Brindisi, mazzette in Tribunale: un giudice tra i 6 arrestati. Indagate 21 persone, anche due magistrati. Tutti i nomi

Professionisti e magistrati della Fallimentare di Brindisi sono stati arrestati ieri mattina dalla Gdf su ordine della Procura di Potenza con le ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Tre persone in carcere (il giudice Gianmarco Galiano, l’imprenditore Massimo Bianco e il commercialista Francesco Pepe Milizia) e altre tre ai domiciliari: l’ex moglie di Galiano, l’avv. Federica Spina, l’avv. Francesco Bianco e Annalisa Formosi, moglie di Pepe ed ex presidente ordine ingegneri Brindisi. L’imprenditore Massimo Bianco e e l’avv. Francesco Bianco sono legati da rapporti di parentela (cugini). 

Ci sono 21 persone indagate, tra cui due magistrati: Francesco Giliberti e Giuseppe Marseglia, «indagati a vario titolo e secondo la rispettiva responsabilità», in servizio nella sezione Fallimentare del capoluogo dove si trova il Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio.

Per quanto riguarda Marseglia, la sua «posizione sembrerebbe assolutamente marginale rispetto al complesso delle condotte contestate»

I NOMI DEGLI INDAGATI 

–  Ada Argentieri, 69enne di Francavilla Fontana

–  Francesco Bianco, 47enne di Francavilla Fontana

–  Massimo Bianco, 50enne di Francavilla Fontana

–  Maria della Crove Brunetti,  78enne di Manduria

–  Mauro Calò, 44enne di Galatina

–  Antonio De Giorgi, 50enne di Brindisi

–  Olga Desiato, 41enne di San Pietro Vernotico

–  Annamaria Di Coste, 44enne di Francavilla Fontana

–  Pietro Di Coste, 47enne di Francavilla Fontana

–  Annalisa Formosi, 43enne di Francavilla Fontana 

–  Vincenzo Francioso, 54enne di Mesagne

–  Gianmarco Galiano, 49enne di Manduria

–  Francesco Giliberti, 59enne di Martina Franca

–  Concetta Alessandra Lapadula, 52enne di Francavilla Fontana

–  Giuseppe Marseglia, 43enne di Bari

–  Alessia Modeo, 49enne di Manduria

–  Rocco Palmisano, 58enne di Francavilla Fontana

–  Marina Peluso, 44enne di Nardò

–  Oreste pepe Milizia, 44enne di Brindisi

–  Massimo Ribezzo, 58enne di Oria 

–  Federica Spina, 48enne di Mesagne

FALLIMENTI PILOTATI E INCARICHI SPARTITI – Ruota attorno a incarichi giudiziari e consulenze, che sarebbero stati «spartiti” illecitamente l’inchiesta della procura di Potenza sull’attività della sezione fallimentare del Tribunale di Brindisi che ha portato all’arresto di un giudice civile, Gianmarco Galiano, e di altre cinque persone.

Tra i 21 indagati, tredici sono coloro che sono accusati di avere partecipato a una associazione per delinquere. Secondo quanto contestato, l’associazione sarebbe stata composta da professionisti e consulenti e finalizzata a compiere reati di corruzione in atti giudiziari, falsi in atto pubblico, concussioni, abusi d’ufficio, riciclaggio, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni in esistenti.

Ruolo di capo e promotore è attribuito al giudice Galiano, già coordinatore della sezione distaccata di Francavilla Fontana e poi giudice della sezione Fallimenti del Tribunale di Brindisi, che con Oreste Pepe Milizia (con ruolo di organizzatore) commercialista e l’imprenditore Massimo Bianco, oltre ad altri imprenditori e professionisti, avrebbero influito o dato la disponibilità a influire sulle decisioni giurisdizionali. Nel mirino anche sponsorizzazioni «gonfiate» per la barca a vela di Galiano che sarebbe stata utilizzata anche da altri componenti dell’associazione per delinquere.

GALIANO: AVREBBE PRESO SOLDI PER CAUSA DANNI A NEONATO – Avrebbe incassato parte dei risarcimenti concessi dalle assicurazioni in giudizi civili, il giudice Gianmarco Galiano, arrestato e condotto in carcere
stamattina in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare
emessa dal Tribunale di Potenza nei confronti anche di altre
cinque persone.

Si parla di una causa del 2007 sulla morte di una ragazza di 23 anni, e di un giudizio riguardante un bambino nato con traumi permanenti per colpa medica.

Nel primo caso 300mila euro sarebbero stati messi a disponibilità del giudice attraverso il conto intestato alla suocera, indagata a piede libero. Nel secondo si tratta di 150mila euro.

BENI SEQUESTRATI – Il gip di Potenza ha disposto il sequestro preventivo di 1,2 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che riguarda il giudice civile Gianmarco Galiano, in servizio a Brindisi e condotto in carcere questa mattina. Il magistrato avrebbe ricevuto denaro sui propri conti correnti e avrebbe potuto acquistare una masseria con soldi ricavati dalla gestione illecita di procedimenti civili. Avrebbe gestito imprese agricole e agrituristiche, gestito bed and breakfast.

I soldi sarebbero finiti sul conto corrente della suocera, che risulta indagata a piede libero per riciclaggio. Ai domiciliari anche la ex moglie, del giudice Federica Spina, che sarebbe stata nominata patrocinante legale nelle cause finite sotto la lente degli investigatori. E in un caso sarebbe stata nominata «dai presunti corruttori come erede testamentaria». Galiano avrebbe inoltre ricevuto sponsorizzazioni fittizie o gonfiate per la sua barca a vela (che era falsamente nella disponibilità di associazioni sportive) da parte dell’azienda Soavegel, dell’imprenditore Massimo Bianco, in cambio di tutela giudiziaria in alcuni procedimenti civili pendenti dinanzi al Tribunale di Brindisi. L’inchiesta è partita da alcune perquisizioni eseguite nel luglio del 2017 nello studio del commercialista Oreste Pepe Milizia, accusato di essersi prestato a scrivere le motivazioni di sentenze tributarie per conto di Galiano, giudice della commissione tributaria regionale della Puglia. Galiano avrebbe inoltre conferito incarichi per 400mila euro ai suoi «amici» professionisti.

fonte: MASSIMILIANO SCAGLIARINI – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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