Auto, negozi e palazzi. Gli insospettabili prestanome dei clan

Hanno messo i loro nomi e cognomi a disposizione dei Parisi e dei Martiradonna, per ripulire beni e attività commerciali acquistati con i proventi di quelle illecite. Uomini e donne insospettabili, la maggior parte dei quali incensurati: a loro la guardia di finanza è risalita dopo un complicato lavoro di ricostruzione patrimoniale, al termine del quale il pm della Direzione distrettuale antimafia Federico Perrone Capano ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Diciannove gli indagati nel fascicolo stralciato da quello principale, che nell’autunno 2018 portò all’arresto di Vito Martiradonna (detto “Vitino l’Enèl”) e dei figli Francesco, Michele e Mariano (poi condannati). In quella circostanza finì in carcere anche Tommaso Parisi (figlio del boss di Japigia, Savino), che con i Martiradonna aveva stretto un patto di ferro per la divisione delle sale slot.
Tra i 19 indagati ci sono alcuni master e agenti (Luigi Lucarelli, Michele Claudio Giacalone, Roberto Cuttone, Luigi Emilio Minelli) che lavoravano a servizio di Vitino e dei suoi figli per tenere in piedi la gigantesca macchina del gioco online, tramite società con sede legale in paradisi fiscali e agenzie in diverse regioni italiane. Stando a quanto era emerso nelle indagini, in dieci anni con le scommesse clandestine i Martiradonna e i loro complici avevano realizzato profitti illeciti per 650 milioni di euro. Tutti quei guadagni, però, dovevano essere reinvestiti. E per farlo senza finire nel mirino degli investigatori era necessario che i beni venissero acquistati all’estero o intestati a prestanome. Nel primo caso non è stato facile ricostruire la mappa delle proprietà di Vito e dei suoi parenti, considerato che molte si troverebbero in Paesi con fiscalità avvantaggiata e con leggi meno stringenti di quelle italiane sull’uso del denaro contante. Per quanto riguarda gli investimenti in Puglia, invece, è stato possibile tracciarne una parte e ricostruire le responsabilità dei complici.
Del resto, l’intestazione fittizia di beni è uno dei sistemi da decenni utilizzati dai clan baresi per far sparire i soldi delle estorsioni e del traffico di droga. E non è un caso se anche il figlio del boss storico di Japigia, Tommaso Parisi, abbia scelto di avvalersi di prestanome. A Vincenzo Amoruso, per esempio, risultano intestate sale slot a Torre a Mare, Valenzano e Triggiano; a Michele Barletta alcune a Triggiano e a Japigia; a Marcello Iusco cartolerie a Japigia e Poggiofranco. Antonio Ricco e Davide Petrolla, invece, erano stati scelti da Michele Martiradonna per far sparire le quote di una società che lui non poteva più detenere e che aveva gestito un ristorante su corso Vittorio Emanuele, nel pieno centro di Bari. Nicola De Marzo e Scipione Manzari, a loro volta, risultavano i titolari di quote di un’altra società — che ha gestito un noto locale in via Amendola — ma quelle quote, in realtà, gli sarebbero state passate da Francesco Martiradonna. Nel corso della stessa indagine è stato appurato che una delle più note sale slot di Bari, ubicata in via Tommaso Da Fiore, per molto tempo è risultata di proprietà di Margherita Cinquepalmi, mentre le quote erano divise tra i Martiradonna e alcuni uomini di fiducia. Stessa storia per un centro scommesse di Altamura, intestato a Giandomenico De Palo e Maria Maiorano.
Per quanto riguarda poi gli immobili, anche il boss Vitino in persona non disdegnava gli acquisti. Cesario Nuzzo, per esempio, figurava come proprietario dell’appartamento nel palazzo Altavista di via Quasimodo, a pochi passi dalla sede della Regione, che Martiradonna aveva acquistato mentre era ancora in costruzione versando una caparra di 67mila euro. A Vittorio Russo e Michele Amoruso, invece, Vito aveva fatto intestare una Audi A3 Sportback e una Renault Clio. Altri prestanome eran stati individuati per la Mini e la Mercedes Classe A del figlio Michele Martiradonna, che risultavano di Giuseppe Genchi e Vito Valenzano.
fonte: Chiara Spagnolo –  bari.repubblica – sabato 8 gennaio 2022
 

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