“A Bari i nuovi modelli dei clan girano sui social”: l’allarme del procuratore Rossi e le ultime frontiere della mafia

Il capo della Procura interviene all’Università Aldo Moro e avverte: “I nuovi media vanno studiati per capire come si sta evolvendo il fenomeno criminalità organizzata” – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

I social come nuova frontiera della criminalità organizzata: “Da studiare – dice il procuratore della Repubblica, Roberto Rossi – per capire come sta evolvendo il fenomeno mafioso e quali nuovi modelli si stanno affermando, soprattutto fra i più giovani”. I vertici della magistratura barese si inseriscono nel dibattito su come la mafia del capoluogo stia cambiando e sul rischio che le nuove modalità di affermazione del potere e dei modelli socio-culturali criminali sia sottovalutato nel dibattito politico-istituzionale lanciato dal referente regionale di Libera e parroco di San Sabino, don Angelo Cassano.

L’occasione è stata la presentazione dello short master organizzato dall’Università sul tema ‘Mafie, corruzione, legalità e sviluppo economico‘, alla quale la Direzione distrettuale antimafia si è presentata con i suoi vertici, il procuratore Rossi e l’aggiunto Francesco Giannella, a mostrare unità di intenti e condivisione totale dei percorsi investigativi.

Entrambi non si sono nascosti dietro un dito, ammettendo che la città sta cambiando e che anche la reazione di giubilo di una parte di Bari vecchia dopo la scarcerazione di Lello Capriati (uno degli autori dell’omicidio di Michele Fazio, che ha scontato l’intera condanna a 19 anni) “deve far riflettere, perché è sintomatica di quello che sta accadendo dal punto di vista culturale nel mondo giovanile”.

È un invito alla riflessione e allo studio di questa nuova realtà, quello del procuratore Rossi, perché oggi c’è il rischio che “di mafia si parli poco oppure troppo, che discuterne diventi un rito salottiero nel quale si ripetono sempre le stesse cose”. Una pratica inutile e per pochi, aveva detto pochi giorni fa – intervistato da Repubblica – don Angelo Cassano interrogandosi sulla necessità di costruire una nuova antimafia sociale, che si stacchi dalle celebrazioni del passato e cominci ad analizzare il presente con tutta la sua carica di novità.

In tal senso l’uso sfrenato dei social da parte delle giovani leve dei clan, l’ostentazione del potere e del denaro, i messaggi indirizzati ad amici e nemici, sono i segnali che molto è cambiato, come hanno ammesso anche i magistrati. “Abbiamo avuto la presunzione di credere che le mafie e la corruzione potessero essere contrastate facendo battaglie isolate – ha detto Giannella – La prevenzione, la repressione, l’antimafia sociale: ognuno lavorando un po’ per conto proprio. Noi come magistratura inquirente, in particolare, abbiamo per lungo tempo pensato che combattere le mafie e la corruzione fosse soltanto un’azione repressiva. Invece da tempo ci stiamo rendendo conto che tutto questo non ha senso e che dobbiamo recuperare il terreno perduto, attraverso un’operazione di coinvolgimento collettivo, mettendo insieme tutte le competenze possibili per creare una rete e affrontare con un sistema quello che è un sistema mafioso”.

In tale prospettiva e tentativo si pone anche il master universitario. Inserito in una più ampia riflessione che anche la magistratura si vede costretta a compiere. Troppe le nuove modalità di comunicazione (i social network, appunto), i nuovi simboli (i cantanti neomelodici, fra gli altri), le nuove regole che i mafiosi di ultima generazione dimostrano di seguire, per poter continuare ad affrontare anche le battaglie giudiziarie con le sole prospettive del passato. “Bisogna studiare le novità, evitando il più possibile i riti – ha concluso Rossi – E non sperare di trovare risposte semplici, perché di fronte alle questioni complesse le risposte devono esserlo altrettanto”.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi