Tre anni e quattro mesi per i sette dipendenti dell’Eni, 1 milione e 120mila euro a carico del colosso energetico.
Sono queste le pene richieste da Giuseppe Maralfa, pubblico ministero nel processo Truck center bis, al giudice per l’udienza preliminare Maria Grazia Caserta.
Ieri nel tribunale di Trani l’avvio del rito abbreviato richiesto dagli otto imputati. Gli altri 12 (Nuova Solmine spa, i suoi 5 dipendenti e un consulente, Meleam Puglia e il suo rappresentante legale, e i responsabili di Fs Logistica e La 5 Bio Trans già condannati in primo grado nel processo madre) saranno giudicati con rito ordinario il prossimo gennaio.
La seduta era stata aggiornata lo scorso 2 novembre. In quell’occasione il giudice per l’udienza preliminare Margherita Grippo aveva dichiarato di astenersi, così il procedimento era giunto nelle mani dell’attuale gup. Questo, secondo le difese, avrebbe potuto rendere inutilizzabili gli atti fin qui istruiti. Un’empasse che ieri mattina ha interrotto il dibattimento, superata da un’integrazione del presidente del tribunale.
Spazio quindi alle discussioni di pm e parti civili. Nelle oltre 170 pagine prodotte da Maralfa, la ricostruzione dei fatti, dal 3 marzo 2008 alla sentenza di primo grado. Oltre tre ore, con continui rimandi alle normative di sicurezza e all’enorme mole di dati già dibattuti nel processo principale.
Per il titolare delle indagini, non sarebbero state fornite esatte informazioni sulle caratteristiche dello zolfo liquido trasportato nella cisterna, con riferimento alla presenza di acido solfidrico, le cui esalazioni uccisero Luigi Farinola, Biagio Sciancalepore, Guglielmo Mangano, Michele Tasca e Vincenzo Altomare.
Tesi, e conseguenti richieste, che hanno trovato il favore delle parti civili (due famigliari delle vittime, oltre al Comune di Molfetta e alla Regione Puglia).
Le arringhe difensive saranno discusse nella prossima udienza, fissata al 29 novembre.