Un contributo per il "Comitato per l’ordine e la sicurezza"

http://www.liberatorio.it/IMG/pistola.jpg


In vista del “Comitato per l’ordine e la sicurezza” convocato per oggi dal Prefetto Dott. Schiraldi, vorremmo offrire al Sindaco Azzollini alcuni punti di riflessione che potrebbero servire al confronto con il Prefetto.
L’agguato di stampo mafioso avvenuto qualche giorno fa a Bisceglie e il ritorno a casa di “Savinuccio” Parisi, capo indiscusso del quartiere Japigia di Bari, hanno messo in preallarme le forze dell’ordine della Provincia di Bari.
Anche la nostra città ha riscoperto il fenomeno criminalità, più o meno organizzata, e potremmo affermare che eventi criminosi come quelli che stanno avvenendo negli ultimi mesi a Molfetta non sono una novità; sicuramente sono cambiate le modalità in cui si manifestano, esponendo con più pericolosità i cittadini, ma le bombe carta, le automobili e suppellettili incendiate o le saracinesche divelte, a Molfetta, esistono sin dalla fine degli anni ’80.
Sono episodi che ciclicamente si manifestano in coincidenza di momenti storici di recessione generale che investono la nostra società ed in particolare vedono coinvolte quelle fasce sociali che, a vario titolo, sono state protagoniste, dirette o indirette, di fatti criminosi negli anni ’90.
E’ chiaro che la politica, non solo quella di destra, non ha fatto e non fa, fino in fondo, il proprio dovere e non ha mai pensato ad un progetto serio di reinserimento nel tessuto sociale e lavorativo di chi, dopo aver scontato pene detentive, si ritrova a delinquere perché non ha altre alternative.

La micro e macro criminalità a Molfetta ha sempre avuto un carattere associativo, anche mafioso, ma spesso molti atti criminosi vedono come protagonisti singoli cittadini molfettesi o provenienti da città limitrofe che agiscono solitariamente.
Lo spaccio di droghe è ripreso e, così come avveniva tra il ’92 e ’96, la città registra più presenze di giovani che hanno bisogno di liquidità per l’acquisto di droga  e quindi compiono atti di microcriminalità a danno di singoli cittadini o esercizi commerciali. Naturalmente ci riferiamo a scippi e piccoli furti che sono in aumento.

Invece per le bombe bisogna fare altre considerazioni; l’ordigno esploso in via Immacolata è stato l’ultimo di una lunga serie e quindi l’analisi andrebbe fatta complessivamente, anche se quest’ultimo ha coinvolto, per la prima volta, cittadini in transito e avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi.
Non condividiamo il pensiero di chi minimizza su questi avvenimenti dicendo che la situazione è sotto controllo ed esclude a priori la possibilità del racket delle estorsioni. Il linguaggio delle attività estorsive è multiforme e le bombe potrebbero essere un segnale indiretto riportabile ad altre attività o azioni criminali.
Rispetto all’ultima bomba, di via Immacolata, sarebbe interessante sapere se l’esplosivo usato è lo stesso delle altre bombe e se è collegabile alle bombe esplose in Piazza Paradiso negli anni precedenti.
Certo è che gli episodi più eclatanti, di ordigni esplosi, stanno coinvolgendo il quartiere che abbraccia Piazza Paradiso e sembra quasi che qualcuno voglia, in modo inequivocabile, marcare il territorio. Il problema della sicurezza in questa città è nato, in passato, in Piazza Paradiso e si è sviluppato anche nelle periferie ed oggi torna a far da padrone nello stesso quartiere.
Forse le bombe deflagranti non sono, per ora, segnali di attività criminali finalizzate ad atti intimidatori, estorsivi o quant’altro; e allora cosa sarebbero?
E’ impensabile che ci sia un “unabomber” solitario nostrano che, vivendo in una condizione di notevole frustrazione, vada in giro per la città a far saltare automobili e negozi, e non è accettabile l’ipotesi che siano semplici gesti vandalici.
Potrebbero essere gesti compiuti dalla stessa mano o da più mani rivali che si contendono il controllo del territorio.
Non dimentichiamo che negli anni ’90 le famiglie dei clan malavitosi e loro affiliati, dediti al traffico di stupefacenti, vivevano ed operavano in maggioranza in questo quartiere.
Le ipotesi potrebbero essere tante e non bisogna escluderne nessuna. Sappiamo per certo che in questo quartiere opera qualcuno che è un esperto conoscitore di fuochi d’artificio e che sperimenta le sue piccole creazioni esplosive non solo a capodanno.
E chissà che, con una buona dose di fortuna, in qualche vicolo o sottano si scopra il suo laboratorio.
Bisognerebbe anche identificare, attraverso la testimonianza del vigilante privato (pagato dall’amministrazione comunale), coloro che la notte del 31 dicembre hanno esploso in Piazza Paradiso numerose e potenti bombe carta.
E poi, non escludiamo l’ipotesi che in città possano operare gruppi malavitosi provenienti dalla provincia e che potrebbero essere in conflitto con le famiglie locali.
Le modalità in cui avvengono le rapine in città ci devono far riflettere, potrebbero essere per ora semplici azioni dimostrative che hanno ben altri obiettivi. Sarebbe utili indagare, per esempio, sul versante delle imprese edili e verificare che non ci siano in atto presso i cantieri attività estorsive da parte di gruppi criminali.

Il primo responsabile della sicurezza dei cittadini è il Sindaco e non mi sembra che in questo e nel precedente mandato abbia dimostrato di essere in grado di offrire un clima di sicurezza e tranquillità alla cittadinanza.
Il tema della sicurezza è molto delicato e implica una serie di attività di governo del territorio che riescano a mettere insieme prevenzione, rispetto delle regole, buona amministrazione, modelli positivi e condivisi di buona amministrazione, lotta all’illegalità diffusa e quant’altro possa servire ad armonizzare ed assicurare quella sicurezza sociale che a Molfetta, purtroppo, manca. Il Sindaco Azzollini e l’assessore Corrieri non riescono a far rispettare il codice della strada da parte di certi operatori commerciali, figuriamoci se possono essere in grado di tutelare la nostra sicurezza. La pseudo operazione turistico-culturale del Carnevale molfettese ci ha dimostrato che neanche sul piano etico si vuole guardare in avanti.
A Bari, Savinuccio Parisi è stato accolto con feste e fuochi d’artificio e Molfetta come si prepara ad accogliere i suoi nuovi “boss”?
Il Liberatorio Politico si rende disponibile sin d’ora per la costituzione di un “Osservatorio permanente per la legalità” che potrebbe servire, all’amministrazione pubblica e alle forze dell’ordine, per monitorare e prevenire qualsiasi attività d’illegalità diffusa.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi