Nella mattinata del 1 ottobre u.s. il chiosco del “Barbaro” è stato smantellato un mese prima della scadenza dell’autorizzazione prevista per il 31 ottobre 2020. I motivi della fuga anticipata del Barbaro possiamo immaginarla ma, non comprendiamo invece come sia possibile che dal 1 novembre ad oggi l’altro chiringuito “Casa del mar” sia ancora al suo posto. Sarebbe a tutti gli effetti una costruzione abusiva e, nessuno, dopo 22 giorni ha provveduto alla rimozione.
Dopo quest’altra pagina di cattiva amministrazione e dopo i numerosi esposti presentati da cittadini residenti e dal Movimento Liberatorio, sulle dubbie autorizzazioni firmate dal Sindaco, la Soprintendenza di Bari, con una nota del 21.09.2020, ha messo fine alla cattiva interpretazione della legge da parte del Sindaco Tommaso Minervini e dei suoi uffici comunali.
Il testo del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 recante: «Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale», al comma 5) dell’art.10 così recita: ” Non e’ subordinata alle autorizzazioni di cui agli articoli 21, 106, comma 2-bis, e 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, la posa in opera di elementi o strutture amovibili sulle aree di cui all’articolo 10, comma 4, lettera g), del medesimo Codice, fatta eccezione per le pubbliche piazze, le vie o gli spazi aperti urbani adiacenti a siti archeologici o ad altri beni di particolare valore storico o artistico“.
Ma sappiamo bene che a Molfetta la parola “semplificazione” spesso è sinonimo di altre operazioni poco rispettose delle leggi.
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