fonte: http://bari.repubblica.it – di VITTORIO RICAPITO
Dopo l’Inps, la Asl e il Comune, a Taranto c’è una nuova inchiesta sui ‘furbetti del cartellino‘ che riguarda l’Amat, la società di trasporto pubblico di proprietà dell’ente civico. Sono 44 i dipendenti dell’azienda ai quali la pm Lucia Isceri ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari con l’accusa di concorso in truffa e violazioni del testo unico del pubblico impiego.
Secondo le indagini della squadra mobile di Taranto, i dipendenti timbravano il cartellino delle presenze per poi allontanarsi dal posto di lavoro. I poliziotti hanno installato microcamere all’ingresso della società di trasporto pubblico nella primavera del 2014 e poi durante l’inverno del 2015. Secondo gli investigatori, dalle immagini appare evidente che i dipendenti finiti sotto accusa “obliteravano i dispositivi marcatempo in entrata e in uscita per sé e per altri colleghi durante i turni di lavoro”, percependo così stipendi per periodi in cui in realtà non erano presenti sul posto di lavoro e provocando anche un danno di immagine all’azienda.
A nove degli indagati è contestata anche la recidiva. In passato casi analoghi si sono verificati nelle Asl di Taranto (nel 2011) e di Lecce, dove sei infermieri a giugno 2016 sono stati licenziati per essere stati pizzicati a casa nonostante risultassero regolarmente al posto di lavoro. Stesse accuse per 47 dipendenti degli uffici Inps di Taranto, finiti sotto inchiesta della guardia di finanza nel 2014. A ottobre 2015, invece, 35 dipendenti del Comune di Taranto sono finiti a processo per truffa per essersi allontanati dopo aver timbrato il cartellino marcatempo.