Bari, nello studio legale si decidevano le rotte del narcotraffico dall’Albania: “Basta gommoni. Servono yacht con coppiette”

Lo raccontano le intercettazioni dell’inchiesta Levante, che ha sgominato due gruppi criminali dediti al riciclaggio e al traffico illecito di carburanti facendo finire 15 persone in carcere, 44 ai domiciliari e due legali interdettifonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Venivano studiate in uno studio legale di Bari le rotte del narcotraffico dai Balcani verso la Puglia: lo raccontano le intercettazioni dell’inchiesta Levante, che ha sgominato due gruppi criminali dediti al riciclaggio e al traffico illecito di carburanti facendo finire 15 persone in carcere, 44 ai domiciliari, 14 con obbligo di firma e due avvocati interdetti. Ai domiciliari è finito tra gli altri l’avvocato Fabio Mesto, civilista già arrestato per la fuga di notizie dell’inchiesta sugli appalti Arca e protagonista di una serie di attività che la Dda ritiene illecite.

Le indagini condotte dai militari della Guardia di finanza già nel 2017 avevano fatto emergere il suo ruolo di collettore di richieste per l’assegnazione o il mantenimento di alloggi popolari, anche da parte di esponenti della criminalità locale, che svolgeva grazie all’amicizia con Sabino Lupelli, ex direttore dell’Agenzia regionale per la casa.

Regione Puglia, qualcuno avvisò i vertici: “Indagano su Arca”

Contemporaneamente gli investigatori – coordinati dal pubblico ministero Fabio Buquicchio – avevano scoperto che Mesto aveva rapporti con alcuni italiani residenti in Albania, con i quali aveva cercato di organizzare il trasporto di stupefacenti in Italia. Un progetto partorito nella primavera 2017, con la complicità di Nicola Sassanelli (detto Banana, specialista del settore affiliato al clan Velluto) e di un imprenditore barese. Era stato quest’ultimo a presentargli un concittadino titolare di un ristorante a Valona, che si autodefiniva “l’ex boss della rotta balcanica” e avrebbe dovuto metterlo in contatto con i venditori albanesi.

In una conversazione intercettata Mesto si faceva portatore delle istanze di alcuni esponenti di clan locali, che “stanno cercando un partner… e qualche scafista per fare la spola tra Italia e Albania”. Il problema fondamentale era capire dove far sbarcare la droga, perché la costa barese non era sicura e quindi si puntava più a nord: “Ultimamente abbiamo fatto due-tre viaggi su Bisceglie”, diceva l’imprenditore. Ma si valutava anche il territorio foggiano.

Abbandonato il vecchio sistema dei motoscafi e gommoni dedicati, i tre interlocutori ipotizzavano di utilizzare barche da diporto con a bordo insospettabili, “tipo le coppiette”, oppure “persone importanti, con i loro yacht, che fanno questo discorso anche dal Montenegro: gente pulita, perfetta, che arriva, si parcheggia, voi caricate quello che dovete e loro scaricano”.

Per mettere a punto i dettagli dell’operazione, Mesto aveva annunciato per la Pasqua di quell’anno un viaggio in Albania. A maggio invece era stato il ristoratore a recarsi nello studio legale a Bari. Le contrattazioni riguardavano una tonnellata di droga al costo di 400mila euro, o un prezzo leggermente inferiore se il carico veniva pagato tutto in contanti, considerando anche che nel conteggio rientravano i “120-130mila euro alla polizia albanese”.

L’intermediario chiedeva anche rassicurazioni a Mesto sulla solidità del barese che voleva comprare il carico, perché il venditore, “fino a qualche anno fa lavorava con Savinuccio (Parisi) e non vuole boss di quartiere”. Durante un altro incontro con Sassanelli, l’avvocato aveva un’alzata di ingegno e ipotizzava di fare trasportare la droga su alcune barche che partecipavano a una gara di pesca: “Ci sono le imbarcazioni in mezzo al mare, con la bandierina e con le canne, hia voglia a vedere sui radar… “.

“Queste cose io le ho fatte dieci-dodici anni fa”, aggiungeva facendo riferimento anche a un finanziere che “è venuto con me a pescare varie volte e ogni tanto gli devi dare la 100 euro, mi fa i favori, i permessi, patente…”.

Per gli investigatori che lo ascoltavano, tutte queste affermazioni erano sintomo di una personalità borderline dell’avvocato Mesto. Che si muoveva al limite fra il mondo giudiziario e quello degli affari illeciti. E che, a suo dire, aveva contatti anche con un pezzo grosso della politica albanese: “Mi ha dissequestrato parecchie cose là, soldi, agenzie, società. Abbiamo fatto processi, si è mosso bene. Gli abbiamo dato i soldi, ci ha dato i documenti, i giudici, la sentenza e tanti saluti. Poi siamo diventati amici…”. Altri amici il professionista affermava di averli anche nel tribunale di Bari e negli uffici della Procura, da dove era riuscito a sapere notizie riservate prima che gli atti fossero notificati agli indagati.

In alcune sue attività l’avvocato Mesto era affiancato dal penalista Massimo Chiusolo, al quale la gip Antonella Cafagna ha imposto l’interdizione di un anno. Chiusolo – assistito dagli avvocati Michele Laforgia e Raffaele Quarta – ieri è stato interrogato dalla giudice, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.

A verbale ha fatto mettere che vista l’enorme mole di documentazione depositata dalla Procura della Repubblica a corredo della misura cautelare, non è ancora in grado di avere un quadro chiaro delle contestazioni. Intanto il sindaco di Giovinazzo, Tommaso De Palma, ha fatto sapere di non avere mai autorizzato la concessione demaniale chiesta da Chiusolo per aprire uno stabilimento balneare e di non averlo mai incontrato “di persona né tramite terzi”.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi