di Francesca Russi
UNDICI esercizi commerciali su quindici non sono in regola. Giro di vite contro i compro oro. Sotto la lente di ingrandimento della polizia amministrativa sono finiti negozi in franchising e piccoli laboratori che acquistano gioielli usati per rivenderli alle fonderie. Gli agenti della Questura di Bari hanno passato al setaccio ieri mattina tuttii negozi dei quartieri Murat, Carrassi e Libertà. Riscontrando gravi irregolarità. E proprio per questo sono già pronti, sul tavolo del Questore Giorgio Manari, i provvedimenti da firmare per la revoca di due licenze e la sospensione di altre tre per quindici giorni. Undici invece i verbali per illeciti amministrativi per un ammontare di 15mila euro. Cifre che parlano chiaro: nel 75 per cento dei casi i compro oro sono risultati fuori legge. La percentuale conferma così l' allarme lanciato dal comitato provinciale per l' ordinee la sicurezza: dietro il boom improvviso dei compro oro c' è un vero e proprio business dell' illecito. Da via Pasubio a via Manzoni, da corso Cavour a via Dei Mille, da via Dante a via Trevisani. La squadra di controllo della polizia amministrativa e sociale, con l' ausilio del reparto prevenzione crimine di Puglia e Basilicata, ha acquisito registri, licenze e documenti. Un blitz in contemporanea nei quindici esercizi commerciali di Bari. Gli agenti hanno riscontrato più di una violazione amministrativa: l' errata compilazione dei registri, la mancata affissione delle licenze, l' utilizzo di personale non autorizzato. Nei registri che i titolari sono obbligati a tenere e a compilare mancavano i documenti di identità di chi aveva venduto i preziosi, un dato fondamentale per poter risalire ad eventuali pregiudicati che, attraverso i compro oro, si sbarazzano della refurtiva. È questo infatti il pericolo maggiore: dietro il giro d' affari si potrebbe annidare un sistema consolidato di ricettazione. Una considerazione che è più di un sospetto, alla luce delle ancora più gravi irregolarità nei confronti di due negozi a cui sarà revocata la licenza. La polizia amministrativa ha infatti scoperto la presenza di società terze, con sede a Milano e Torino, che acquisterebbero l' oro dagli esercizi baresi. Un passaggio intermedio non consentito dalle norme: i compro oro possono rivendere l' oro usato dopo dieci giorni e solo alle fonderie autorizzate. Gli investigatori adesso stanno cercando di capire cosa si celi dietro queste società settentrionali e per questo stanno scrivendo una ricca informativa da inviare alla guardia di finanza. «Vogliamo vederci chiaro – spiega la dirigente della divisione di polizia amministrativa e sociale, Rosa Romano – accanto a chi opera seguendo la legge, ci sono esercizi commerciali che invece compiono numerose irregolarità. Noi abbiamo rilevato la presenza di lavoro a nero e di registri errati, ora toccherà alle indagini accertare cosa possa esserci dietro tutte queste violazioni». I controlli però, promettono dalla Questura, proseguiranno. A Bari i compro oro sono in tutto 40, oltre 100 in tutta la provincia, e continuano a crescere di giorno in giorno. Quelli controllati ieri sono quasi la metà dunque degli esercizi commerciali presenti nel capoluogo ma offrono uno spaccato esemplare. Esiste una verae propria giungla in cui prospera l' illegalità. «È possibile -rincara la dose un investigatore – che gli stessi titolari dei negozi a volte siano i mandanti di scippi e furti in appartamento». – FRANCESCA RUSS