fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca
Dichiarava poche migliaia di euro l’anno, ma lui e i suoi familiari erano in possesso di beni per un valore di circa due milioni di euro, che, così come dimostrato dall’attività di indagine patrimoniale condotta dai carabinieri della compagnia di Andria (Bat), su delega della Procura distrettuale antimafia di Bari, erano stati accumulati grazie alle illecite attività di Antonio Agresti, 47enne di Andria, attualmente in carcere perché ritenuto responsabile di svariate rapine ai danni di autotrasportatori.
Per questo motivo i militari, già nel gennaio 2017, avevano dato esecuzione al provvedimento di sequestro anticipato di beni, emesso dal Tribunale del riesame di Bari, che, secondo la legge in vigore, prevede la possibilità di sequestrare i beni, in via cautelare, nei confronti di persone che si sono macchiate di reati particolarmente gravi e di cui i cespiti illeciti costituiscono il provento. Il medesimo provvedimento ablativo era già stato eseguito il 23 ottobre 2014, allorché fu smantellato un sodalizio criminale dedito alle rapine a mano armata in danno agli autotrasportatori, di cui il 47enne faceva parte.
Un ricorso giurisdizionale, però, presentato da Agresti e dai suoi congiunti, aveva permesso loro di rientrare, per qualche tempo, in possesso dell’illecito patrimonio. Gli stessi militari, però, hanno poi eseguito il decreto di applicazione della confisca dei beni, emesso dal Tribunale di Trani, sezione Misure di prevenzione. I beni sequestrati sono un appartamento e una villa di lusso, tre fondi rustici sui quali insistono altrettanti uliveti, condotti con le più evolute tecnologie a sostegno dell’agricoltura (impianti di irrigazione e di raccolta dei frutti avanzati), due autovetture, due motocicli, nonché conti correnti accesi in un noto istituto di credito del luogo. Il tutto per un valore complessivo pari a circa due milioni di euro.