Il Tribunale di Bari ha disposto il sequestro conservativo di beni mobili e immobili per 18 milioni di euro nei confronti di cinque ex dirigenti della Unicredit Banca d’Impresa Spa, imputati per bancarotta fraudolenta nel processo sul fallimento della società barese Parco Don Vito, controllata al 100% da Divania, la ditta produttrice di divani che fino al 2011 aveva 430 dipendenti e fatturava 70 milioni di euro l’anno, anche questa fallita.
Il sequestro, che comprende 41 immobili in tutta Italia, è in favore dell’imprenditore barese Francesco Saverio Parisi, ex proprietario delle due aziende, costituito parte civile. Secondo l’accusa, gli imputati lo avrebbero convinto a costituire la società Parco Don Vito, con un patrimonio di soli 13 mila euro, per poi causarne il dissesto a seguito di una operazione di compravendita immobiliare da 28 milioni di euro.
Per farlo, lo avrebbero indotto a credere di essere debitore della banca a seguito di «operazioni truffaldine sui derivati” sottoscritte da Divania, «anziché creditore, in quanto vittima della appropriazione indebita di 183 milioni di euro».
Sono a processo per questo Mario Aramini, all’epoca direttore generale della Unicredit Banca d’Impresa, Alfredo Protino, responsabile della Direzione regionale Centro Sud di Unicredit, Francesco Conteduca, responsabile erogazione crediti, Giuseppe Cittadino, procuratore speciale, Luigi Boccadoro, responsabile della filiale Bari Centro di Unicredit.
Sul fallimento di Divania è in corso un altro processo per bancarotta a carico di 16 persone, tra le quali, oltre agli odierni imputati, ci sono gli ex ad Federico Ghizzoni e Alessandro Profumo, attuale numero uno di Leonardo. Nell’ambito di questo altro procedimento, il Tribunale di Bari ha disposto nei giorni scorsi un ulteriore sequestro conservativo di beni per 40 milioni di euro, sempre in favore di Parisi.