Un anno, ancora tanti perché – 1993

Tratto da “TEMPI NOSTRI” –  Dodici mesi fa –  Giugno/Luglio 1993 di Luisa Gadaleta 

A distanza di un anno dall’assassinio del sindaco Giovanni Carnicella la città si interroga ancora sulla storia degli eventi: possibile creare a Molfetta una Cultura della legalità? II tema è stato trattato dal sostituto procuratore della Repubblica, Nicola Magrone, durante un incontro organizzato dall’ “Osservatorio 7 luglio” ad un anno dall’efferato delitto che ha colpito le coscienze di tutti incondizionatamente. Dodici mesi di ricerche, dodici mesi di studi per giungere ad una analisi degli avvenimenti che hanno provocato la morte del sindaco e “individuare” le motivazioni che hanno portato l’assassino, uomo di fiducia del Comune e titolare della ditta “Palcoscenici centro sud“, a compiere un gesto sconsiderato. dibattito e stato aperto dal coordinatore dell'”Osservatorio 7 luglio”, Matteo d’Ingeo.

La sua é stata un’introduzione significativa, caratterizzata da polemiche, denunce precise e comprovate da dati e delibere, frutto di un lungo studio che parte dagli anni ’80 e giunge al 1992; le cause dell’omicidio sarebbero da ricercare nel passato. Come ha potuto esporre Matteo d’Ingeo, il 17 marzo del ’87 Cristoforo Brattoli fu arrestato per detenzione illegale di armi da fuoco e dopo soli tre mesi divenne uomo di fiducia del Comune di Molfetta. Sulla base di delibere esaminate si é scoperto che fu liquidata a favore di Brattoli nell’estate dell’87, la somma di 32 milioni di lire, frazionata in più delibere aventi lo stesso oggetto. Complessivamente il Brattoli ogni anno ha percepito dal comune una somma di 70-80 milioni per lavori affidatigli a trattativa privata.

Esistono ha detto Matteo d’Ingeo responsabilità politiche e morali importanti di chi ha alimentato questo sistema” Secondo il parere di Nicola Magrone é necessario combattere l’illegalità quotidiana scoraggiandola alla base. Cristoforo Brattoli è il segno di un meccanismo, di un sistema che la città ha permesso, quella stessa che per ricordare Carnicella gli ha dedicato la Sala del consiglio Comunale ed una fioriera bronzea collocata sulla scalinata della chiesa di San Bernardino nella via che ha mutato la toponomastica e dove Gianni perse la vita; un simbolo un monumento per la memoria dei posteri. “Quante volte ci ha assalito un dubbio ha detto Enzo Binetti, sottosegretario di Stato alla Giustizia, intervenuto in occasione della cerimonia commemorativa in onore di Carnicella se egli fosse stato meno ossequioso nei confronti della legge forse non avrebbe fatto quella tragica fine. Gli dobbiamo tutti qualcosa perché ha saputo essere un esempio di legalità dello Stato di cui abbiamo bisogno“. E siamo certi il messaggio ha raggiunto i cuori di molti. 

 

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