Barletta, tangenti al carabinieri per l’appalto delle palazzine

«Non meno di 220mila euro quale contropartita per aver affidato a una impresa edile i lavori per la realizzazione di alcune palazzine nella zona 167 di Barletta per conto della cooperativa «Salvo D’Acquisto», costituita da militari dell’Arma: è l’accusa contestata da Achille Bianchi e Silvia Curione, rispettivamente procuratore aggiunto e sostituto procuratore a Trani, nei confronti di Giuseppe Mafale, 51 anni, maresciallo maggiore per anni in servizio presso la Compagnia Carabinieri a Barletta, ora presso il Comando Legione Carabinieri Puglia, a Bari, all’epoca dei fatti contestati presidente della cooperativa edilizia «Salvo D’Acquisto».

L’udienza preliminare si terrà mercoledì 27 novembre davanti al gup Raffaele Morelli. Il reato di concussione, secondo quanto ricostruisce la pubblica accusa nella richiesta di rinvio a giudizio, si sarebbe consumato fra luglio 2010 e ottobre 2012 ai danni di Nunzio Paolicelli, 62 anni, amministratore di fatto dell’impresa Edil Paolicelli di Barletta, indagato anche lui con l’accusa di favoreggiamento (anche nel suo caso è stato chiesto il giudizio).

La «riconoscenza» per l’affidamento dei lavori sarebbe stata espressa attraverso il versamento di 10mila euro per volta, fino «alla consegna indebita di denaro contante per non meno di 220mila euro». Il quale denaro contante, secondo quanto ricostruito durante le indagini della Procura di Trani, sarebbe poi transitato sui conti di Vincenzo Salvatore Mafale, 76 anni (padre del maresciallo maggiore), Domenica Mafale, 53 anni (sorella) e Francesco Fiorentino, 78 anni, (suocero) per tornare, attraverso una serie di successivi bonifici, nella disponibilità di Giuseppe Mafale.

Per tale ragione, Vincenzo Salvatore Mafale, Domenica Mafale e Francesco Fiorentino sono accusati di riciclaggio continuato, «poiché con più azioni esecutive, anche in tempi diversi, del medesimo disegno criminoso e con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di assicurare a Mafale Giuseppe l’impunità, versavano sui conti correnti loro intestati le somme di denaro provento del delitto di concussione».

Lo stesso Nunzio Paolicelli, amministratore di fatto dell’impresa Edil Paolicelli, risponde dell’accusa di favoreggiamento: sentito a sommarie informazioni dai militari del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Barletta, «aiutava Mafale Giuseppe ad eludere le investigazioni dell’Autorità, negando falsamente di avergli corrisposto denaro per effettuare i lavori edili» di realizzazione degli alloggi per conto della coop «Salvo D’Acquisto». Gli indagati sono difesi dagli avvocati Carmine Di Paola (Giuseppe Mafale e Nunzio Paolicelli), Agatino Bellomo (Vincenzo Salvatore Mafale) e Nicola Di Pinto (Francesco Fiorentino e Domenica Mafale).

fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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