Caso De Benedictis, l’ex gip e l’avvocato Chiariello puntano a patteggiare. Ma l’accordo è lontano

A Lecce l’udienza preliminare relativa all’inchiesta sulle tangenti pagate da alcuni pregiudicati per la scarcerazione. Ci sono altri sette imputatifonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Puntano a patteggiare la pena l’ex giudice barese Giuseppe De Benedictis e l’avvocato Giancarlo Chiariello, accusati di corruzione in atti giudiziari in concorso con altre sette persone. Oggi, venerdì 26 novembre, torneranno in aula a Lecce, dove si celebra davanti alla giudice Laura Liguori l’udienza preliminare relativa al presunto sistema di tangenti grazie alle quali alcuni pregiudicati avrebbero ottenuto le scarcerazioni. L’accordo sui patteggiamenti fra pubblica accusa e difese non è ancora stato raggiunto, però, perché le posizioni di De Benedictis e Chiariello sono entrambe molto gravi e non è facile trovare un punto di equilibrio.

Relativamente più semplici le posizioni degli altri imputati: il figlio di Chiariello, Alberto, e la collaboratrice Marianna Casadibari; il carabiniere (richiesta del diritto all’oblio) e i pregiudicati Danilo Della Malva, Antonio Ippedico e Roberto Dello Russo, l’avvocato foggiano Michele Gianquitto (difesi dagli avvocati Gianfranco Schirone, Saverio Ingraffia, Gaetano Sassanelli, Andrea Sambati, Filiberto Palumbo, Michele Laforgia, Marina Zanivan, Ada Rosito, Luigi Covella, Nicola Cavalluzzi, Achille Stanziale Francesco Santangelo). Quasi tutti chiederanno il rito abbreviato, perché le posizioni sono abbastanza chiare e negli atti d’udienza ci sono gli elementi che le difese ritengono utili per la definizione positiva delle singole vicende.

Se l’udienza di oggi non sarà rinviata, saranno appunto formulate le richieste di riti alternativi, dopo che la giudice si pronuncerà sull’ammissione delle parti civili: l’Ordine degli avvocati di Bari e la presidenza del Consiglio dei ministri. La scelta di patteggiamenti e riti abbreviati determinerebbe anche il salto a piè pari del dibattimento (che seguirebbe a un eventuale rinvio a giudizio) e quindi la celebrazione di un processo pubblico, che inevitabilmente avrebbe un’enorme risonanza mediatica.

La vicenda, del resto, è ancora in parte aperta e riguarda una fetta importante del mondo giudiziario barese. Rispetto al quale De Benedictis ha fatto alcune affermazioni che la Procura di Lecce sta tuttora approfondendo, pur ritenendo – come si evince dai verbali degli interrogatori depositati – che l’atteggiamento non sia stato completamente collaborativo.

Sulle ammissioni rispetto ai reati contestati (lo scambio di tangenti per indirizzare i provvedimenti) puntano invece i difensori del giudice e dell’avvocato per cercare di patteggiare una pena non troppo pesante. Chiariello, che ha già compiuto settant’anni, è ai domiciliari da mesi, mentre De Benedictis è ancora in carcere. L’atteggiamento del penalista è stato ritenuto più leale rispetto a quello dell’ex giudice e le sue ammissioni genuine.

Per De Benedictis, inoltre, è ancora aperto il fronte della detenzione delle armi, rispetto al quale ci sono indagini in corso, nelle quali la sua collaborazione avrebbe potuto essere molto utile per ricostruire il mercato illegale da cui si riforniva e la rete di appassionati fuorilegge.

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