Tritolo trovato in Puglia, doveva uccidere il procuratore di Napoli

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Sarebbe stato utilizzato per ammazzare il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo il tritolo sequestrato nel barese alcuni giorni fa. L’attentato sarebbe dovuto avvenire a Gioia del Colle dove il capo della Procura di Napoli abita. Ed era stato pianificato nei dettagli, con veri e propri sopralluoghi dei camorristi, lungo il percorso seguito dal magistrato tra la Campania e la Puglia. Per il procuratore rafforzata sunito la scorta.La notizia è stata rivelata agli inquirenti della Dda di Bari da un collaboratore di giustizia vicino alla Sacra Corona Unita ma originario del napoletano il quale, in cella, alla fine del 2015, sarebbe entrato in contatto con uomini della Camorra che parlavano di un agguato al magistrato.

Sulla vicenda indaga il pm Antimafia barese Roberto Rossi, che ha coordinato anche le indagini che hanno portato al sequestro dei 550 grammi di esplosivo letale, nascosto sotto un albero, di fronte al cancello della tenuta di un boss di Gioia del Colle (Bari), il trafficante di armi Amilcare Monti Condesnitt, il quale per questa vicenda è ora in carcere con altre 4 persone.

Avevano mantenuto il riserbo sull’utilizzo del tritolo sequestrato lo scorso 29 aprile gli investigatori della Squadra mobile di Bari che sabato scorso, 7 maggio, avevano diffuso ai giornalisti alcuni particolari sull’ operazione. Oltre a Monti Condesnitt erano stati sottoposti a fermo il suo braccio destro, Francesco Paolo Ciccarone, di 40 anni di Santeramo in Colle (Bari), Antonio Saponaro, di 35 di Bari, Giuseppe Piscopo, di 24 di Bitonto (Bari) e il Paolo Paterno, di 33 di Bari. I cinque – fu riferito – erano accusati di detenzione e porto di armi da sparo ed esplosivo.

Le indagini. Le indagini, coordinate dalla Dda, furono avviate dopo il tentato omicidio di Giuseppe Drago, compiuto il 14 febbraio scorso nel quartiere San Pio di Bari. Gli inquirenti hanno ricostruito il contesto nel quale sarebbe maturato l’agguato: contrasti tra gruppi criminali per il controllo delle attività illecite, in particolare fra pregiudicati vicini al clan Strisciuglio, di cui anche la vittima fa parte, e il gruppo contrapposto, vicino agli odierni fermati. Grazie alle intercettazioni ambientali disposte nell’ambito delle indagini sul tentato omicidio, gli agenti hanno scoperto l’acquisto e il trasporto dei 550 grammi di tritolo insieme con una pistola semiautomatica Tokarev calibro 7,65 con caricatore e munizionamento.

La pianificazione dell’attentato.  La pianificazione dell’attentato al procuratore Colangelo, sarebbe passata attraverso una serie di sopralluoghi sul percorso dal casello autostradale del capoluogo campano alla casa del magistrato a Gioia del Colle. Lo avrebbe rivelato agli inquirenti baresi un pentito. Camorristi avrebbero cioè avviato una serie di ispezioni di luoghi idonei a tendere l’agguato a Colangelo, individuando infine proprio la sua città nel barese. Stando a quanto riferito dal collaboratore di giustizia, il boss di Gioia Amilcare Monti Condesnitt gli avrebbe anche confidato di essere entrato in contatto con alcuni camorristi, dicendosi preoccupato delle conseguenze. Secondo la Squadra Mobile, la camorra avrebbe commissionato l’acquisto di esplosivo e poi anche supporto nell’attentato proprio a Monti Condesnitt, poi arrestato per il tritolo nascosto all’esterno della sua tenuta. Non vi sarebbero, nelle dichiarazioni del pentito, riferimenti espliciti al tritolo come arma per uccidere Colangelo e alle modalità di esecuzione dell’attentato, ma gli inquirenti baresi non credono che si tratti di una pura coincidenza. Sulla vicenda i magistrati  mantengono il massimo riserbo trattandosi di una indagine appena avviata e coperta da segreto.

Solidarietà.  Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando e il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, hanno espresso solidarietà al procuratore Giovanni Colangelo, dopo il ritrovamento di tritolo in Puglia e destinato al magistrato della procura di Napoli.”Avevamo gia elementi di preoccupazione in questo senso tanto che abbiamo tenuto un vertice, anche con il vicepresidente del Csm Legnini, qualche giorno fa a Napoli nel quale abbiamo rafforzato per quanto possibile il sostegno anche in termini di sicurezza ai magistrati napoletani”, ha detto orlando, rispondendo a una domanda di un cronista. “Avevo già espresso la mia vicinanza al procuratore colangelo che rinnovo pubblicamente, al quale non posso che formulare anche la gratitudine per il suo operato. E’ chiaro che questa forma di aggressività è anche la conseguenza di una particolare efficacia dell’attività repressiva della procura di napoli e delle forze ordine che hanno inferto duri colpi alla camorra”, ha aggiunto il Guardasigilli. Anche il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, presente a via arenula per un incontro con il ministro della giustizia, ha espresso “solidarietà, sostegno e stima” al procuratore Colangelo.

 

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