Il Tribunale del riesame di Bari dovrà ripronunciarsi sulla misura cautelare degli arresti domiciliari per Antonio Azzollini. Lo ha stabilito la V Sezione penale della Cassazione accogliendo il ricorso del senatore di Ncd e annullando con rinvio la precedente decisione del Tribunale di Bari. La misura cautelare era stata disposta dalla Procura di Trani lo scorso 10 giugno nell’indagine sul crack della casa di cura Divina Provvidenza. Sul caso si era anche pronunciata l’Aula del Senato respingendo la richiesta il 29 luglio.
“Il tempo in cui in Italia bastava un avviso di garanzia per condannare qualcuno è finito”. Così il premier Matteo Renzi, nella sua Enews, ha commentato la vicenda del senatore Azzollini. “Ricordate le polemiche che ricevute (anche dai destinatari delle enews) sulla questione di un senatore, per il quale la Procura di Trani aveva richiesto l’arresto, arresto negato dai senatori semplicemente perchè dai documenti era chiara la infondatezza della richiesta? Bene. Allora dicevo: Il Parlamento non è il passacarte della procura di Trani. Ci furono reazioni spigolose e qualcuno disse che noi difendevamo la casta. Ieri abbiamo scoperto che la Cassazione ha addirittura annullato quell’arresto”.
“Quando si parla di libertà delle persone – prosegue Renzi – si può perdere consenso, per carità. Ma si deve procedere sempre con i piedi di piombo. Il tempo in cui in Italia bastava un avviso di garanzia per condannare qualcuno è finito. Ci vuole più rispetto per la presunzione di innocenza. Il tutto accompagnato da una semplificazione e velocizzazione del processo, da una stretta sulla prescrizione e dalla certezza della pena: finché non ti condannano, sei innocente. Quanto ti condannano, paghi sul serio. Solo così smetteremo di essere succubi del populismo.”