Caro estinto, il Pm chiede 4 anni e 6 mesi per Spagnoletti

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di La Redazione (www.molfettalive.it/…)

Condanne da 18 mesi a 5 anni. Sono state richieste ieri dal pubblico ministero della procura di Trani Ettore Cardinali nel processo che vede alla sbarra Giuseppe Spagnoletti, Michele Defronzo, Vincenzo Samarelli, Domenico Bovenga, Vito De Gennaro, Isabella Dragone, Luigi Massari ed Enrico Pansini.

Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, falso ideologico, corruzione, concussione e peculato.

Secondo la procura, vi sarebbe stato una sorta di “sistema” mirato all’eliminazione della concorrenza che contava sull’appoggio all’interno dell’ospedale di Molfetta di personale paramedico che segnalava i decessi, oltre che di medici di base compiacenti o disattenti, che stilavano certificati di morte basandosi sulle indicazioni di rappresentanti delle agenzie funebri.

Gli inquirenti hanno anche analizzato i presunti casi di pazienti ormai deceduti dimessi per essere trasportati in casa, dove la morte era poi accertata dal medico di famiglia e poi dalla Ausl.

Una cinquantina gli iniziali indagati, giunti in otto al dibattimento dopo che l’udienza preliminare si era chiusa con otto condanne, tre patteggiamenti e un’assoluzione (dettagli nella colonna a destra). Nessuno ha scontato la pena beneficiando dell’indulto.

Al termine della requisitoria, la procura ha richiesto per il titolare dell’agenzia funebre “La Cattolica” 4 anni e 6 mesi di reclusione. Quattro gli anni per il suo dipendente Defronzo e per uno dei due infermieri: 5 per il collega Samarelli. Per i quattro medici convenzionati sono state chieste pene per 18 mesi (Massari e Pansini), 2 anni (Dragone) e 2 anni e 6 mesi (De Gennaro).

Cardinali ha ripercorso le indagini compiute dai carabinieri del comando provinciale di Bari, per mezzo anche di intercettazioni, filmati video e perquisizioni, scaturite dalla denuncia di Mauro Domenico Befo, concorrente di Spagnoletti nel campo delle onoranze funebri.

Nell’udienza di ieri hanno trovato spazio anche le prime due arringhe difensive. In rappresentanza dei medici Massari e Pansini, l’avv. Bepi Maralfa ha sottolineato come nel caso dei suoi assistiti ci si trovi di fronte a un processo privo di prove che attestino tempi e modi della corruzione contestata. Sarebbe assente qualsiasi riscontro, anche dopo l’analisi delle intercettazioni, di un presunto patto di questi ultimi con l’imprenditore che provi, dunque, una «bilateralità del rapporto».

Pertanto il legale ha richiesto per i “camici bianchi” l’assoluzione «perché il fatto non sussiste» per entrambi i reati di falso e corruzione.

L’udienza è stata aggiornata al 13 maggio. Saranno ascoltate le arringhe dei difensori degli altri sei imputati.

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