Gentile direttore,
ho notato che la Gazzetta nell’edizione di ieri e in quella odierna, ha dedicato ampio spazio alla tragica vicenda del Francesco Padre. Ho rilevato, purtroppo, che gli articoli – fatti passare agli ignari lettori, addirittura per “esclusivi” – contengono una serie notevole di imprecisioni e palesi inesattezze (anche a proposito delle rogatorie). Il 4 novembre 2008, il quotidiano La Stampa, ha pubblicato la mia seconda inchiesta sulla vicenda del peschereccio molfettese, intitolata “A picco per una bomba amica”. E il 14 novembre 2009, la casa editrice la Meridiana, ha pubblicato il mio saggio di inchiesta NATO: COLPITO E AFFONDATO: un volume assunto dalla procura di Trani come fonte di prova che ha consentito alla magistratura di riaprire il caso (archiviato nel 1997) nel febbraio 2010, e non nel 2012, come riportato da Longo e Scagliarini. Mi spiace davvero che il pur attento giornale come La Gazzetta del Mezzogiorno sia incappato in taluni errori ed omissioni. In ogni caso, sono a sua disposizione per qualsiasi chiarimento in merito. Per la cronaca: sto ultimando un docufilm sulla vicenda e ho individuato le unità navali responsabili della suddetta strage.
Gianni Lannes
10.11.2014
Francesco Padre, il giallo dei tre aerei americani
Strage Francesco Padre «Fu un atto di guerra». I pm: è un caso Ustica