La Direzione investigativa antimafia di Bari ha confiscato beni per un valore di 500mila euro a un pregiudicato di Bitonto, il piatrellista Michele Terlizzi, 58 anni, e ai componenti del suo nucleo familiare. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale e riguarda un appartamento nel centro di Bitonto, un appartamento, un locale ed un box a Bisceglie e una porzione di appartamento nella cittadina di Rutigliano.
Terlizzi era stato coinvolto, nel 2007, nell’indagine ‘Capitolo’, condotta dalla Dia di Bari sul fenomeno dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore delle aste giudiziarie nella provincia, al termine della quale furono arrestate cinque persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta ed estorsione, tre delle quali condannate in primo grado. Tra di loro anche Michele Terlizzi. Dopo aver effettuato a marzo scorso il sequestro anticipato dei beni, il Tribunale di Bari ha disposto la confisca.
Gli investigatori hanno individuato un sistema che, grazie anche a esponenti della criminalità bitontina, consentiva a professionisti e imprenditori di controllare le aste e aggiudicarsi l’acquisto di immobili. Tra gli indagati figuravano anche avvocati e notai. Gran parte delle aste veniva decisa di fatto negli studi dei professionisti coinvolti, piuttosto che in tribunale. Con questo sistema sarebbero stati acquisiti appartamenti, opifici, centri industriali e commerciali a Sammichele, Rutigliano, Palo del Colle, Bisceglie e Mariotto. Sui beni così aggiudicatisi, veniva poi redatta una scrittura privata che serviva a suddividere la proprietà tra i componenti del gruppo. In altri casi, invece, facevano in modo che l’asta andasse deserta, per poi andare al ribasso del prezzo base.