare da tali notizie per la stessa azienda e gli azionisti (che possono essere anche piccoli risparmiatori: lo dico per chi pensa che le azioni le possiedano solo i capitalisti). A conferma delle mie preoccupazioni, forse eccessive, ma chi non le avrebbe avute al mio posto (perché rispondo solo io dei comunicati non firmati, non Giulio e Lella), sta anche il fatto che la famiglia Ciccolella, dopo i comunicati sindacali, ha ricevuto minacce. Quando si fa informazione, si hanno delle responsabilità: occorre pensare che il messaggio può essere recepito anche da teste malate. Vorrei segnalarvi che pochi giorni dopo l’esplosione del “caso Ciccolella”, per la notizia di una presunta divergenza di opinione tra i fratelli Benetton (anche la loro azienda è quotata in Borsa), questi hanno chiesto un risarcimento danni miliardario al “Corriere della Sera”.

    Ecco spiegato tutto il contrasto sulla vicenda Ciccolella, sulla quale, ripeto, abbiamo poi pubblicato gli altri comunicati e la replica dell’azienda.

    A chi si richiama alle regole, vorrei ricordare che occorre anche rispettarle in prima persona e non solo chiederne il rispetto agli altri.

    Mi chiedo, con tutti i problemi che ha il paese, vi appassionano solo i “pettegolezzi da caffè” e le vicende interne a un giornale?

    Mi auguro di aver chiarito il mio comportamento e di aver soddisfatto la tua curiosità e spero che ora vengano considerate anche le ragioni degli altri. Non ero tenuto a dare tanti particolari su questa vicenda, perché non è corretto mettere in piazza le scelte interne a un giornale. Mi spiace che altri lo abbiamo fatto, violando anche uno stile che ci siamo sempre dati, quello di non fare pettegolezzi, come scrisse Cesare Pavese nelle sue ultime parole. Ho risposto alla tua richiesta per il rispetto e l’amicizia che ho sempre avuto per te e altri amici presenti in Terramia, e non voglio, come già detto, aggiungere altri particolari antipatici, che devono restare privati. Aggiungo che non potevo pubblicare la lettera, oltre che per un motivo pratico (quando è arrivata, quella pagina era già chiusa in tipografia e non lo dico per giustificarmi), anche per evitare una risposta che avrebbe alimentato il pettegolezzo perché poi avrebbe richiesto una replica e così via all’infinito. E poi non abbiamo mai pubblicato lettere di collaboratori che hanno lasciato il giornale in passato. Mi basta aver avuto la solidarietà del resto della redazione e dei collaboratori vecchi e nuovi che conoscono la situazione. Ma mettiamo una pietra sopra questa vicenda, anche per ragioni di dignità e di decenza di tutti, perché forse c’è chi dimentica che il giornalismo, che per qualcuno è un hobby, per me rappresenta il mio lavoro, quello che, tra l’altro, mi dà da vivere e non posso permettere che esso venga screditato e venga lesa la mia immagine, credibilità e dignità, conquistati in oltre trent’anni di duro e onesto lavoro, rinunciando anche a…

  54. segue dal commento n.59

    … a comodi e facili compromessi per la carriera.

    La sinistra, si sa, è abituata a farsi del male, a peccare di presunzione e protagonismo e a ritenere, soprattutto, che solo le proprie ragioni siano quelle giuste, senza accettare quelle degli altri, come è avvenuto in questa vicenda. Oggi questa sinistra vuole distruggere anche l’unico strumento rimasto di quel bel progetto del 1994, in cui tutti abbiamo creduto, che ha lasciato solo macerie dietro di sé, favorendo la destra oggi al governo a Molfetta. E oggi si getta fango sulle persone, invece di ringraziare chi ha dato una voce alla sinistra, superando mille difficoltà (per salvare il giornale – che sarebbe morto dopo due anni – mi sono assunto anche oneri che non mi toccavano, “mettendoci la faccia”, dalla ricerca delle risorse economiche a quelle umane e perfino quel marketing che oggi mi viene rimproverato, quando gli altri erano tutti scappati o stanchi), a prezzo di sacrifici personali, professionali ed economici (che i due ex collaboratori hanno volutamente dimenticato e taciuto, parlando solo di sé) e mi ha sostenuto, moralmente e praticamente suo malgrado solo la mia famiglia (sono stato costretto a coinvolgerla in tutti gli altri lavori anche scomodi: un giornale non è solo scrivere gli articoli), senza della quale il giornale non sarebbe stato in edicola ogni mese e sarebbe chiuso da tempo. E questo lavoro ha fatto comodo a tutti.

    Ma io mi sforzerò di andare avanti perché credo in questo giornale (sottoscrivo in toto il mio primo editoriale, caro Matteo), perché ho un obbligo verso i lettori e credo in un impegno gratuito e disinteressato che mi ha portato via almeno il quintuplo del tempo e delle energie degli altri, stravolgendo completamente la mia vita privata, familiare e professionale, è bene ricordarlo, visto che lo sottolineano gli altri, ma l’ho fatto per un impegno civile, non avendo bisogno di visibilità e di riconoscimenti con “Quindici” essendo già un giornalista professionista noto che scrive su un grosso quotidiano regionale. E’ stata una scelta concreta di partecipazione, come cittadino, alla vita di questa comunità, rischiando anche in proprio, come ho sempre fatto con coraggio e testardaggine, come diceva Gaetano Salvemini: “Chi ha la testa dura non si sente mai sconfitto. Dopo aver perduto una battaglia, si ripiega su posizioni più arretrate e si ricomincia…”; “…fai quel che devi, accada quel che può…”.

    Felice de Sanctis

    P. S. Mi chiedo: ma Terramia e la mailing list dei Ds sono tribunali del popolo che ora possono emettere la sentenza? Per me restano i luoghi meno adatti per parlare di queste cose.

  55. Non riesco a capire se questo blog ha una funzione propagandistica oppure si limita a fare solo controinformazione.

    In questa città c’è una sana realtà aziendale che sta portando tanto progresso e sta creando centinaia di posti di lavoro. Una cosa del genere verrebbe invidiata persino dalla ricca lombardia.

    Si, perchè questa realtà non appartiene solo alla famiglia ciccolella, perchè il benessere che darà origine investirà molte famiglie molfettesi e non solo. Gran parte dei cuccioli di oggi fra qualche anno verranno assorbiti dalla ciccolella, è diventeranno top managers, dirigenti, impiegati, perche la famiglia ciccolella ha scelto molfetta come suo quarier generale. Un pò come è successo a Torino quando il miracolo FIAT è divenuto realtà! La stampa nazionale e le televisioni da mesi non stanno facendo altro che mettere in luce questo miracolo economico, ma forse qualcuno non riesce ad acettare questo “dono” e si ostina a portare i paraocchi. La città di Molfetta oggi è protagonista sul panorama nazionale e il direttore De Sanctis ha solo raccontato quello che ci sta accedendo intorno.

    Come fate a non vedere tutto questo…!

  56. Rispondo all’ultimo post.

    Il problema, evidentemente, è un altro e ormai va ben oltre la vicenda-Ciccolella. Qui si tratta della libertà di informazione in questa città e delle reali possibilità per poterla esercitare. Dalla denuncia dei quattro redattori di Quindici si evince che quel giornale è pesantemente condizionato nelle sue scelte editoriali da un potentato economico. Oggi è per la vicenda Ciccolella, ieri era (lo so per certo) una inchiesta sullo sbanchinamento della costa bloccato dallo stesso direttore per non perdere la pubblicità di una nota sala ricevimenti (avrete capito tutti di cosa sto parlando) e chissà quante altre notizie non sono state date per non “pestare i piedi” a questo o a quello. La vicenda Ciccolella, a suo modo, è diventata simbolica. E’ di questo che occorre parlare e di questo il De Sanctis (nelle sue risposte) non si interessa minimamente, cercando di ridurre la questione ad una semplice vicenda interna alla redazione di Quindici. Ma, dal suo punto di vista, è ovvio: ormai è di dominio pubblico la sua gestione del giornale…gestione che – a dire il vero – molti avevano già denunciato. E poi, come può scrivere certe cose De Sanctis dopo essersene stato tre giorni, con la famiglia, ad Amsterdam tutto spesato dalla Ciccolella? Non è credibile…ormai ha perso ogni credibilità e Quindici (secondo me) è destinato a morire. Basta vedere il sito che (di fatto) ormai è defunto visto che pubblica solo i comunicati stampa di questo o di quello.

    Ho letto sul blog di Beppe Grillo che è stato lanciato il V – DAY sull’informazione: bene, io propongo a Matteo di organizzarlo a Molfetta, magari chiamando ad intervenire i quattro redattori fuoriusciti da Quindici perchè raccontino la loro storia.

    Grazie per l’ospitalità.

  57. x il comm. precedente.

    l’eleganza l’hai persa quando dici che il de sanctis non è credibile quando va in missione ad amsterdam dai ciccolella per altro inviato dalla gazzetta del mezzogiorno.

    Ma scusa, se io faccio l’inviato di guerra comme faccio a fare seriaente il mio lavoro se non prendo un aereo e mi reco a bagdad?

    Colgo nel sottofondo una certa nota di invidia, quasi a dire: ma a me perchè non mi ci mandano mai ad amsterdam…? un invidia che forse proviene dalla restante stampa locale.

  58. Sono stato informato solo ora, al mio rientro dall’estero, che è stato inserito, su questo sito un mio commento relativo alla vicenda interna al giornale “Quindici” (evidentemente c’è chi ha interesse a speculare su questa situazione). Comunico di non frequentare e leggere questo blog, né di aver inserito commenti di alcun tipo e preciso, visto che sono state fatte anche delle insinuazioni gratuite sul mio conto, di essermi recato, con un altro collega, ad Amsterdam per lavoro su richiesta del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”, per il quale ho realizzato il servizio sul Gruppo Ciccolella, richiestomi dal direttore della testata e pubblicato sullo stesso quotidiano barese giovedì 25 ottobre nelle pagine di “Economia e finanza”. Mi auguro che fatti che attengono a vicende private di “Quindici” e professionali del sottoscritto restino fuori da questo e da altri blog, perché non hanno nulla che possa interessare i frequentatori di questo sito. Inoltre mi scuso col direttore dell’Altra Molfetta, Corrado Germinario (il quale, per quel che lo riguarda, ha precisato anch’egli come alcuni commenti non fossero di redattori e collaboratori del suo giornale) per questo involontario incidente dovuto alla mancanza di filtri sul blog del Liberatorio politico.

    Felice de Sanctis

  59. direttore De Sanctis, non sono chiare un paio di cose di quello che scrive:

    a) si scusa con il direttore Germinario per il contenuto di quanto scritto nel primo post o per il fatto che qualcuno ha postato qui una e.mail che lei ha inviato a mezzo mondo attraverso la posta elettronica? Francamente non so cosa sia meglio

    b) crede davvero che la vicenda-Quindici sia soltanto un “fatto privato” e non, piuttosto, una questione che riguarda la libertà di informazione in questa città? Credo che per questo la faccenda incontra tanto interesse

    c) dice di essere rientrato da poco dall’estero, quali altri straordinari posti le ha fatto visitare la Ciccolella, dopo averla ospitata ad Amsterdam per farle fare quel bell’ “articoletto”???

  60. povero desantis è come romano prodi, stretto fra lella di pietro e giulio mastella. che bella compagnia. come si fa a governare così ahahahah

  61. Il d’ingeo sta sfruttando il GOSSIP, per avere i riflettori addosso così da poter poi assaltare la poltrona di sindaco e distribuire i seggi di consigliere e asessore ai suoi seguaci.

    Vorrebbe emulare beppe grillo. L’ unica cose è che grillo basa le sue dissertazioni su cose VERE mentre al d’ingeo piacciono i racconti di fantasia. Quando la gente capirà il suo piano la bolla di sapone si dissolverà nell’aria.

  62. ma che ci frega a noi di de santis e dei suoi fatti di quindici. matteo sei alla frutta. se continui così non ce la fai a fare il sindaco e a catturare le poltrone. il gioco è stato scoperto.

  63. Ti piacerebbe mettere allo spasso la coalizione del senator… ??vero???? Na da mengià d pen tust!!!!

  64. MA CHE SINDACO E POLTRONE AI SEGUACI DI D’INGEO!!!

    QUI LA POLTRONA NON LA VUOLE NESSUNO…CI SI FA’ SOLO IL COSIDETTO “MAZZO” PER RESTITUIRE UN PO’ DI DIGNITA’ AD UNA CITTA’ CORROTTA DA PERSONE COME VOI…BENEMERITI SOLO A PAROLE MA NON CON I FATTI!!!

  65. l’unica cosa certa è che Quindici ormai è al collasso. Il sito non è più aggiornato se non con semplici comunicati stampa che gli altri organi di informazione locale pubblicano con largo anticipo. Evidentemente De Sanctis da solo non è nelle condizioni di portare avanti sito e giornale e, avendo perso i suoi più stretti collaboratori, sarà presto costretto a mollare. Credo che il giocattolino si sia rotto e penso che le responsabilità siano di tutti. A perderci, ovviamente, è stata la città.

  66. Ma che dite, siete proprio ignoranti. Quindici è stato l’unico sito a scivere il nome dell’area sequestrata dalla finanza e cioè Palbertig. Non conoscete de santis andrà avanti con la nuova redazione per dimostrare che può fare a meno degli altri due fuorusciti. Basta leggere il giornale in edicola per capirlo. Dai Felice non mollare, nessuno è indispensabile e i due ora possono fare gli addetti stampa dei rispettivi partiti, così si consolano. Del resto tranne gli articoli di politica non facevano altro. E la gente della politica può fare a meno e comunque su questo numero è presente. Poveri illusi!

  67. Non capisco, 15 è sempre stato fazioso, cetto è sempre stato così, ora diventa un caso il fatto che tre collaboratori sdegnati vanno via? buon per loro, e lo dico senza ironia, peccato aver impiegato 10 anni per capire su che foglio scrivevano, peccato che non se ne siano mano a mano resi conto leggendo i “redazionali”, peccato che non abbiano sentito odor di zolfo quando cetto ha iniziato a vendere spazi pubblicitari e quel pò di anima del suo foglio, su carta e web a discutibili inserzionisti. Saranno stati ingenui? mah! chi lo sa. Ora siamo a rimandi e deliri, e cadiamo tutti dalle nuvole in Olanda.

  68. Oggi sulla gazzetta del mezzogiorno c’è un articolo di de santis inviato ad atene. chi avrà pagato la nuova gita di de santis all’estero? ciccolella? ma si parla di navi e porti, forse a pagare questa volta è stato il sindaco azzollini. quale sarà la prossima gita premio del nosto inviato all’estero? e che la regalerà?

  69. esorto ancora una volta i qui presenti a discutere circa le prisate di cane di cui sopra.

  70. A tutti gli “ignoranti”…

    Non bis in idem

    Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

    La locuzione latina Non bis in idem o più frequentemente “ne bis in idem” tradotta letteralmente, significa non due volte per la medesima cosa.

    Principio del diritto in forza del quale un accusato non può essere giudicato due volte per lo stesso delitto. Si applica alle sentenze passate in giudicato, per cui nessun giudice può esprimersi due volte sulla stessa causa. Nella vita di tutti i giorni la frase viene usata come monito a non ripetere due volte lo stesso errore.

  71. Ma perchè, poi, sciupare uno strumento così importante per discutere di queste “fesserie”?

  72. felice de santis e lella salvemini come lillino di gioia e annalisa altomare, un amore finito. ma se ne accorgono solo adesso? che importa, ci sono tante separazioni e tanti divorzi, dov’è il problema? dov’è la notizia? ma non avete nulla da discutere in questo sito. come mai non si parla di azzollini il sindaco che azzera tutti i consiglieri muti nel consiglio comunale, questo è lo scandalo. forse è meglio che parliamo delle cacche dei cani che è più interssante e soprattutto utile. l’unico problema a molfetta sono le cacche dei cani, coraggio scendiamo in piazza contro il sindaco

  73. risposta al commento n°79:

    è ironica la citazione, nessun latinismo didattico/cattedratico: per quanto tempo dobbiamo sopportare i vostri commenti sulle feci canine, lasciate in “ogni dove” in questo blog??? Un ringraziamento: un pò di sana critica ogni tanto aiuta a non cullarsi nel limbo della sapienza e della conoscenza, di cui ci si illude stupidamente di esserne indiscusso titolare e titolato!!!

  74. risposta al commento n°79:

    è ironica la citazione, nessun latinismo didattico/cattedratico: per quanto tempo dobbiamo sopportare i vostri inutili riferimenti alle feci canine, con i quali avete sporcato in “ogni dove” su questo blog??? Un ringraziamento: un pò di sana critica ogni tanto aiuta a non cullarsi nel limbo della sapienza e della conoscenza di cui ci si illude stupidamente di essere titolare o titolato indiscusso!

  75. Caro Zero50, vista la sua vocazione di giornalista “new generation”, mi lascia assai perplesso ciò che scrive al commento (17): “pregherei la redazione di cancellare i commenti…”. Non era lei per caso quel fervente sostenitore dell’ANTICENSURA? Non mi deluda in questo modo!!! Oppure ha capito che non tutto si può fare o dire, perchè esistono delle regole(buone, cattive, arcaiche o moderne che sia), che devono pur sempre essere rispettate?

I commenti sono chiusi.

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