ECCO CHI HA ASSASSINATO I PESCATORI ITALIANI DEL FRANCESCO PADRE

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di Gianni Lannes – sulatestagiannilannes.blogspot.it

Mare Adriatico: notte a cavallo fra il 3 e il 4 novembre 1994. Due unità da guerra dell’US Navy, la fregata USS YORKTOWN ed il sommergibile USS L. MENDEL RIVERS, sparano senza alcun motivo contro la motobarca Francesco Padre di Molfetta intenta a pescare. La barca affonda e muoiono sul colpo Giovanni Pansini (45 anni), Luigi De Giglio (56 anni), Saverio Gadaleta (42 anni), Francesco Zaza (31 anni), Mario De Nicolo (28 anni), ed il cane Leone. Il peschereccio viene colpito da un ordigno che trapassa lo scafo, a poppavia sinistra sotto la linea di galleggiamento. Non contenti, i militari yankee mitragliano senza pietà questi pacifici lavoratori del mare.

http://www.youtube.com/watch?v=ryLN7zYkzDU

Ufficialmente, a mezzanotte e mezza, un pattugliatore marittimo (P3C Orion) degli Stati uniti d’America – decollato dalla base di Sigonella in Sicilia – segnala un bagliore in mare. «Poiché sono passati circa 20 anni dall’incidente, è stato difficile trovare informazioni rilevanti ai fini dell’indagine. Riguardo ai punti indicati nella richiesta del Dott. Maralfa (punti 1-12) non ci sono informazioni di risposta». E’ l’ultima menzogna del governo degli Stati Uniti d’America, sponsorizzata dal Pentagono e a firma del delegato del consiglio generale Charles Allen, alla richiesta di rogatoria della Procura della Repubblica di Trani.

Si dà il caso che nell’archivio NATO (Afsouth) e dell’US Navy sia custodita la documentazione integrale dell’operazione Sharp Guard, con l’organigramma di comando e l’elenco delle unità aeronavali coinvolte. Addirittura, sia le pedine del patto atlantico che quelle dell’Unione europea (Ueo) hanno attestato il falso dichiarando negli atti che quell’operazione di polizia marittima era stata richiesta da alcune risoluzioni del consiglio di sicurezza dell’Onu. In realtà, ad un’attenta disamina, non vi è alcun riferimento. L’Italia è membro passivo (subordinato) dal 1949 della cosiddetta alleanza a stelle e strisce.

A dirla tutta c’era la guerra che partiva dalle basi nordamericane in Italia (Aviano, Gioia del Colle, eccetera), in un tempo di pace apparente, in palese violazione dell’articolo 11 della Costituzione italiana.

Il presidente degli Stati Uniti d’America con la direttiva secret 133 (National Security Decision Directive), aveva deciso anzitempo di disintegrare la Jugoslavia, e così è stato. La carneficina voluta da Washington ha mietuto ben 300 mila vittime, soprattutto civili. Inoltre, il Mare Adriatico è stato disseminato durante quel conflitto di ordigni all’uranio impoverito e al fosforo, mai recuperati.

Nel novembre del 1994 al quirinale regnava Oscar Luigi Scalfaro, mentre il governo tricolore era rappresentato da Silvio Berlusconi (presidente del consiglio), Cesar Previti (ministro difesa), Antonio Martino (ministro esteri), Roberto Maroni (ministro interni). Alla casa bianca (white house) c’era mister Bill Clinton (affiliato all’organizzazione terroristica internazionale Bilderberg – finanziata da David Rockefeller e diretta da Henry Kisisnger – alla stregua di Romano Prodi, Mario Monti, ed Enrico Letta). A tutt’oggi, i numerosi governi di Roma non hanno risposto alle numerose interrogazioni ed interpellanze parlamentari sul caso del Francesco Padre. Perchè? Qualcosa da nascondere?

Dunque, le responsabilità penali sono evidenti nella catena diretta di comando. Oltretutto, siamo dinanzi ad una manifesta violazione dei diritti umani e delle norme giuridiche internazionali. Infatti la missione Sharp Guard (guardia implacabile) va in onda dal 1993 al 1996, senza alcuna pezza d’appoggio dell’Onu, a copertura dell’attività bellica di presunto embargo.

All’epoca, il pubblico ministero Elisabetta Pugliese, coadiuvata dal consulente tecnico Giulio Russo Krauss (docente all’Accademia navale di Livorno) inspiegabilmente non ha disposto il recupero del relitto e delle salme, bensì ha richiesto ed ottenuto pur senza alcuna motivazione plausibile l’archiviazione del caso (anno 1997).

La notte fra l’1 e il 2 luglio 2009, ignoti fanno saltare in aria la mia auto. Proprio la mattina del 2 luglio di 5 anni fa, avrei dovuto intervistare il professor Russo Krauss a Napoli, per conto della Rai: infatti stavo realizzando un docufilm per il programma “La storia siamo noi” diretto da Giovanni Minoli. Risultato: viale Mazzini blocca tutto. Poco dopo muore improvvisamente Giulio Russo Krauss. Nel frattempo, subisco altri due attentati. Comunque il 14 novembre 2009 viene pubblicato il libro di inchiesta NATO: COLPITO E AFFONDATO. Il capo della Procura di Trani, Carlo Maria Capristo assume subito come fonte di prova il predetto volume, e così nel febbraio 2010 riapre il caso.

In sostanza: il governo United States of America ha portato la guerra nei Balcani ed i governi italiani hanno ubbidito al diktat nordamericano. Il tragico risultato è sotto gli occhi del mondo.Una carnefica di esseri umani e la disintegrazione di un Paese sovrano per far posto a basi belliche ed organizzazioni criminali, che sotto l’egida di Wall Street smerciano impunemente droga, armi ed esseri umani anche in Europa.

Le stragi non cadono in prescrizione. I responsabili vanno individuati e processati a tutti i livelli, inclusi gli indegni rappresentanti governativi di Italia & USA. A capo di Sharp Guard c’era l’ammiraglio italiano Mario Angeli. Perché non è stato mai chiamato in causa dai magistrati, o meglio indagato? Infine: le famiglie dei 5 pescatori vanno congruamente indennizzate e risarcite in termini economici.

riferimenti:

Gianni Lannes,  NATO: COLPITO E AFFONDATO, La Meridiana, 2009

Gianni Lannes, NATO: LA STRAGE DEL FRANCESCO PADRE, Digressione, 2014

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/03/nato-colpito-e-affondato-una-strage-di.html

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=francesco+padre

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http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/RES/1022%281995%29

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